La voce di Alfonso fu per Sheila come una carezza,aveva desiderato ascoltarla da tanto e ora che il suo desiderio si era fatto realtà provava un'emozione struggente, si ripeteva "sono felice", mentre prestava attenzione al senso del discorso che lui le stava facendo.
"Dottoressa, potemo incontrarci?" le disse alla fine,per poi specificare:"Dovrei chiederle delle delucidazioni in merito al nostro caso".Riferendosi,ovviamente, con quel nostro, al caso che stavano trattando per motivi professionali.
Lei aveva ritrovato un po' di freddezza e di prontezza di spirito, quando si trattava di lavoro riusciva a frenare la sua emotività , così rispose:" va bene, mi dica lei quando".
Sentì Alfonso respirare,in quei secondi di pausa che le parvero un'eternità:"quando vuole "aggiunse alla fine l'uomo lasciando trapelare un pochino di empatia; solitamente era piuttosto formale, rigoroso, sembrava quasi che volesse piantare dei paletti per segnare la distanza fra se stesso e la giovane dottoressa.
A lei non sfuggì questa nota di umanità,quasi di solidarietà,come a voler sottolineare che sì, erano quasi sullo stesso piano, non esisteva poi,in definitiva,una gerachia rigida in cui lui si trovava al vertice,o almeno molto al di sopra di lei e la cosa le piacque,la fece sentire più tranquilla,in un certo senso più rilassata.
Si accordarono per due giorni dopo, in mattinata.
Chiusa la comunicazione, Sheila provò un senso di euforia misto a timore, la passata esperienza sentimentale con Roberto l'aveva molto delusa,scardinando anche alcune certezze del suo piccolo grande mondo interiore, tanto che per un periodo aveva provato la bruttissima sensazione di vagare nell'incertezza più totale, senza punti di riferimento da trovare,neppure dentro se stessa,avea perso la bussola,non trovava più la direzione da seguire, vagava come un naufrago approdato su spiagge sconosciute e poco ospitali.
Sapeva che da lì all'appuntamento avrebbe vissuto in una specie di limbo, si sarebbe anche divertita un po' a scegliere cosa avrebbe indossato,come si sarebbe presentata agli occhi dell'uomo che le interessava,cosa avrebbe detto, quale linea di comportamento avrebbe adottato e sicuramente di una cosa era certissima: non avrebbe fatto nulla che avrebbe potuto metterla in imbarazzo,non si sarebbe forzata , avrebbe cercato di mantenere la propria spontaneità senza eccedere.
"Sei proprio pazza,Sheila" si rimproverò bonariamente "stai trasformando un banalissimo incontro di lavoro in un appuntamento esaltante,neanche tu fossi Cenerentola invitata al ballo!Ma ti rendi conto che quell'uomo ti ha cercato solo per discutere di una situazione arida, pratica,che non ha nulla a che vedere con te e tu vivi la questione come un'occasione romantica e piena di pathos?Sei proprio fuori di testa,cara mia".
Tutto questo Sheila lo sapeva bene. Sapeva bene quello che la realtà le proponeva e non si faceva illusioni di sorta,ma le piaceva pensare a tutt'altro.procedendo sull'onda dela suggestione e della fantasia.
Si immaginava che Alfonso la vedesse come una bellissima donna piena di fascino e di buone qualità,che la trovasse irresistibile,intelligente, simpatica, che fosse rimasto colpito da lei e non facesse che pensarla e che quella di incontrarsi fosse una scusa bella e buona per rivederla.
Se lo immaginava,appunto,ma non lo credeva. Recitava con se stessa questa parte per essere felice, lei che felice lo era sempre stata per piccole cose,cose talmente piccole che agli altri sarebbero apparse insignificanti.
Prima di dedicarsi a preparare la cena si sdraiò sul letto,sfogliando qualche rivista femminile acquistata più per abitudine che per necessità e cercò qualche spunto su come vestirsi per quella che le sembrava un'occasione straordinaria.
Scartò subito la gonna,le pareva poco adatta per quel frangente,quindi indirizzò la sua attenzione sui pantaloni,ma quali?
I jeans potevano andar bene quelli scuri, come potevano andar bene i pantaloni Principe di Galles sui toni del beige o quelli blu di lana leggera o...poi vide una modella indossare dei pantaloni neri a sigaretta, camicia bianca, golfino con scollo a v color cammello, cappotto in tinta e stivali neri dal tacco quadrato, un foulard dalla fantasia classica a completare il tutto e l'insieme le piacque.
Erano pezzi "facili" che si trovavano nel suo armadio.
Gli stessi che avrebbero potuto far parte del corredo della bambola Sheila.Talvolta si ispirava ancora a lei, come quando era ragazzina. Non aveva perso il suo lato "infantile" ,in lei essitava una sorta di fanciullino,così come descritto dal Pascoli, che si rifletteva nella sua capacità di sentire oltre ,di vedere oltre rispetto alla media.
Si alzò e fece scorrere le ante dell'armadio, gli occhi le caddero su alcuni vestiti appesi in bell'ordine,che stavano lì da tempo, tolse dalla stampelle quello lilla,di maglina, dalla gonna svasata, la vita stretta il collo alto e morbido.
Se lo provò e si piacque, le aderiva al busto come un guanto, si girò e rigirò guardandosi,osservandosi con aria critica ,ma non potè far a meno di convenire che le stava bene, ma...ma era troppo!
Forse per una cena,un invito, una serata informale sarebbe potuto essere adatto,ma per incontrare lui, no.
Temeva di dare l'impressione di una donna in cerca di approvazione, di una donna seduttiva, appariscente ,mentre desiderava solo essere la Sheila di sempre,la Sheila che non voleva stare su un palcoscenico per farsi ammirare,per catturare applausi,ma che voleva vivere la propria vita,semplicemente,secondo le proprie qualità e predisposizioni, caratteristiche che sicuramente non sarebbero piaciute a tutti,ma sicuramente vere,genuine.
Ricordò di aver acquistato quell'abito e anche altri simili durante la sua frequentazione con Roberto,li aveva indossati in momenti festosi o di svago, al di fuori dell'ambiente lavorativo,dove amava mantenere un tono molto soft.
La modella da cui aveva preso ispirazione aveva i capelli lunghi,biondi e lisci,un trucco piuttosto accentuato,questo lo avrebbe sicuramente evitato, sposando l'idea di un trucco naturale, i capelli sì,li avrebbe lasciati scendere sulle spalle, mantenendo i suoi ricci ramati.
Sorrise dei suoi pensieri ,molto probabilmente,anzi,certamente, Alfonso non avrebbe mai immaginato le reazioni scatenate dalla sua telefonata, probabilmente l'aveva già archiviata fra i piccoli impegni quotidiani portati a termine e si sarebbe ricordato dell'appuntamento concordato solo rileggendolo nel memorandum... ma Sheila voleva vivere al massimo questo momento, era il suo momento e decideva lei che importanza dargli,le appariva semplicemente fantastico,qualsiasi cosa fosse accaduta.
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Se...
Romanceil titolo porebbe essere provvisorio,in quanto scrivo di getto ,spinta da una fantasia, da una vena spontanea che mi porta ad immaginare cosa irreali,come se fossi la spettatrice di una vita che accade "ma non c'è". Anche in questa opera non mi r...