CAPITOLO 2

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    Continuai a ballare come se nulla fosse per il resto della serata, l'alcol in circolo si faceva sentire sempre più. Cercavo di far finta che non fosse successo nulla, ma quell'incontro mi aveva destabilizzata. Continuavo a guardarmi intorno per vedere se riuscivo a trovarlo ma nulla, era come se fosse scomparso, come se avessi sognato tutto.
Ma dopo l'ennesima volta in cui mi girai a cercarlo lo vidi, era al bar con i suoi amici, ma aveva lo sguardo puntato su di me. Avvampai in un attimo e distolsi subito lo sguardo, non volevo vedesse l'effetto che mi faceva anche solo guardandomi. Guardai le ragazze e vidi che mi osservavano, non riuscivano a capire cosa stesse succedendo. Una mano mi sfiorò la schiena e capì subito che era lui, si avvicinò al mio orecchio e mi disse: <<Credevo te ne fossi andata, non ti ho più vista>>
Non riuscivo a respirare, il suo fiato sulla mia pelle mi provocava i brividi e non riuscivo a capirne il motivo, ma continuavo a muovermi come se non mi interessasse il fatto che mi aveva cercata.
Vedendo che non rispondevo si avvicinò ancora di più al mio orecchio sussurrandomi <<Balli molto bene, non avevo mai visto una ragazza muoversi così!>> A quelle parole mi irrigidii e mi bloccai, ma non mi girai a guardarlo, non ne avevo la forza. Vedendo la mia reazione si allontanò da me <<Scusami, non per il bacio, è stato...beh, quello lo rifarei di certo, ma non volevo disturbarti, ti lascio in pace. Buona serata!>> mi sfiorò nuovamente la schiena e se ne andò. Dentro di me urlavo "non lasciarlo andare stupida che fai?", ma non ebbi nemmeno il tempo di reagire che scomparve tra la folla. Mi sentivo una stupida, come avevo fatto a non dire una parola?
Le ragazze mi guardarono come se fossi pazza e venendomi vicino urlarono <<Perché lo hai fatto scappare? Era un gran figo, anche se non si vedeva il viso con la maschera>>. Non sapevo cosa dire, effettivamente anche io non riuscivo a capire perché non avessi aperto bocca. Le guardai e capirono dal mio sguardo che non ero riuscita a dire una parola per l'effetto che mi aveva fatto. Cercai di continuare a divertirmi come se nulla fosse, ma dentro di me speravo che non si sarebbe arreso, che ci avesse riprovato. Infatti, quando mi sentii afferrare per un fianco, per un attimo credetti fosse di nuovo lui, ma invece, quando mi girai vidi un ragazzo alto e possente. Mi stringeva con un po' troppa forza, cercai di divincolarmi, non volevo ballare con lui e poi era ubriaco, cerco sempre di stare alla larga da persone così. Loro si divertono a bere, ma gli amici che sono con loro non proprio, soprattutto quando esagerano, perché molte volte sono solo causa di guai. Non sono contraria al bere, anzi a me e alle mi amiche piace, ma non andiamo mai oltre, non solo per non stare male, ma anche per non rovinare la serata alle altre. Ecco perché dentro di mi sapevo che adesso sarebbero arrivati i guai.
Il ragazzo mi stringeva sempre più forte ogni volta che cercavo di allontanarlo, non riuscivo a staccarmi dalla sua presa. Avvicinò il viso al mio cercando di baciarmi, ma io mi girai e mi sussurrò nell'orecchio: <<Ciao sono Fabio, come ti chiami?>> Non risposi mettendo le mani sul suo petto per allontanarlo, ma mi strinse un po' più forte e avvicinandosi sempre di più ringhiò <<Forza lo so che ti piace, ho visto come balli e come hai continuato a guardarmi per tutta la sera>>. Sbarrai gli occhi, non riuscivo a credere a quello che stesse dicendo. Cercai di spingerlo nuovamente infuriata <<Io? Secondo me ti stai sbagliando, non stavo guardando nessuno e adesso lasciami>>. Urlai.
Le mie parole non lo scalfirono, anzi strinse di più la sua presa e mi disse: <<Su non fare la difficile>>
Cercai ancora una volta a liberarmi ma con scarso successo, cercavo soccorso dalle mie amiche che nel frattempo avevano rallentato il ritmo per vedere cosa stesse succedendo. Credevano, come forse tutti quelli presenti nel locale che ci stessimo divertendo. Ma non appena Giulia e Cloe videro il mio sguardo si avvicinarono immediatamente <<Sara tutto bene?>> Lui sollevò lo sguardo alle sue spalle per vedere chi fosse e con un sorrisetto rispose <<Tutto bene ragazze, ci stiamo divertendo. Non è vero?>> strusciandosi ancora un po' su di me. Rabbrividii a quel contatto.
Avrei voluto reagire, ma in quel momento non riuscivo a parlare, non sapevo che fare, le ragazze lo capirono e si avvicinarono, mi presero per mano cercando di staccarmi da quel viscido <<Forza andiamo a prendere un po' d'aria fuori>>.
Quando cercarono di tirarmi non mi spostai di un centimetro, Fabio aveva stretto così tanto la presa che non riuscivo a muovermi. Le ragazze si girarono allarmate non sapendo che fare. Si avvicinò ancora una volta al mio orecchio e disse: <<Non vai da nessuna parte, ci stiamo divertendo, di alle tue amiche di andarsene>>.
Cercai ancora una volta di scappare, ma non ci fu nulla da fare, mi strinse ancora più forte ed io urlai per il dolore.
Poi tutto successe in un attimo, non sentivo più la stretta al fianco, ero tra le braccia di Giulia. Non sapevo come ci fossi arrivata, quindi mi girai verso il mio aggressore e lo vidi a terra e qualcuno gli era addosso. Non riuscivo a capire chi fosse, era troppo buio, speravo solo non si facesse troppo male, ma gliele stava dando di santa ragione. Sembrava fosse più basso di Fabio, ma più muscoloso. Non si riusciva a capire bene cosa stesse succedendo, ma in qualunque modo sarebbe andata a finire, mi aveva salvata e gliene sarei sempre stata grata.
Mentre i due lottavano Giulia e Cloe mi portarono verso l'uscita. Fuori dal locale l'aria fresca mi investì il viso, nonostante fossimo nel mese di Luglio la sera c'è sempre un po' di fresco. Non appena realizzai cosa sarebbe potuto succedere mi aggrappai a Giulia e cominciai a piangere, non riuscivo a calmarmi. Le ragazze cercavano di consolarmi, dicendomi che era tutto finito, ma non riuscivo a placare i singhiozzi. In più continuavo a pensare al mio salvatore, stava facendo a botte per me rischiando di farsi male senza nemmeno conoscermi. Tremavo e piangevo sommessamente, fino a quando qualcuno non mi toccò la spalla.

a vita.

L'estate che cambiò la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora