CAPITOLO 17

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Viaggiare mi è sempre piaciuto. Andare alla scoperta di posti nuovi, scoprire diverse realtà mi ha sempre affascinata. Fin da quando avevo 10 anni ho sempre detto ai miei genitori che se mai fossi andata all'università non avrei mai scelto quella vicino casa, ma sarei andata lontano. Allora pensavano che fossero le idee di una bambina che amava viaggiare, ma quando arrivò il momento della grande scelta e capirono che ero ancora convinta delle mie idee non poterono far altro che sostenermi. Quando avevo deciso di frequentare l'università a 1500km di distanza dalla mia famiglia, dai miei amici, dalla mia città sapevo che mi sarebbero mancati, ma quel giorno era stato più duro partire di quanto lo fosse stato il primo viaggio. Adesso quasi mi pentivo della mia scelta di andare così lontano. Se fossi stata più vicina a casa non avrei dovuto affrontare tutti i problemi che di lì a qualche mese avrei scoperto. Mi mancava Dario e non riuscivo a concepire come in così poco tempo fosse riuscito ad avere un potere così forte nei miei confronti. Sperai davvero con tutta me stessa che ce l'avremmo fatta.
Il viaggio passò in fretta e non appena arrivai nella mia camera fui accolta dalla mia pazza coinquilina, Clara. Eravamo andate insieme alle superiori, eravamo state compagne di banco per cinque anni. Era sempre stata pronta a difendermi dagli attacchi delle mie compagne di classe, quando non riuscivo a farlo da sola. C'era sempre stata per me in quegli anni. Quando l'ho conosciuta non avrei mai pensato che un giorno avremmo condiviso una camera. Mi salutò e mi abbracciò come solo lei sapeva fare. Mentre svuotavo la valigia le raccontai cosa avevo fatto durante l'estate. Abitavamo in città vicine ma con tutto quello che mi era successo quell'estate non eravamo riuscite a vederci. Lei raccontai di Cloe e Giulia, delle serate pazze che avevamo trascorso, delle numerose persone che avevo conosciuto e finalmente le raccontai di Dario. Le avevo accennato qualcosa per telefono, ma adesso voleva i dettagli. Dopo che le raccontai tutta la storia mi sorrise. <<Che c'è?>> dissi <<Si vede che sei felice>> Sorrisi. Era vero, Dario mi rendeva felice. In quel momento suonò il telefono. Il mio viso si illuminò. Era lui. <<Amore>> risposi <<Ehi piccola tutto bene? Sei arrivata?>> Sorrisi, gli avevo scritto un messaggio non appena ero arrivata in camera. <<Si, come ti avevo già scritto. Adesso sto disfacendo la valigia.>> sospirò <<So che mi hai scritto, ma volevo sentirti>> Sorrisi. <<Tu che fai?>> gli chiesi. <<Sono appena uscito da lavoro e sto tornando a casa>> sentivo i rumori del traffico in sottofondo <<Stai guidando mentre parli con me?>> dissi arrabbiata. Sapeva che non volevo che lo facesse. <<Si, dai scusa. Ma volevo sentire la tua voce>> si giustificò <<ok. Adesso però chiudiamo e guida. Ci sentiamo sta sera. Ti amo>> lo sentii sbuffare <<D'accordo. A sta sera. Ti amo>>
Riattaccai e quando mi girai vidi Clara che mi osservava e sorrideva. Mentre parlavo con Dario mi ero dimenticata che era in stanza. <<Che hai da guardarmi così?>> le chiesi. <<Sono davvero felice per te. Si vede che lo ami.>> Feci un cenno affermativo. <<Mi manca già>> vidi Clara alzare gli occhi al cielo <<Immagino. Dai vedrai che il tempo passerà in fretta>> Sospirai <<Speriamo>>.
Nelle settimane successive non uscii, ero concentrata solo sullo studio. Non sarei stata di compagnia. Mi mancava Dario, mi mancava la mia famiglia e le mie amiche. Quando parlavo con i miei genitori e con Dario cercavo di non far trasparire la mia tristezza, ero sempre allegra. Le uniche con cui riuscivo a parlare erano Cloe e Giulia che mi confortavano e mi dicevano che quei mesi sarebbero volati. Lo sperai davvero.
Un pomeriggio Clara mi costrinse ad accettare di uscire con lei. <<Sembri uno zombie>> mi aveva detto <<Dove è andata a finire la mia coinquilina un po' pazzerella?>>
Già dov'era finita? Quindi accettai l'invito. Chiamai Dario per avvisarlo e quando lo informai non sembrò particolarmente contento. <<Con chi esci?>> mi chiese <<Con Clara e altri miei colleghi>>
lo sentii irritarsi <<Ci saranno dei ragazzi?>> Sbuffai. Sempre con la solita gelosia. <<Non lo so Dario, non esco con loro da un po', non so chi ci sarà>> dissi irritata <<Ok. Divertiti, ma non bere troppo. D'accordo?>> sorrisi <<Certo stai tranquillo. Mi manchi>> sospirai <<Anche tu. Tanto>> Strinsi gli occhi per non piangere. Non volevo che mi sentisse triste. Dopo aver parlato un po'. Riattaccai.
Mi preparai per la serata. Non indossai nulla in particolare. Faceva ancora caldo. Un paio di jeans attillati, un top e le ballerine. Mi feci una coda e mi truccai leggermente.
Arrivate al pub rividi alcuni dei miei colleghi che non vedevo da prima delle vacanze. Mi vennero incontro non appena mi videro mi abbracciarono e mi salutarono. Passai una bella serata, riuscii a distrarmi e a non pensare a quanto mi mancasse Dario almeno per qualche ora. Bevemmo e chiacchierammo dell'estate appena trascorsa. Mi fecero mille domande su Dario ed anche se a me non piaceva parlare della mia vita privata, raccontai loro alcune cose, ero felice e volevo lo sapessero tutti.
Tra chiacchiere e risate passai una bellissima serata, quando tornai a casa ero felice, avevo fatto bene ad andare, mi ero distratta e mi aveva fatto bene. Durante la serata avevo scritto a Dario, ma era stato un po' freddo, ma pensai che magari fosse solo stanco. Quando mi misi a letto gli mandai la buonanotte, gli raccontai di come era andata la serata e gli ribadii che lo amavo e che mi mancava da morire. Mi addormentai immediatamente quella sera come non succedeva da un po'.

**********

Le settimane passavano e si avvicinavano sempre più le vacanze natalizie, non vedevo l'ora di tornare. In quei mesi fui occupatissima tra le lezioni e lo studio. Dopo quella sera avevo cominciato ad uscire più spesso, avevo capito che stando a casa mi sarei solo depressa di più. Capitava che discutessi con Dario soprattutto se vedeva delle foto che mi ritraevano con i miei colleghi. Cominciava a farmi il terzo grado. Non volevo litigare con lui, ma a volte era proprio impossibile. Capivo che poteva essere difficile fidarsi dato il poco tempo che stavamo insieme, ma io mi fidavo di lui e speravo di non sbagliarmi.
Una delle tante sere che ero rimasta in camera feci una videochiamata su Skype con Giulia e Cloe. Ero contentissima di vederle. Gli raccontai di quelle settimane, furono contente che non mi fossi rintanata, come le prime settimane, in camera. Gli raccontai delle liti con Dario e espressi le mie preoccupazioni. Mi rassicurarono e mi dissero che non facevo nulla di male se uscivo, anzi facevo bene a distrarmi.
Cloe ci raccontò del suo nuovo lavoro, era contenta di averne trovato uno, ma i suoi datori di lavoro non erano i migliori, ma teneva duro almeno finché non ne avesse trovato un altro.
Giulia ci raccontò dei suoi studi e poi gli chiesi della sua storia con Marco, vedevo che le si era accesa una luce nello sguardo. Dopo la mia partenza non ero stata molto presente, e mi dispiaceva, non avevo più chiesto della loro storia, ma non appena lo nominammo capii che le cose andavano bene. Ci raccontò che era un tesoro, la faceva sentire una principessa, le dedicava tutto il tempo che poteva, la portava a cena, le faceva dei regali. Ci disse che si era innamorata. Ero davvero contenta per lei. Volevo che le mie amiche sperimentassero lo stesso sentimento e le stesse emozioni che sentivo io per Dario.
Dopo una lunga chiacchierata chiudemmo la conversazione. Ero più tranquilla dopo averle sentite, avevano la capacità di strapparmi sempre un sorriso. Avevo delle amiche meravigliose e pensai che mi sarei dovuta impegnare di più per dimostrarglielo.

L'estate che cambiò la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora