Capitolo 17: proiettili e coltelli

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Jeff POV

"Cosa ci fai qui?"

Udii una voce femminile, si poteva sentire che la ragazza a cui apparteneva quella voce era spaventata: il suo respiro era irregolare e si sentiva un leggero tossire che segnalava la presenza di una corsa appena terminata.

Non mi voltai, mi limitai a mettere una mano nella tasca della mia felpa, giusto quel poco per afferrare il manico del coltello, senza tirarlo fuori.

"Un passo falso e sparo" disse la ragazza.

Merda

Sudai freddo. Ero praticamente alle strette, non potevo fare nulla, un arma da fuoco era quello che temevo di più dato che, avendo un'arma da taglio, potevo agire solo con uno scontro ravvicinato.

"Alza le mani e voltati" e lì la paura si fece sentire, poteva benissimo essere una poliziotta, anche se sembrava troppo giovane, ma se lo era, ero fottuto.

Alzai le mani, lasciando il coltello nella tasca e mi voltai.
Un sospiro di sollievo si fece spazio nella stanza, non era uno sbirro, solo l'amica di Y/n.
Ma non dovevo abbassare la guardia, aveva pur sempre una pistola alla mano, poteva sparare in qualsiasi momento.

"Sei stato tu a portarmi via Y/n?" Chiese lei lasciando che una lacrima potesse scendere lungo la sua guancia.

Non risposi, mi limitai ad abbassare lo sguardo, indeciso sul dirgli di sì o no.

"RISPONDI!!!" urlò facendo partire un colpo, il quale mi sfiorò la guancia facendo cadere in rivolo di sangue su di essa.

"No" risposi abbassando le braccia e rimettendo le mani nelle tasche della mia amata felpa.

Un urlo disperato si sentì riccheggiare nella stanza, seguito da un tonfo: la ragazza si era accasciata a terra e aveva cominciato a piangere disperatamente.

"L'ho persa" diceva.
"Sono sola adesso" continuava
"Non voglio più vivere" si lamentava.

E in tutto questo, guardava l'oggetto che teneva tra le mani tremolanti, come se volesse fare qualcosa.
La ragazza fece un respiro profondo e si portò la pistola alla testa senza smettere di tremare, probabilmente la paura della morte e la tristezza avevano preso il sopravvento su di lei.
Si alzò in piedi, forse per prendere quel poco coraggio che rimaneva in lei e chiuse gli occhi.

Io nel frattempo stavo lì, immobile, impassibile, forse divertito dalla scena.
Poco mi importava di una misera ragazza che in questa storia non c'entrava un cazzo che si suicidava, all'inizio doveva morire lei per riuscire nel nostro intento... sarebbe comunque successo.

Ad un certo punto si sentì un rumore, come se qualcuno avesse colpito qualcosa, e la ragazza, di cui neanche sapevo il nome, cadde a terra inerme.

Alzai la testa e quello che vidi mi spiazzò: davanti ai miei occhi si trovava Y/n

Lo stato in cui si trovava era abbastanza pietoso: era scalza e i vestiti consistevano nella sua maglietta nera resa a brandelli che le copriva a malapena il petto e i jeans che aveva erano diventati corti perchè strappati.

La ferita che aveva allo stomaco causata dall'operazione che le aveva fatto dr. Smiley era guarita e cicatrizzata, stessa cosa per la ferita che aveva sul volto;
I capelli non erano più tinti ma di un solo colore, erano più lunghi e il ciuffo che le copriva di poco l'occhio arrivava fino al mento;
Gli occhi presentavano delle occhiaie spaventose e le labbra erano screpolate;
Era piena di lividi e tagli su tutto il corpo.

6 mesi era stata segregata e 10 mesi erano passati da quando è scappata.
Un anno ci è voluto per cambiarla così tanto, per farla diventare quello che è ora, non ricordo neanche come era la sua voce perchè per tutto questo tempo l'ho sentita ovattata o non l'ho sentita affatto.

Come potrei scordarmi di te? | Jeff The Killer ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora