CAPITOLO 9

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La strada verso casa fu più breve del previsto, avevo deciso che durante il ritorno avrei pensato a cosa dire a Dario una volta che ci fossimo rivisti, ma il tragitto passò troppo velocemente. Arrivai a casa, salutai la mamma e andai a svuotare la valigia. Dopo pranzo misi il costume e dissi alla mamma che ci saremmo viste per cena. Dovevo incontrarmi con Giulia e Cloe in spiaggia, non appena arrivai nessuna delle due era arrivata. Distesi il mio asciugamano ed andai sulla riva a toccare l'acqua. Era più calda del solito, così decisi di approfittarne, mi tolsi i pantaloncini e la canotta e andai a fare il bagno. L'acqua era perfetta, fresca e ristoratrice al punto giusto. Dopo aver fatto una nuotata era il momento di uscire, pensavo che Giulia e Cloe fossero già arrivate. Quando uscì dall'acqua le vidi e corsi verso di loro per abbracciarle, ma quando ero quasi arrivata mi bloccai, stavano parlando con Dario. Fu Cloe ad accorgersi di me per prima. <<Sara>> disse.
Si girarono anche Giulia e Dario a guardarmi. Cloe e Giulia corsero ad abbracciarmi, per un attimo il mio sguardo era fisso su Dario, ma poi le strinsi forte. <<Ciao ragazze, mi siete mancate un sacco>> dissi. Mi stritolarono <<Anche tu ci sei mancata>> Rimanemmo abbracciate ancora un po', quando ci staccammo vedemmo che Dario era ancora fermo, lo guardai e mi disse <<Ciao Sara>>. La sua voce mi fece venire i brividi. <<Ciao>> risposi. Dietro di lui mi accorsi che c'erano Nick e gli altri, allora dissi alle ragazze: <<Vado a salutare Nick e gli altri torno subito>>. Lasciai Dario lì impalato e corsi da Nick. Non appena mi vide mi abbracciò e disse: <<Ehi, ma dove eri finita?>>
<<Sono andata in vacanza. Voi che combinate?>> Nel frattempo salutai anche gli altri e vidi che tra loro c'era anche lei, la ragazza dai capelli biondi, cercai di non guardarla e tornai a concentrarmi su Nick. Mi raccontò che non avevano fatto niente di che, sempre le solite cose e che quella sera avrebbe organizzato un'altra festa. Mi chiese di andare, ma gli dissi che ero un po' stanca e che probabilmente l'avrei saltata, cercò di convincermi che era la festa di metà estate che ci sarebbero state moltissime persone, che sarebbe stata una grande festa e non potevo certo perdermela. Sapeva cosa doveva dirmi per convincermi, gli avevo raccontato della promessa che c'eravamo fatte con le ragazze all'inizio dell'estate, così accettai. Non ero molto convinta, ma non potevo ancora deludere le ragazze.
Quando tornai da Cloe e Giulia, Dario per fortuna non c'era più. Dissi loro della festa e anche loro erano entusiaste di andare. Decidemmo di prepararci tutte insieme a casa mia. Arrivarono puntuali per 21:30 e andammo in camera, non sapevo ancora cosa indossare. Cloe avrebbe messo un vestitino blu e Giulia uno giallo. Dopo aver provato quasi tutto il guardaroba optai per un vestitino nero con una scollatura profonda sulla schiena. Semplice ma allo stesso tempo sexy avevano detto le ragazze. Ci lisciammo i capelli e ci truccammo. Quando finimmo ci guardammo allo specchio. Eravamo davvero fantastiche quella sera.
Arrivammo alla festa raggianti come non mai. C'erano già moltissime persone e la festa era appena cominciata. Mentre ci addentravamo nella casa incontrammo tutte le persone che avevamo conosciuto quell'estate, ci fermammo a chiacchierare chiedendo come stessero trascorrendo l'estate. Mentre ci avvicinavamo al bar fui percorsa da un brivido, sapevo cosa significava, lui era lì e mi stava osservando, decisi di ignorare quel brivido e di proseguire verso il bar. Ordinammo da bere e non appena fummo servite ci dirigemmo verso i divanetti. Sorseggiavamo i nostri drink mentre chiacchieravamo. A metà serata si avvicinò Nick con i suoi amici ci salutarono e ci invitarono a ballare. Arrivammo al centro della pista da ballo e ci scatenammo. Non avevo fatto in tempo ad andare a correre quella sera, per fortuna però il ballo era altrettanto potente. La musica che pompa nelle casse, il ritmo che cresce, la melodia che ti entra dentro, accompagnato con un po' d'alcol mi permettono di lasciarmi andare e di sfogarmi. La danza mi è sempre piaciuta, da piccola ho frequentato per cinque anni una scuola di danza, mi piaceva associare una canzone a dei passi. I movimenti naturali che il tuo corpo crea non appena sente il ritmo della musica. Fantastico. Quest'estate mi sono fissata con la musica reggaeton, ho conosciuto una ragazza a Torino che mi ha insegnato a ballarla, si basa tutta sul movimento del bacino, sembra semplice, ma in realtà non lo è. Ho provato ad insegnarlo alle ragazze, ma Giulia continua a dire che è negata nel ballo, invece Cloe è sempre stata la mia partner di ballo. Quando ballo con loro non sono in imbarazzo, balliamo appiccicate, insieme, quasi come le coppie, ma preferisco molto di più ballare con loro che con il primo che passa. Quando ho ascoltato le prime note di <<Hasta Abajo>>, guardai Cloe e urlammo, era la nostra canzone. Mi avvicinai a lei e ballammo insieme, intorno a noi si era fermato un gruppo di ragazzi che ci osservava e faceva fischi di apprezzamento. Io e Cloe non ci badammo più di tanto anzi ridevamo, perché sapevamo che solo tra di noi potevamo ballare così. Quando la canzone cambiò tirammo Giulia in mezzo a noi, poi ci girammo e cominciammo a ballare con Nick e gli altri, così dato che quella era casa di Nick e tutti lo conoscevano, sapevamo che non ci avrebbero dato fastidio, anche perché ogni volta che qualcuno si avvicinava Nick o qualcuno dei suoi amici lo guardava in cagnesco e il mal capitato scappava. Dopo aver ballato un bel po' decidemmo di andare a prendere da bere per rinfrescarci. Fu Nick ad ordinare da bere per noi, ci aveva promesso un cocktail forte ma buono. Inizialmente eravamo scettiche, ma non appena lo assaggiammo rimanemmo piacevolmente stupite. Effettivamente era abbastanza forte, ma lasciava in bocca un retrogusto dolce. Ringraziammo Nick e ci spostammo verso i divanetti. Non avevo più visto Dario, non che lo cercassi naturalmente, infatti mi stupii quando si avvicinò a Nick per chiedergli qualcosa e puntando lo sguardo su di me. Io mi girai dalla parte opposta, poi lo vidi allontanarsi e mi rilassai, ma fu in quel momento che qualcuno mi prese per mano e mi tirò a sé. Il mio respiro si bloccò e mille brividi mi percorsero il corpo. Solo una persona mi faceva quell'effetto ed ero convinta di averla vista andare dalla parte opposta, beh mi sbagliavo perché era qui davanti a me e adesso mi stava trascinando al piano di sopra. Cercai di staccarmi ma la sua presa era salda e mi era impossibile scappare. Lanciai uno sguardo in cerca di aiuto a Cloe e Giulia, ma nessuno delle due mi guardava, ma avevano visto che Dario mi aveva presa e non avevano mosso un muscolo. Più tardi avrei fatto i conti anche con loro.
Arrivammo al piano di sopra davanti una camera, inserì la chiave e la porta si aprì. Quando entrammo vidi che era una camera da letto, mi guardai intorno, mentre lui chiudeva la porta alle sue spalle. Incrociai le braccia al petto <<Che vuoi da me? Perché mi hai portata qui? La tua amichetta bionda non sarà gelosa?>> Lo guardai in cagnesco e lo stesso fece lui. Continuava a fissarmi senza dire una parola. <<Se non hai nulla da dirmi me ne vado>> Mi avviai verso la porta, ma mentre stavo passando accanto a lui mi afferrò il braccio e mi bloccò. Mi girò e mi inchiodò alla porta. Il suo viso a due centimetri dal mio <<Sei impossibile>> Lo guardai in modo truce. Lui scosse la testa e continuò <<Sei impossibile però mi piaci. Perché non hai risposto ai miei messaggi e alle chiamate?>> Sollevai un sopracciglio <<Perché avrei dovuto se non volevo sentirti?>>. Sembrò offeso dalla mia risposta. <<Perché così ti avrei spiegato cosa è successo quella sera>>
Mi irrigidii, non mi piaceva pensare a quella sera, lo avevo visto con un'altra. Lui se ne accorse e mi accarezzò il viso. <<Non c'è nulla da spiegare>> dissi fredda.
<<Quella ragazza, Greta, è un'amica di Francesco. E' qui in vacanza e abbiamo cominciato a parlare. Ci siamo conosciuti e scherzavamo. E' una ragazza davvero simpatica e anche molto carina>>
Mentre continuava il suo elogio su Greta io cercavo di divincolarmi, mi aveva portata lì per farmi arrabbiare? Beh ci stava riuscendo benissimo. Lui non mi lasciò, ma anzi continuò il suo discorso.
<<Ma io non facevo che pensare a te, al fatto che ti avrei rivista da lì a poco ed ero in fermento. Quando ho alzato lo sguardo ed ho visto il tuo sguardo ferito, non sapevo che fare, ho cercato di venire a parlare con te ma le tue amiche me lo hanno impedito. Quando poi le ho seguite e nemmeno loro ti hanno trovata sono andato nel panico. Ma quando ho sentito che non eri sola ma con quel Paolo che ti avrebbe riaccompagnata, mi sono infuriato>> Sospirai stanca <<Cosa vuoi da me Dario?>> dissi in un sussurro. Aveva uno sguardo determinato <<Voglio che mi ascolti, che mi guardi dritto negli occhi e capisca che non ti sto mentendo. Che da quando ti ho visto quella prima sera al locale non faccio che pensare a te, che la sera passata in tua compagnia è stata una delle più belle di tutta la mia vita; Che non riesco a dimenticarti, che ti sogno la notte, che vorrei stringerti ancora tra le braccia e vorrei baciare quelle labbra morbide e carnose>>
A quelle parole fui percorsa da mille brividi in tutto il corpo. Nessuno mi aveva mai detto certe cose o comunque non mi avevano mai provocato queste emozioni. Lo guardai intensamente negli occhi e vidi che era sincero. Un sorriso increspò le mie labbra e la tensione che si vedeva sul suo viso si allentò. <<E' davvero questo che pensi? Ti dico già che se hai intenzione di vedere altre ragazze di lasciarmi andare e di non farti sentire più...Non riuscirei a sopportare di doverti dividere con altre ragazze>> Mentre lo dicevo abbassai lo sguardo, ma lui mi costrinse a guardarlo nuovamente negli occhi e rispose. <<Non hai ancora capito che per me ci sei solo tu? Non so cosa tu mi abbia fatto, ma quando entro in una stanza e ci sei tu tutte le altre scompaiono, come se esistessi solo tu. Mi hai stregato>>
A quell'ultima frase risi. Io avevo stregato lui? Nemmeno Paolo era riuscito a farmi provare qualcosa. <<Io ti ho appena detto quello che provo per te, mi sono messo a nudo davanti a te e tu ridi di me?>> Sembrava un po' offeso <<No, scusa è che mi sembra una cosa un po' buffa, perché secondo me sei tu che mi hai stregato. Qualsiasi ragazzo che conosco, da quando ti ho incontrato, non è alla tua altezza e pensavo che sarei rimasta sola per sempre per colpa tua>>
Anche lui rise. Poi diventò serio. <<Ho bisogno di sapere una cosa...C'è stato qualcosa tra te e quel Paolo? >>
Vedevo che era serio, aveva bisogno di sapere la verità qualunque fosse stata.
<<Quella sera intendi?>>
Fece un cenno affermativo.
<<No, assolutamente. Paolo è stato il mio migliore amico del liceo, avevo una cotta per lui, ma tra noi non c'è mai stato niente a parte l'ultimo giorno di scuola in cui ci baciammo. Non lo vedevo d'allora e non mi ricordavo neppure che venisse a questa cena. Ma non appena l'ho visto, non ho provato le solite farfalle nello stomaco di quando ero al liceo, l'ho visto solo come il mio migliore amico. La mia mente, nonostante parlassi con lui, pensava a te e al fatto che ti avrei rivisto dopo la cena, poi però tutto è andato a rotoli, quando ti ho visto che ridevi e scherzavi con quella ragazza mi sono sentita ferita, allora ho bevuto un po' troppo e allora Paolo si è offerto di portarmi a casa. Siamo stati a parlare per un po', ma poi la sbronza era passata e sono andata a casa da sola.>>
<< E con i ragazzi che hai conosciuto quando sei andata da tua cugina?>>
<<I ragazzi?>> chiesi stranita, non capivo come facesse a saperlo, ma poi mi ricordai delle foto che mia cugina aveva pubblicato, dicendomi che così avrei fatto ingelosire Dario. Non ero convinta che funzionasse, ma invece ci aveva azzeccato ancora.
<<Sono amici di mia cugina e adesso anche miei. Non ti nascondo che qualcuno di loro mi ha chiesto di uscire>> lo vidi irrigidirsi <<ma non sono mai uscita con loro da sola, non erano loro che volevo>> finii la mia frase con un sussurro.
Mi fissava dritto negli occhi per vedere se avessi detto la verità o meno, quando capì che non mentivo sorrise, avvicinò il viso al mio, i nostri nasi si sfiorarono, le nostre bocche si toccarono e ci baciammo. Un bacio inizialmente lento e dolce, ma che si fece più profondo e carico di passione. In quel bacio c'era la speranza, la frustrazione, l'essersi ritrovati e chiariti. Quando ci staccammo ansimavamo entrambi. Le labbra erano gonfie, le toccai, sentivo lo stesso formicolio della prima volta. Sorrisi. Poi mi prese per mano e mi accompagnò sul letto, si sdraiò e mi tirò a se. Mi tenne stretta tra le sue braccia, la mia testa sul suo petto. Dopo un bel po' che eravamo lì decidemmo di scendere. Mi guardai allo specchio, sistemai i capelli e il vestito. Dario si mise dietro di me, mi abbracciò <<Sei bellissima, possiamo andare>> e mi fece l'occhiolino. Scendemmo al piano di sotto mano nella mano. Avevo un sorriso ebete stampato in faccia che non riuscivo a togliere. Arrivammo in salone dove c'erano tutti gli altri. Cloe e Giulia mi guardarono e sorrisero, erano contente che avessimo chiarito il malinteso. Mentre eravamo sdraiati sul letto chiesi a Dario cosa fece dopo che bevve tanto, me lo avevano raccontato Cloe e Giulia, mi disse che Greta si era avvicinata a lui e lo aveva accompagnato da Nick che lo ha accompagnato a casa. Gli credetti, non so perché, ma volevo credere che fosse la verità. Passammo il resto della serata abbracciati, ogni tanto ricevevo un bacio come se non volesse farmi dimenticare ciò che era successo e penso che sia stato anche il modo di Dario di dire a tutti che ero sua.

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L'estate che cambiò la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora