✎・twenty one・✎

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«Mi spieghi cosa ho fatto?»

«Hai mandato a puttane entrambi i nostri matrimoni, ecco che hai fatto!»

«Era solo un bacio!»

«Colten, io-»

«temi sia stato qualcos'altro?» alzò le sopracciglia scure, sorridendo malizioso.

«N-no...»

«Grace-»

«perché l'abbiamo fatto?» passò una mano tra i capelli, esasperata.

«Forse perché eravamo ubriachi»

«Già, forse... Sai, credo stiamo dando troppo peso a questa faccenda, è solo uno stupido bacio, non siamo più dei ragazzin-»

«O forse perché ti amo, Millie»

Sobbalzai, arrossii violentemente e sentii il mio cuore voler uscire dal petto.

L'aveva davvero detto?

«Stop!» udii l'urlo.

«Grace, Finn! Grace!» si schiaffò una mano in viso il regista.

Finn gli lanciò un occhiata annuendo appena, poi, il suo sguardo incontrò il mio.

Era rosso come non mai.

La mia gamba era scossa da un tremolio e il mio stomaco ribaltato.

"O forse perché ti amo, Millie"

Questa era la frase che si ripeteva in continuazione nella mia mente.

Riprovammo la scena, avevo il cuore in gola, cercai di calmarmi.

Quella volta pronunciò correttamente la battuta, e tirai un sospiro di sollievo.

"O forse perché ti amo, Millie"

Ormai la sua voce si riproduceva nella mia mente come un disco bloccato.

Grace lo guardò negli occhi, poi, scappò.

Tutto quello che riuscì a fare, fu scappare.

Cosa che feci anche io appena finite le riprese di quella scena, era già sera e mi rifiugiai nella roulotte, ancora incredula dell'accaduto.

"O forse perché ti amo, Millie"

Ero immersa in un mare di pensieri quando il riconoscibile e familiare bussare raggiunse le mie orecchie.

Presi un respiro, e mi alzai, andando ad aprire.

Finn era lì, bellissimo quanto lo era ogni giorno.

Il pallido chiarore della luna illuminava il suo viso candido in quella sgombra sera estiva, l'unica fonte di luce esterna era una lampadina di emergenza posizionata all'esterno della roulotte.

Come non amare i suoi ricci corvini, le sue labbra carnose e le sue piccole adorabili lentiggini.

«Millie, io...»

Lo lasciai entrare, e chiusi la porta alle mie spalle.

«è vero?»

Mi guardò negli occhi, aveva quell'espressione persa che riconoscevo, quell'espressione che compariva sul suo viso, ogni volta che i nostri sguardi si scontravano.

«quella battuta che hai sbagliato, prima?» continuai.

Secondi di silenzio.

Finn era rosso fino alle orecchie, come me, che ero abituata a sentirmi in quel modo ogni volta che gli rivolgevo la parola.

«non avrei voluto dirtelo in quel modo» balbettò, sorridendo lievemente.

«A me è piaciuto» sorridevo anche io.

«Potremmo essere una coppia?»

Silenzio, le nostre labbra appena inclinate verso l'alto.

«Per me è perfetto»

«non lo sarà mai quanto lo sei tu»

Le mie gote scottavano, sorrisi quasi nevroticamente.

Notò il mio imbarazzo, e mi abbracciò.

Lo guardai negli occhi, e non potei fare a meno di assecondare il suo viso che, lentamente, si avvicinava al mio.

Le nostre labbra si scontrarono in un perfetto mix di dolcezza ed imbarazzo, scoppiai in una risata, le mani cinte attorno al suo collo.

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E comunque sento che la mia vita abbia preso un senso quando ho visto questo ragionamento su instagram:

I am a city boy (Finn)
You are a city girl (Millie)
You date the city fool (Giacobbetto)

AIUTO

(Se non ci avete capito niente, ascoltate City Boy dei Calpurnia :))) )

Ah comunque volevo ringraziarvi per i commenti nel capitolo 19, davvero grazie, siete fin troppo teneri e gentili e mi date l'incentivo a continuare a scrivere, siete il ripagamento migliore che si possa desiderare ❤

actors [fillie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora