CAPITOLO 3

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    Girai lentamente la testa e lo vidi. L'uomo misterioso, indossava ancora la maschera così non riuscii a vederlo in volto. Percorsi con lo sguardo il suo corpo e mi fermai sulla sua camicia, era sporca di sangue. Spalancai la bocca e allora capì. Era stato lui a salvarmi, si era sentito rifiutato ma nonostante tutto era accorso in mio aiuto.
Non volevo incontrare il suo sguardo, non ero pronta a leggere la delusione o il disprezzo che ci avrei visto, così rimasi a fissare le macchie di sangue sulla sua camicia. Sentii Giulia allontanarsi leggermente e una mano che mi sfiorò il mento costringendomi a sollevare lo sguardo. Non appena i nostri occhi si incrociarono, rimasi incantata. Non vidi ciò che temevo, ma al contrario, preoccupazione e timore.
Tenendo sempre due dita sotto il mio mento, vidi gli angoli della sua bocca alzarsi in un timido sorriso <<Come stai? Stai tranquilla è tutto passato>>.
Continuai a guardarlo senza parlare per non so quanti minuti, poi sussurrai <<ehm...Bene...Grazie...di tutto, non eri tenuto a farlo>>. Mi lanciò uno sguardo di rimprovero e ringhiò <<Come avrei potuto non intervenire? Soprattutto vedendo che lo stavi rifiutando? Lo avrebbe fatto chiunque>> Il suo tono era duro e non capivo se mi stesse rimproverando o cosa. Cercai di allontanarmi, allora allentò la presa sul mio mento e io abbassai lo sguardo, non riuscivo più a sostenerlo, ma volevo fargli capire che aveva fatto un grande gesto <<Ti sbagli, non tutti avrebbero fatto quello che hai fatto tu, quindi grazie>>. Lo guardai un'ultima volta e mi girai verso Cloe e Giulia, ma mentre stavo per dire loro che ero pronta per andarmene, sentì qualcuno afferrarmi il braccio e dire: <<Aspetta!>>. Mi bloccai, ma non mi girai, rimasi ferma. Incoraggiato forse dal non vedermi scappare proseguì <<Scusami, non volevo essere così brusco. Solo che non riesco a concepire il fatto che tu creda che non ero tenuto ad intervenire, come se non lo meritassi>>. Fu allora che mi girai e lo guardai. Con un lieve sorriso dissi semplicemente: <<Non preoccuparti, non è successo nulla.>> Lui allora mi porse la mano: <<Non ci siamo ancora presentati, io sono Dario>> Allungai la mia per stringerla <<Piacere Sara>> quando le nostre mani si strinsero una scossa mi face allontanare di scatto la mano dalla sua presa. Sembrò che anche lui l'avesse avvertita, poi mi guardai alle mie spalle e vidi le ragazze e capì che era ora di tornare a casa. Mi rigirai salutando il mio salvatore <<Scusa ma adesso devo andare, le mie amiche mi aspettano. E' stato un piacere e grazie ancora>>. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo che sembrò infinito <<Anche per me. Ciao>>. Arrivata dalle ragazze mi chiesero come stessi, e le rassicurai che stavo meglio e che potevamo andare. Mentre ci incamminammo verso la macchina lanciai un ultimo sguardo alle mie spalle e vidi che mi guardava. Sorrisi mentre entravamo in macchina e ci avviammo verso casa.
Il tragitto fu abbastanza silenzioso, ma non potevo non sentirmi in colpa per come si era conclusa la serata quindi interruppi il silenzio <<Ragazze mi spiace!>> sussurrai vidi Cloe guardarmi dallo specchietto <<Per Cosa? Non ti starai scusando perché un porco schifoso ha cercato di aggredirti>> Alzai le spalle <<Non solo per quello, mi spiace per avervi rovinato la serata>> Giulia si girò nella mia direzione fulminandomi con lo sguardo <<Ma non dire stronzate, finché è durata ci siamo divertite da matti. Tu stai bene?>> a quella domanda il tono si era addolcito. Sorrisi debolmente e annuì <<Si non preoccupatevi, ormai è passato, per fortuna è arrivato Dario>> Vidi un sorrisetto spuntare sulle loro labbra <<A proposito, chi è? Lo conosci? Non era quello a cui non eri riuscita a dire una parola?>> Ero imbarazzata <<Beh si era lui... comunque, lo conosco appena, non hai sentito che si è presentato solo due minuti prima di salutarci?>> Cloe fece una smorfia <<Effettivamente, però non so...>> Continuavo a guardarmi in giro per evitare i loro sguardi, perché sapevo che se le avessi guardate avrebbero capito tutto. Ma sapevo anche che comportandomi così le avrei fatte insospettire infatti <<Sara, c'è qualcosa che devi dirci? E' successo qualcosa che noi non sappiamo?>> Continuavo a sviare i loro sguardi, cambiavo stazione radio, guardavo fuori dal finestrino, tutto per non rispondere a quella domanda. Sapevo che non avrebbero mollate, sentivo i loro occhi addosso. <<Quindi? C'è qualcosa che vuoi dirci?>> Fu la voce di Giulia, il tono voce di una che la sapeva lunga. Allora mi girai a guardarle e vidi che avevano entrambe dei ghigni, avevano capito che c'era qualcos'altro che non avevo detto.
Sospirai e alla fine confessai <<Non è successo niente di speciale... Mi ha solo baciata.>> Lo dissi senza guardarle e velocemente, ero troppo imbarazzata. In macchina calò il silenzio, alzai lentamente lo sguardo e vedi che mi guardano a bocca aperta. Sono riuscita a lascarle senza parole, cosa molto difficile da fare. Dal loro silenzio sapevo di averle shoccate, non era da me baciare il primo che capitava <<Non dite niente?>> Sembrarono ridestarsi dal loro stato e cominciarono a darmi degli schiaffetti <<E ci hai messo tanto a raccontarcelo? Quando è successo?>> Ero ancora più imbarazzata di prima, mi grattai la testa <<Beh...Ricordate quando ad inizio serata sono andata fuori a prendere un po' d'aria? Era stato perché lui si era avvicinato e mi aveva scombussolato solo sfiorandomi. Mentre andavo verso l'uscita Dario mi ha intercettata. Mi ha bloccata e mi ha baciata. E' stato un bacio breve ma intenso, da far tremare le gambe, però subito dopo mi ha detto <<ci vediamo dopo>>, mi ha lasciata lì e se n'è andato. Dopo essere tornata da voi l'ho cercato e quando è venuto per ballare con me sono rimasta muta come un pesce.>> Mi coprii il viso con le mani imbarazzata. Vidi Giulia che mi guardava pensierosa <<Effettivamente ti avevamo vista un po' turbata, ma non immaginavamo tutto questo. Ma comunque vi siete scambiati i numeri?>> Sbarrai gli occhi <<Ma sei impazzita? Mi stava salvando da un aggressore e gli chiedevo il numero? Non ci siamo nemmeno visti realmente in faccia, non so nemmeno se gli piaccio>> Mi fissarono come se fossi pazza. <<Che c'è? Non è una domanda legittima?>> Fu Giulia a parlare <<Sara, si è buttato in una rissa per te nonostante si fosse sentito rifiutato, non ti dice nulla questa cosa?>> Alzai le spalle con fare indifferente <<Giulia, lo avrebbe fatto per chiunque non farti flash.>> ribattei. <<Può darsi, però ho visto come ti guardava non so>> Sbuffai tanto sapevo che quando si mettevano in testa una cosa era difficile fargli cambiare idea <<Va bene, comunque ormai la serata è finita e non lo rivedrò mai più, quindi non pensiamoci>>. Sperai solo che la speranza di rivederlo scomparisse perché non potevo fissarmi su questo tipo che molto probabilmente non avrei più rivisto.
Quella notte però non riuscii a dormire, continuavo a pensare a tutto quello che era successo. Ai suoi occhi, alle sue labbra sulle mie. Non riuscivo a credere come un ragazzo appena conosciuto potesse essere così preoccupato per me, ma soprattutto non riuscivo a capire come fosse possibile che il mio corpo reagisse al suo in quel modo. Non mi era mai successo e non riuscivo proprio a spiegarmelo.

L'estate che cambiò la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora