CAPITOLO 16

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I giorni successivi furono i più belli della mia vita, non solo passavo il mio tempo con Dario che mi riempiva di attenzioni come se fossi una principessa, ma uscivamo anche con gli altri e vedevo più spesso Cloe e Giulia, l'estate non poteva andare meglio, ma agosto stava finendo e settembre era alle porte e ciò significava che la mia partenza si faceva sempre più imminente. Non avevamo più parlato della mia partenza, vivevamo alla giornata perché sapevo che una volta che ne avremmo parlato tutto sarebbe stato reale ed allora avrei cominciato a pensare al peggio e io non volevo farmi condizionare da ciò che sarebbe potuto succedere di lì a qualche settimana.
La settimana prima di partire non potevamo più rimandare quel fatidico discorso. Eravamo a casa di Dario, stavamo guardando un film e mangiammo pizza facendoci le coccole. Al termine del film ci guardammo e capimmo subito che era arrivato il momento di parlare della mia partenza. <<Quando parti?>> mi disse con voce triste. <<Lunedì>> Accarezzai il suo viso. <<Così presto?>> sussurrò <<Si, ho un esame mercoledì non potevo più rimandare la partenza purtroppo>> anche il mio tono era triste, non volevo che l'estate finisse <<Ho capito>>.
<<Sai che non abbiamo parlato di tutto quello che sarebbe successo soprattutto perché io non volevo. Non volevo sapere fin dall'inizio come sarebbe andata tra noi. Volevo viverti senza alcuna condizione. Adesso però dobbiamo decidere cosa fare.>> mentre lo dicevo mi guardavo le dita intrecciate <<Che vorrebbe dire cosa fare?>> aveva lo sguardo e il tono di voce allarmato <<Amore, sai che starò via per molti mesi e che tornerò solo qualche giorno per le vacanze, quindi ti capisco se...>> Non riuscivo a pronunciare quelle parole era troppo dura per me, ma dovevo farlo. <<...capisco se vorrai che la finiamo qui, non voglio che ti senta obbligato ad aspettarmi, in fondo abbiamo solo vent'anni e non mi arrabbierei se prendessi questa decisione>> aveva gli occhi sgranati <<Ma che stai dicendo Sara...Vuoi che ci lasciamo?>> La voce quasi disperata
<<Non voglio che ci lasciamo, ma capirei se tu lo volessi, soffrirei ma lo capirei e non te ne farei una colpa>> mi prese le mani e le strinse guardandomi dritto negli occhi <<Sara io ti amo, come puoi pensare che ti voglia lasciare? E' vero sarà difficile stare lontani e mi mancherai da morire, ma potrei sempre venire a trovarti e poi ci sentiremo e ci vedremo su Skype, so che non sarà lo stesso di averti qui con me, ma voglio provarci. In questo momento non riesco a pensare ad una vita senza di te. Vuoi provarci anche tu?>> disse con la voce carica di speranza. <<Si, certo amore, anch'io ti amo. Ci proveremo>> A quel punto stavo già piangendo. Lui mi strinse tra le sue braccia infondendomi la sicurezza che solo lui sapeva darmi.
<<Ce la faremo, lo so>> continuava a ripetere, non so se per convincere me o se stesso.
Rimanemmo abbracciati per un tempo lunghissimo, attraverso le sue carezze e i suoi baci cercava di farmi capire l'amore che provava per me. Volevo davvero credere nell'amore che ci univa, volevo sperare che ci sarebbe bastato per farci rimanere insieme.

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I giorni seguenti passarono così in fretta che il tempo volò e ci ritrovammo al giorno prima della partenza.
Speravo quel giorno non arrivasse mai, ma non fu così. Passai tutta la giornata a fare i miei soliti saluti, passai il pomeriggio con Giulia e Cloe, ci promettemmo di sentirci ogni giorno e di tenerci aggiornate. Quel giorno non avevo ancora visto Dario, aveva lavorato dal mattino, quindi ci saremmo visti la sera. Dopo cena mi passò a prendere e mi portò nel posto che era diventato ormai il nostro posto, una piccola scogliera all'inizio della baia. Avevamo passato dei momenti bellissimi lì, tante ore a chiacchierare e ridere come dei bambini. Passammo una serata bellissima, ci eravamo detti che non avremmo parlato della partenza fino a fine serata, non volevamo rovinarla con i pianti o gli arrivederci. Parlammo di cosa avevamo fatto durante la giornata, gli raccontai di come Giulia si era persa mentre ci raggiungeva quel pomeriggio in un nuovo bar che si era aperto da poco. Ci fece un milione di chiamate quel pomeriggio, ma sia io che Cloe avevamo i telefoni in modalità silenzioso e non avevamo sentito le chiamate. Quando vedemmo che era in super ritardo controllammo i telefoni e scoprimmo le telefonate, inizialmente ci preoccupammo, ma non appena ci disse che si era persa nella sua stessa città io e Cloe non riuscimmo più a smettere di ridere anche dopo che lei ci aveva finalmente raggiunte. Ripensandoci cominciai a ridere e Dario mi venne dietro a ruota. Non appena smettemmo ci guardammo negli occhi, i suoi diventarono lucidi, allora accarezzai la sua guancia e gli dissi che lo amavo. Promettemmo di sentirci ogni giorno e di vederci su Skype così anche se eravamo lontani eravamo vicini.
<<Promettimi una cosa>> dissi <<Cosa?>> questa era una cosa che avrei voluto dirgli fin dall'inizio e adesso era arrivato il momento <<Nel caso in cui questa lontananza fosse troppo difficile per te o ti rendessi conto che un giorno non provassi più gli stessi sentimenti che provi adesso, prometti che me lo dirai? Non importerà quanto farà male, ma ho bisogno che tu mi prometta che sarai felice e se questo significa che devo lasciarti andare lo accetterò>> Lo guardavo dritta negli occhi, volevo che capisse quanto ero determinata, anche se la mia voce si era fatta quasi un sussurro verso la fine. << Sai che ti amerò sempre, perché devi dire certe cose?>> misi le mani sulle sue guance <<Dario, non possiamo sapere cosa potrà succedere domani, quindi ho bisogno che tu me lo prometta per favore>> ci guardavamo dritti negli occhi, capì che non avrei mollato quindi sospirò <<D'accordo, ma solo se tu farai lo stesso, non dovrai preoccuparti per me, dovrai fare ciò che ti rende più felice. Promesso?>>
Feci un cenno affermativo, poi lui si avvicinò e mi abbracciò. Rimanemmo in quella posizione un tempo lunghissimo e sarai rimasta lì per sempre, tra le sue braccia. Non volevo partire e quasi rimpiansi la scelta di aver scelto un'università così lontana da casa. Ma ormai non potevo farci nulla e dovevo prendere quella separazione come una prova che il destino ci avrebbe fatto affrontare e sperai che fossimo abbastanza forti da superarla.
Quando mi accompagnò a casa non riuscii più a trattenere le lacrime, lo strinsi forte a me e gli ripetei quanto lo amassi e ci baciammo come se non ci fosse un domani. Con un peso sul cuore scesi dall'auto ed entrai in casa.
Il mattino seguente sistemai le ultime cose in valigia e partimmo per l'aeroporto. Non appena salutai i miei genitori cominciai a piangere e mi strinsi forte a mio padre, non so perché quella volta era più dura partire, anche lui mi strinse forte e quando allentò la presa vidi che aveva gli occhi lucidi. <<Ciao papà>> dissi con un singhiozzo <<Ciao piccolina, e ricorda per qualunque cosa noi ci siamo, basta una chiamata. D'accordo?>> annuii <<Si>> Mi rivolsi verso mia mamma che piangeva a dirotto <<Ti prego non fare così che se no ricomincio>> e ripresi a piangere.
tirò su con il naso <<Scusa, non so che mi è preso>> Mi strinse a sé. <<Stai attenta ok?>> si raccomandava sempre <<Come sempre>> Accennai un sorriso e mi avviai verso il gate. Stavo quasi per passare quando sentii urlare il mio nome. <<Saraaaa! Saraaa!>>
Mi girai e sgranai gli occhi, vidi Dario correre verso di me, mollai le valigie e corsi verso di lui. Non appena eravamo a pochi centimetri di distanza gli saltai addosso e per poco non cademmo. <<Ehi, stavi quasi per farmi cadere>> disse ridendo.
Non ascoltavo cosa stava dicendo, non credevo ancora che fosse lì. Era venuto a salutarmi all'aeroporto. <<Che ci fai qui?>> mi guardò imbarazzato <<Volevo salutari>> sorrise <<Ci siamo salutati ieri ricordi?>> lo guardai stranita <<Si, ma volevo darti un altro bacio prima di partire. Posso?>> mi guardò per avere il permesso.
Sapeva che ero contraria alle effusioni davanti ai miei genitori, ma in quel momento non me ne importava nulla. Avvicinai le labbra alle sue e mi diede un bacio in cui riversò tutto l'amore che provava per me. Lo strinsi forte, non volevo lasciarlo andare, ma non appena annunciarono che il mio volo stava per partire ci separammo e con riluttanza lo salutai. <<Ti amo>> disse <<Anch'io ti amo>> e salii sull'aereo. 

L'estate che cambiò la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora