Arrivai a casa sfinita, non solo non ero per niente rilassata, ero anche stanchissima e quella sera mi aspettava un'altra super serata con le ragazze. La prima sera dopo il mio ritorno da Torino ci siamo ripromesse che quest'estate ogni qualvolta avremmo potuto saremmo andate ad una festa e ci saremmo scatenate. Stavamo mantenendo la promessa. Da quando ero tornata poche erano state le occasioni di rimanere a riposare a casa e nessuna riguardava il week-end. Durante le varie serate abbiamo incontrato molte persone con le quali abbiamo fatto amicizia e questa sera siamo state invitate ad una festa che sta organizzando Nick nella sua villa al mare. Quel pomeriggio avevamo deciso che sarebbero passate a prendermi per le 23, quindi avevo tutto il tempo di farmi la doccia, mangiare e prepararmi per la serata.
A tavola ero silenziosa e tutti se ne accorsero. Poi fu mia madre a parlare <<Sara tutto bene?>> La guardai senza capire <<Si mamma, perché?>> Mi stava osservando << Beh è tutta la cena che non dici una parola, e poi tua sorella ti ha fatto una domanda e non hai nemmeno risposto.>> Mi girai verso mi sorella mortificata <<Oh, scusa Lisa. Ho la testa altrove. Ma tutto bene non preoccuparti mamma. Comunque questa sera vado ad una festa e poi dormo da Giulia va bene?>> Non sembrava per niente convinta della mia spiegazione <<Si certo però stai attenta va bene? E appena tornate scrivimi, d'accordo?>> Alzai gli occhi al cielo <<Certo mamma, come sempre.>> pensai che si preoccupasse sempre troppo. A causa del lavoro di mio papà, che sta fuori un mese e torna solo per quattro giorni al mese, lei deve svolgere un doppio ruolo padre e madre insieme. Cerco sempre di evitare di farla preoccupare, per questo molte volte dormo da Giulia o Cloe dopo quelle serate, così evito che rimanga alzata fino a tardi. Dopo cena, sparecchiammo e lavai i piatti. Non appena finii corsi in camera a prepararmi, non sapevo ancora cosa indossare quindi tirai fuori tutto ciò che avevo nell'armadio e alla fine optai per un vestitino blu elettrico e le scarpe rosse con il tacco. Credo che non potrei mai rinunciare ai tacchi, quando indosso un paio di scarpe tacco 12 mi sento bene, non sono a disagio in mezzo agli altri, non riesco a spiegare la sensazione. Finii di prepararmi, lisciai i capelli, mi truccai e mentre stavo per mettermi le scarpe suonarono alla porta. Rispose mia madre e mi avvertì che Cloe e Giulia erano arrivate. Presi la borsa e scesi le scale, salutai con un bacio mia mamma e le augurai una buonanotte.
Salii in macchina e come al solito le ragazze erano meravigliose, Giulia sembrava una modella, non aveva nemmeno bisogno di indossare i tacchi per sembrare favolosa, Cloe indossava un tubino nero e i tacchi come me. Durante il viaggio in macchina scherzavamo e ridevamo e facevamo dei pronostici sulla serata, quando tirarono in ballo il nome di Dario diventai bordeaux. Le ragazze mi chiesero se fosse successo qualcos'altro e raccontai l'episodio della corsa, non credevano alle loro orecchie, anche a loro sembrava che fosse stato il destino, ma come al solito cercai di minimizzare e soprattutto di non pensarci.
Arrivate alla festa incontrammo subito Nick e i suoi amici che ci riempirono di complimenti e ci offrirono da bere. Erano molto simpatici e ogni volta che eravamo in loro compagnia ci divertivamo da matte. Nonostante ci conoscessero da poche settimane, ogni volta che ci vedevano sembrava che fossimo amici da anni. Mi piaceva l'atmosfera che si creava in loro compagnia. Mi guardai intorno e vidi che la pista era stata creata nel salone della casa di Nick, i mobili erano stati spostati alle pareti per creare più spazio. Dopo il primo drink ci avviammo verso la pista da ballo dove risuonavano le note di "Mr.Saxobeat" di Alexandra Stan. Era la canzone della nostra estate, che si prospettava essere magnifica. Passammo tutta la serata a ballare e bere. Quando ci avvicinammo per l'ennesima volta al bar vidi Nick al bancone, ci avvicinammo e vedemmo che parlava con qualcuno, non volevamo interrompere e allora ci spostammo, ma non appena lui ci vide ci fermò <<Ehi ragazze, come va la serata?>> Rispondemmo tutte e tre all'unisono tute sorridenti <<Benissimo, serata fantastica>> Ci guardava soddisfatto <<Sono contento vi stiate divertendo. Ah, vorrei presentarvi mio cugino>> Solo in quel momento ci girammo a vedere chi fosse la persona accanto a lui. E rimasi a bocca aperta. <<Sara, Giulia, Cloe, lui è Dario. Si è appena trasferito qui per lavoro.>> Non riuscivo a fare nulla, i miei occhi erano puntati su quell'azzurro ghiaccio che non mi avevano abbandonato dalla sera prima. Furono Giulia e Cloe a parlare per prime. <<Ciao piacere>> e gli strinse la mano. Anche Cloe strinse la sua mano <<Piacere>>.
Ero rimasta solo io, non riuscivo a fare niente solo fissarlo, fu allora che Nick mi si avvicinò <<Sara tutto bene? Sei pallida.>> Mi tocco la schiena e sobbalzai come scossa dal mio stato di trance. Mi girai verso di lui e gli feci un sorriso rassicurante, gli strinsi il braccio <<Si Nick tranquillo, non è nulla>>. Quando mi girai a guardare Dario la sua espressione era cambiata, non era più rilassata ma tesa, non mi guardava più negli occhi, ma il suo sguardo era puntato sulla mia mano sul braccio del cugino e su quella del cugino sulla mia schiena. Mi allontanai subito da Nick per istinto. Poi allungai la mano e dissi: <<Piacere di rivederti Dario>>. Lui mi strinse la mano e fui percorsa da una scarica in tutto il corpo <<Ciao>> disse serio.
In quel momento Nick spalancò gli occhi. <<Vi conoscete?>> Poi guardò prima me e poi il cugino. Cominciò a ridere <<E' lei la ragazza di ieri sera? E di oggi pomeriggio?>> Dario gli lanciò un'occhiataccia che Nick non colse o non voleva cogliere. Io sbarrai gli occhi guardandolo.
Non riuscivo a credere che aveva parlato di me a qualcuno, forse tutto sommato non gli ero così indifferente o magari mi stava prendendo in giro anche con il cugino.
Dopo un breve minuto, ciò che avevamo ordinato arrivò e lo scolai in due secondi, avevo bisogno di andare fuori a prendere aria, stare lontana da lui. L'effetto che mi faceva non era naturale, ogni volta che mi guardava con i suoi occhi penetranti mi venivano i brividi.
Le ragazze bevevano tranquillamente il loro drink e parlavano con Nick e gli altri, io non riuscivo a rilassarmi, sapevo che mi stava guardando, ma non riuscivo a fare altrettanto. Dissi alle ragazze che sarei uscita sul balcone, ma prima di lasciarmi andare mi lanciarono un'occhiata chiedendomi in silenzio se avessi bisogno di qualcosa, ma con un cenno dissi loro che era tutto apposto. Quando uscii sul balcone, un'arietta fresca mi colpi il viso, rabbrividii per un momento, poi respirai a pieni polmoni l'aria salmastra e mi calmai immediatamente.
Una voce alle mie spalle mi colse di sorpresa <<Bene allora mi perseguiti seriamente>> Dal tono si sentiva che era divertito dalle coincidenze. Alzai le spalle <<A quanto pare>> Sentivo che era dietro di me e mi stavo nuovamente agitando, cercai di spostarmi, ma non me lo permise. Mi intrappolò tra le sue braccia e la ringhiera, il respirò mi si bloccò. Lui avvicinò le labbra al mio orecchio e mi sussurrò <<Vuoi davvero scappare di nuovo? Te l'ho già permesso per due volte.>>
A quelle parole rabbrividii, mi sembrò di rivivere la scena della sera precedente con Fabio. Lui se ne accorse e subito mi scostò <<Scusa, non volevo spaventarti. Non ti farei mai del male>>. Non so il perché ma credevo a ciò che diceva, lo conoscevo da soli due giorni eppure mi sarei fidata di lui incondizionatamente. Mi rilassai e mi girai lentamente fino a che i nostri sguardi non si incrociarono. <<Ciao>> disse sorridendo. <<Ciao>> sorrisi anch'io. Il sorriso scomparve però in fretta e la sua espressione si fece seria. <<Quindi esci con mio cugino?>> Spalancai gli occhi guardandolo incredula <<Come scusa?>> non riuscivo a credere che mi avesse fatto quella domanda, ma lui era davvero serio <<Ho detto che avresti dovuto dirmi che stavi uscendo con qualcuno>>. Disse con tono duro. In quel momento anche il mio sguardo divenne tagliente <<Primo perché avrei dovuto dirtelo? E secondo io non esco con nessuno per tua informazione. Nick è un amico>>.
Rimase in silenzio per qualche minuto e poi lo vidi rilassarsi un po'. <<Scusa, hai ragione non sono affari miei.>> Lo disse con un tono quasi sconfitto. Poi continuò <<Ti senti meglio?>> la sua espressione si era nuovamente addolcita <<Si, grazie. Tu come va la mano?>> La guardò come se non si ricordasse di avere le nocche scorticate <<Tutto bene, non è nulla di che>> Poi restammo in silenzio finché non lo interruppi <<Perché sei venuto?>> Mi fece un sorrisetto <<E' la festa di mio cugino>> Alzai gli occhi al cielo. <<Non alla festa. Perché sei venuto qui fuori>> chiarii. Mi fissò nuovamente serio <<Perché volevo parlarti>> sostenevo il suo sguardo anche se per me era difficile <<E per quale motivo?>> lo guardai con sfida <<Perché mi piaci>> Mi immobilizzai. Gli piacevo. Ma non significava nulla. Sicuramente pensava che fossi una facile e che sarebbe stato facile portarmi a letto. Beh si sbagliava di grosso. Lo guardai indispettita. <<Ma se non mi conosci neppure>> Lui mi fece un sorrisetto <<Ti ho detto che credo nel destino, no?>> A quelle parole risi. <<Si, me lo hai già detto e quindi?>> Sorrise soddisfatto <<Beh ci siamo rincontrati di nuovo per caso e credo che questo sia un segno>> Lo guardai scettica <<Ah si? Che tipo di segno?>> Mentre parlavamo i nostri visi si avvicinavano di più. <<Che non devo farti scappare, perché potresti essere speciale>> In quel momento le nostre labbra si sfiorarono e mi baciò. Non fu un bacio come il primo, questo fu lento e pian piano si riempì di passione. Non avevo mai ricevuto un bacio del genere. Le sue labbra erano morbide. Aderivano perfettamente alle mie, sembrava fossero fatte apposta per me.
Dopo diversi minuti ci staccammo ansimanti e vidi sul suo viso un sorriso.
Sorrisi anch'io come una cretina, non sapevo cosa stesse succedendo, ma volevo non finisse mai. Passammo un altro po' di tempo sul balcone a chiacchierare, mi raccontò che si era trasferito lì per lavoro, che gli manca la sua città, ma che sta riscoprendo molte cose che gli piacciono qui. Mentre mi raccontava di lui, della sua famiglia mi accarezzava i capelli in modo dolce e quel tocco mi fece rilassare. Dopo un po' di tempo sentimmo aprire la porta del balcone da cui uscirono Cloe, Giulia e Nick con le facce un po' preoccupate <<Sara! Ecco dove eri finita>> le guardai imbarazzata mi ero dimenticata del tutto di loro <<Oh scusate ragazze ho perso la cognizione del tempo>>. Mi lanciarono uno sguardo ammonitore, ma non appena i loro sguardi scesero sulle mie dite intrecciate con quelle di Dario sorrisero e mi fecero l'occhiolino. Passammo un altro po' di tempo fuori a parlare tutti insieme, Dario continuava ad accarezzarmi i capelli con dolcezza e mi stringeva al suo petto di tanto in tanto, come se avesse paura che potessi scomparire.
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L'estate che cambiò la mia vita
ChickLitUna storia di amicizia, di un amore arrivato all'improvviso ricco di litigi ma intenso di emozioni, di un ragazzo che ti sconvolge la vita ma che tutti vorrebbero avere.