✎・six・✎

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Ritornai in scena a testa bassa.

Appena il mio lavoro terminò, corsi nella roulotte.

Mi gettai sul letto, e lasciai scivolare le lacrime sul mio viso, scossa dai singhiozzi.

Afferrai la collana, e con rabbia la gettai a terra, gli occhi rossi dal pianto.

Iniziai a tacere soltanto quando un rumore di bussi rimbombò sulla porta.

«Chi è?» chiesi.

«Ehi, Millie, sono io. Finn.»

Mi asciugai le lacrime.

«non mi devi nemmeno sfiorare. Non è così?»

«Millie, apri questa porta.»

Mi presentai all'uscio, e lo vidi.

«Millie!» entrò.
«Millie, perché piangi?» si chiuse la porta alle spalle.

Asciugai un'ultima lacrima fuggitiva con il palmo della mano.

«non sto piangendo»

«si, ed io sono alto quanto Jacob.»

Ci fu un secondo di silenzio, poi, scoppiai in una risata.

«Ehy» sussurrò.

«si?»

«é tutto ok?»

«certo. Perché, invece, non vai dalla tua ragazza?»

«é partita dieci minuti fa. Sua madre sta male, è andata da lei.»

«mi dispiace...» borbottai.

«e comunque non mi hai ancora detto che succede.»

«nulla di importante, davvero. Sono solo stanca, ho bisogno di riposare.»

Sobbalzai.

La porta dietro Finn, si spalancò.

Jacob sgranò gli occhi.

«ancora tu, lurido Wolfhard?»

«si, è il mio cognome, ma puoi chiamarmi Finn, davvero»

Si avvicinò pericolosamente.

«Ascoltami, Finn. Non sono qui per scherzare. Adesso lasci in pace quella puttana, e corri via, prima che ti succeda qualcosa di molto brutto»

Il corvino gli mollò uno schiaffo in pieno viso.
«Millie non è una puttana!»

Jacob ricambiò con un pugno.

«abbaia, cagnolino» sussurrò Finn, una goccia di sangue gli scorreva sul labbro.

«e tu fai cra cra» rispose l'altro.

«cra cra è quello che farà il tuo collo»

Presero a lottare nuovamente. Sembrava non sentissero le mie urla, che pregavano loro di smettere.

I due la finirono soltanto quando, con il viso sporco di sangue, degli uomini dell'equipe li separarono.

Le lacrime scorrevano nuovamente copiose dai miei occhi.

Li portarono in infermeria, li seguii con lo sguardo.

Quando si furono allontanati abbastanza, mi chiusi la porta alle spalle, e ricominciai a fare quello che avevo iniziato.

Mi gettai sul letto e piansi, le lacrime bagnavano le mie gote, vedevo sfocato.

I singhiozzi mi facevano sobbalzare, del sonno, non riuscivo a scorgerne nemmeno l'ombra.

Tutta quella confusione, in effetti, avrei soltanto voluto non vedere mai più Jacob Sartorius.

Ma non potevo mollarlo.

Non avrei potuto.

Deglutii.

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Due capitoli al giorno, vi vizio troppo

actors [fillie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora