CAPITOLO 7

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Il giorno successivo sono stata in ansia per tutto il giorno. Lo avrei rivisto dopo una settimana e non sapevo cosa sarebbe successo. Passai tutto il pomeriggio a scegliere cosa indossare, alla fine optai per un vestitino rosso e scarpe nere con i tacchi. La cena con le mie compagne di classe era alle 8:30. Mi feci una doccia, mi preparai e alle 8:15 ero già in macchina diretta in pizzeria.
Non vedevo le mie compagne da quasi un anno, quindi ero contenta d rivederle. Parcheggiai e arrivai in pizzeria puntuale, una cosa molto strana se fatta da me. Per fortuna alcune erano già arrivate. Mi avvicinai al gruppetto davanti l'entrata: <<Buonasera a tutte! Come state?>>
Al suono della mia voce si girarono e mi corsero incontro. << Ciao Sara>>
<<Ciao Come stai?>>
<<Da quanto tempo>> disse qualcun'altra. Parlarono tutte insieme che non capii nulla. Non appena smisero di stritolarmi ci avviammo verso l'entrata.
Maria mi si avvicinò <<Waoo Sara come stai bene? Sei davvero in ottima forma>>
la guardai scettica <<Dai Mary non scherzare, guarda che cosce che ho. Sei tu che stai benissimo.>> La vidi alzare gli occhi al cielo come se avessi detto una sciocchezza.
Ridevamo e scherzavamo, quando una voce dietro di me mi fece bloccare.
<<Ehi Saretta, ti sei fatta bella solo per me?>> Sentivo il sorriso nella sua voce.
Quella voce, l'avrei riconosciuta tra mille. Il mio migliore amico del liceo, mio compagno di banco, Paolo. Sono stata innamorata di lui dalla prima volta che l'ho visto. Non era il mio tipo, bassino, capelli e occhi scuri, ma ha sempre avuto la capacità di farmi ridere anche nei momenti più brutti ed è stato forse per questo che sono sempre stata attratta da lui. Non lo vedevo dall'ultimo giorno di scuola. Ricordo che quando andai a salutarlo lo abbracciai e quando stavo per andarmene mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Non lo sentii nei mesi successivi, tra noi ci fu solo quel bacio, nulla di più, ma lo porterò per sempre nel cuore. Non so che effetto mi avrebbe fatto rivederlo dopo tanti mesi. Non avevo nemmeno pensato all'eventualità che potesse esserci anche lui. Mi stampai in faccia un sorriso e mi girai a guardarlo.
<<Ciao Paolo. Come stai?>> Mi guardava incantato <<Tutto bene. Tu? Waooo...Sei davvero fantastica questa sera>> E mi diede un bacio sulla guancia.
Arrossii. <<mmh...grazie. Comunque anch'io tutto bene. Sono arrivata qualche settimana fa per le vacanze estive>> Sembrava in imbarazzo <<Capito. Mi spiace non esserci più sentiti dopo quello che è successo>> Lo disse con un filo di voce in modo che solo io potessi ascoltare.
<<Non preoccuparti, non è successo nulla. E' stato l'impeto del momento.>> Gli sorrisi.
Lui ricambiò, ma il suo sorriso non era sincero, lo sentii borbottare: <<Giusto l'impeto di un momento>>
Non risposi, non volevo discutere, non quella sera. Ero contenta di averlo rivisto, ma non appena i nostri sguardi si incrociarono non provavo più quel brivido, lo vedevo per quello che era sempre stato il mio migliore amico. Adesso nei miei pensieri c'era qualcun altro. Sorrisi al ricordo di Dario.
Non appena arrivarono tutti entrammo. Passai una bella serata, mi raccontarono delle loro vite, dei lavori che facevano. Anche loro mi chiesero di me, ma come al solito era l'unica che non aveva molte novità, non ero una ragazza che faceva pazzie. Dopo cena decidemmo di andare a fare un giro in centro, scrissi un messaggio alle ragazze per dire che ci saremmo viste in giro.
Verso le 23 la piazza si riempì di ragazzi di tutte le età. Incontrai Cloe e Giulia, ma nessun avvistamento di Dario. Non sapevo se scrivergli o meno, non volevo essere assillante. Come diceva lui se il destino voleva farci incontrare lo avrebbe fatto. Mentre ci avviavamo verso un pub, la mia attenzione fu catturata da un gruppo di ragazzi che credevo di conoscere. Misi a fuoco e vidi Nick, la speranza dentro di me si accese, ma quando spostai lo sguardo vidi Dario con una ragazza dai capelli biondi che lo abbracciava. Rimasi pietrificata e mi bloccai. Le ragazze mi vennero addosso, stavano per urlarmi contro quando seguirono il mio sguardo e allora capirono. Cercarono di spostarmi, ma non ci riuscirono, i miei piedi erano come bloccati. I miei occhi scrutavano la scena, lui era in piedi e lei accanto a lui che lo abbracciava, gli toccava i capelli. Lui sembrava un po' a disagio, ma non si spostava quindi non gli dava proprio fastidio. Fu in quel momento che lui alzò lo sguardo e mi vide. Spalancò gli occhi, cercò di allontanarsi dalla ragazza e di venirmi incontro. Finalmente riuscii a muovermi e a spostarmi non volevo parlare con lui nonostante sapessi che stava venendo da me, lo dissi alle ragazze e mi avviai con le mie compagne verso il pub. Loro non si erano accorte di nulla, quindi cercai di continuare a ridere e scherzare come se nulla fosse. Quando ci sedemmo qualcuno si sedette accanto a me, alzai lo sguardo ed era Paolo. Gli sorrisi tristemente. Nonostante tutto lui mi conosceva, capiva che c'era qualcosa che non andava. Mi strinse il ginocchio e disse: <<Tutto bene?>>
<<Andrà meglio>> risposi. Ordinammo da bere e io tracannai il mio come se non ci fosse un domani. Non volevo pensare a Dario o a nessun altro, volevo solo divertirmi. Perché c'ero rimasta così male? Infondo tra me e lui non c'era stato nulla, non eravamo niente l'uno per l'altra. Dopo il secondo giro, Paolo mi fermò, dicendomi che stavo esagerando e che se avessi continuato così sarei stata male. Aveva ragione, ma lo convinsi a prendere un ultimo shot con me. Brindammo e bevemmo. Solo allora mi accorsi che Cloe e Giulia non ci avevano ancora raggiunto. Presi il telefono e le chiamai. Cloe aveva il telefono staccato, Giulia rispose al primo squillo: <<Ehi tutto bene?>>
<<Si tutto ok. Ma dove siete?>> La mia voce strascicava un po' a causa di tutto l'alcol ingerito.
Sentivo in sottofondo delle voci confuse, ma penso di aver sentito. <<E' lei? Fammici parlare>> Non mi andava però di chiedere se fosse davvero lui, mi concentrai su cosa dicesse Giulia <<Siamo in piazza tra poco arriviamo. Ma hai bevuto?>>
Sapevo che si sarebbe infuriata, avevamo fatto un patto non avremmo bevuto tanto se non eravamo insieme <<Mmh...si due drink, ne avrei preso un altro ma Paolo mi ha impedito di ordinarlo così l'ho convinto a prendere un ultimo shot>>
Sempre quella voce in sottofondo: <<Ha bevuto? Quanto? E chi diavolo è Paolo?>>
<<Sta zitto>> sentivo dire a Cloe.
Sentii Giulia sospirare <<Ok. Basta bere mi raccomando, noi arriviamo tra poco.>> Alzai gli occhi al cielo <<Ok mamma. A dopo.>> Riattaccai con un sorrisetto.
Guardai Paolo e cominciai a ridere, in quell'istante si girarono tutti a guardare me. Mi coprì la bocca con le mani, ma non riuscivo a frenare la risata. Quando ormai ero irrecuperabile, piccole lacrime fuoriuscirono dai miei occhi. Fu allora che Paolo capì, le lacrime della risata si stavano trasformando in lacrime vere. Dovevo andarmene da lì se no avrei dato un bello spettacolo.
Ci alzammo, e con la scusa che avevo bevuto troppo Paolo mi avrebbe accompagnata a casa. Salutai tutti e dissi che si saremmo sentiti presto.
Mentre ci allontanavamo dalla folla non riuscii più a trattenermi, Paolo si fermò in un angolo appartato e mi aggrappai a lui piangendo. <<Scusa>> dicevo. <<Sono una stupida>> Mentre tiravo su con il naso. <<Non lo conosco neanche eppure sono qui che piango come una deficiente.>>
Paolo mi ascoltava, mi abbracciava mentre mi accarezzava i capelli, mi ero dimenticata quando mi sentissi al sicuro tra le sue braccia. <<Grazie>> dissi infine.
Dopo non so quanto tempo sentì suonare il mio cellulare. Era Cloe <<Sara, dove diavolo sei? E' un'ora che proviamo a chiamarti>> Guardai l'ora il tempo era passato senza che me ne rendessi conto <<Scusate ragazze, non sono stata bene, sono dovuta andare a casa. Mi sta accompagnando Paolo quindi non preoccupatevi, divertitevi ci sentiamo domani.>> Sentii le proteste di Cloe <<No, aspetta veniamo con te, non vogliamo lasciarti sola.>> Cercai di rassicurarle <<Davvero è tutto apposto. Divertitevi, ci sentiamo domani. Baci e saluta Giulia.>> Sapeva che anche se avesse insistito non avrei rovinato loro la serata <<Ok come vuoi. A domani>>
Riattaccai. Guardai Paolo e gli sorrisi, facemmo una passeggiata fino ad arrivare alla mia auto, lui insistette per accompagnarmi a casa, ma la sbronza era passata, quindi potevo benissimo guidare. Lo abbracciai forte e lo ringraziai per ciò che aveva fatto quella sera. Gli dissi che ci saremmo sentiti e ci saremmo rivisti presto. Mi diede un bacio sulla guancia e io salii in macchina, avviai il motore e ornai a casa.
Ero distrutta, non solo avevo bevuto un sacco, ma la mia speranza di avere una storia con Dario era scomparsa nel momento in cui vidi quella ragazza abbracciata a lui. Magari mi ero illusa, faceva così con tutte le ragazze e io che mi credevo speciale. Arrivata a casa mi misi in pigiama e subito a letto, dove piansi per tutta la notte. Pensai che era una fortuna che mia madre fosse già a letto quando tornai, avrebbe voluto troppe spiegazioni che non sarei riuscita a darle.

L'estate che cambiò la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora