Quel giorno Colten sterzò bruscamente.
Stava accelerano la velocità dell'auto.
Grace sobbalzò, spaventata.
«Che stai facendo?!» Urlò.
Lui non rispose, continuò ad accelerare lanciando sguardi allo specchietto retrovisore.
Anche la ragazza cercò di scorgere cosa li seguiva.
Il cuore in gola, la bocca semispalancata.
Riconosceva quei colori, e quel rumore in precedenza quasi non udibile che si avvicinava.
«Cole! Che cazzo succede!?»
«Zitta» sbottò, freddo.
«No! No! No, non sto zitta!» le lacrime agli occhi.
«Potrai aiutarmi solo tacendo!» urlò, in risposta.
«Cole...» sussurrò. Un filo di voce fleibile e tremolante.
Silenzio. Loro sentivano solo silenzio.
Le urla e le auto che spaventate sfrecciavano sull'asfalto erano lontane ed un appena udibile sottofondo.
Solo quel rumore, oramai alto rimbombava nelle orecchie di entrambi.
Il corvino guardava la strada, il volto impegnato quanto afflitto.
Poi, degli spari.
Grace riuscì a vedere l'espressione affaticata di Colten, che cercava di portare avanti l'automobile.
Ma oramai le ruote erano inutili, bucate.
La macchina rallentò, ed il battito della ragazza aumentò.
Ecco la sirena della polizia, oramai appena dietro di loro.
L'ultimo ricordo di Colten, per la bruna, fu lui, nella ricerca della disperata fuga, la mano sullo sportello.
Lei sganciò frettolosamente la cintura di sicurezza, guardandosi attorno.
Ma oramai la polizia era lì, davanti lui, lo bloccava e lui si dimenava.
E lei rimase lì, muta.
Muta, le lacrime scorrevano sulle gote, il respiro si faceva pesante.
«Colten» sussurrò, con quella stessa voce tremolante e fleibile, mentre il corvino entrava nell'auto dotata di sirena.
E non riuscì a capire più nulla, solo confusione, nella sua mente e nel suo cuore.
Confusione, borbottii, rumori, immagini, persone.
L'unica sua certezza erano le lacrime che copiose scorrevano dai suoi occhi.
«Non tel'aveva mai detto?» borbottii. Borbottii, voci lontane, perse la concezione del tempo, la coscienza.
«Sei al sicuro» sussurri.
«Puoi descriverci cosa ha fatto?» voci.
«Ascolta» una voce.
Si avvicinò.
«So che non è rassicurante, ma Colten Harris era ricercato per omicidio. Ma ora sei al sicuro, sei salva e non ti farà nulla»
Confusione.
Quello sarebbe stato l'ultimo giorno di riprese.
Sospirai.
Dopo una quarantina di giorni su quel set, mi sembrava quasi nostalgico.
Mi era sempre sembrato nostalgico, finire qualcosa.
La fine di riprese, la fine di una vacanza, la fine di una visita ad un'amica o la fine di un'amicizia stessa.
Se vi state chiedendo cosa succedeva in quel periodo, stava andando tutto alla grande.
Sembrava tra me e Finn andasse tutto bene, Jacob era stato denunciato e sarebbe sparito dalla mia vita.
Eppure uno stato di irrequietezza, come se potessi avvertire che tutto quello non sarebbe durato a lungo.
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Oggi ho rivisto gli ultimi episodi delle due stagioni di stranger things.
Non fatelo.
Mai.
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actors [fillie]
FanficMillie Bobby Brown è oramai una star internazionale, sono passati tre anni dall'ultimo incontro con Finn Wolfhard, nonché sua prima cotta. Non l'aveva dimenticato, il suo volto appariva nostagicalmente nei suoi ricordi, come un lontano pezzo di infa...