Capitolo 23 - Linea Dritta

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N/A
Ho allegato una canzone che potrebbe aiutare a creare l'atmosfera
Canzone: Billie Eilish ft. Khalid - Lovely
Buona lettura~

JEFF POV

"Y/n sono io... Jeffrey"

Poco dopo aver cominciato a parlare, mi si smorzarono le parole in gola.

In quella stanza d'ospedale ormai non si sentiva più nient'altro che il battito del cuore della ragazza stesa di fronte a me, e probabilmente, se si fosse azzittito pure quello, si sarebbe sentito il mio di cuore che palpitava fortemente ad ogni respiro.
Il problema era che non palpitava per l'emozione, ma per la paura che il cuore della mia metà si fermasse in un qualsiasi momento.

Era ormai passato troppo tempo da quando la mia compagna d'avventure aveva smesso di riempire di gioia le mie giornate, da quando aveva smesso di riempirle di colori e musica.

Quel giorno lo ricordo bene, era il suo diciasettesimo compleanno e facemmo un incidente in moto, poco dopo aver festeggiato in piscina, dove io mi graffiai soltanto, mentre lei sbattè violentemente la testa sull'asfalto, finendo in coma.
È stata tutta colpa mia, tutta colpa del mio egoismo. Ancora oggi rimpiango di averla fatta salire con me su quella moto e non con Liu. Probabilmente, se non fossi stato così presuntuoso e così fottutamente innamorato di lei non sarebbe successo tutto questo, non saremmo stati in quella stanza d'ospedale per due anni.

Se solo la sorte avesse preso me e non lei... sarebbe stata di gran lunga meglio senza di me.

Guardai di nuovo la ragazza stesa sul letto, cercando di trattenere le lacrime: i suoi capelli erano cresciuti e il viso era di un pallore cadaverico, se non fosse stato per il rumore che emetteva il macchinario attaccato direttamente a lei, avrei pensato che fosse morta;
La sua mano era gelida e screpolata al tatto, però il pallore che aveva assunto faceva illudere che fosse liscia come la pelle di un bambino, lasciando però svanire quel pensiero appena si toccava la sua pelle ruvida come carta vetrata; 
Il suo viso era coperto per metà da una mascherina, la quale la aiutava a respirare, nascondendo, però, le sue labbra e il suo naso, di cui avevo quasi scordato forma e colore;
I suoi occhi erano chiusi e le sue lunghe ciglia le facevano assumere un qualcosa di principesco, di immaginario.

"Non ti azzardare a morire" sussurrai flebilmente mentre sentii il mio cuore spezzarsi ulteriormente al pensiero di lei che se ne andava.

Alzai lentamente le nostre mani, avvicinai il dorso della sua alle mie labbra e lasciai un leggero bacio su quella pelle bianca e ruvida che tanto amavo.

"Ti amo".

Il mio mormorio si disperse nell'aria fredda e monotona della stanza bianca, lasciando spazio ai miei respiri instabili dal pianto.

Quella sensazione di vuoto tra me e lei mi stava uccidendo giorno dopo giorno. Un vuoto impenetrabile dall'esterno, al quale solo lei poteva mettere fine.

Alzai la testa, con gli occhi lucidi che minacciavano di lasciar cadere infinite lacrime da un momento all'altro, quando sentii un rumore stridulo provenire dal macchinario: sul monitor era presente una linea dritta.

Il suo cuore aveva smesso di battere.

Mi alzai di soprassalto, lasciando che la sedia cadesse, emettendo un rumore assordante a contatto con il pavimento.

"No cazzo, non puoi morire!" urlai disperato, lasciando che le lacrime inondassero il mio viso e attirando probabilmente l'attenzione delle due signore che conversavano fuori dalla porta.

In quel momento mi ripassarono per la mente tutti i momenti passati in sua compagnia, quelli belli, quelli brutti, tutti, da quando la incontrai fino all'incidente avvenuto per colpa mia.

Già...

è stata tutta colpa mia...

Mi accasciai a piangere senza ritegno, poggiando la testa sul ventre della c/c e stringendomi al lenzuolo che la copriva in quella giornata d'estate.

"Mi dispiace, cazzo, mi dispiace. Non volevo ucciderti, è tutta colpa mia."

Sentii la porta della stanza aprirsi di colpo, ma non mi voltai a guardare chi fosse entrato. Sentivo che qualcuno mi stava parlando, ma tutti i suoni attorno a me erano ovattati dal pianto e l'unica cosa che riuscivo a sentire chiaramente era il suono di quel macchinario che segnava la morte della mia amata.

"Y/n..."

Ad un certo punto, venni strattonato violentemente dal letto da due paia di braccia forti e ritornai alla realtà.

"Lasciatemi andare! Lasciatemi ora!"

Urlai contrariato e cominciai a dimenarmi inutilmente, scalciando e muovendo il corpo irrefrenabilmente.

Nel frattempo, vidi che un dottore stava maneggiando abilmente il tipico macchinario da rianimazione, mentre le infermiere stavano privando Y/n di alcune delle sue vesti.

"Signorino, si calmi" mi disse uno degli infermieri che teneva saldo il mio braccio.

Io lo guardai di ricambio, con gli occhi gonfi e le guance bagnate dal pianto.

"Come può dire a qualcuno di calamrsi quando sta vedendo l'amore della sua vita morire davanti ai suoi occhi?! Ma ce l'ha il cervello?!" Urlai di ricambio, con la mente offuscata dai pensieri più negativi di questo mondo, continuando ad incolparmi per tutto quello che era accaduto.

"Jeffrey cosa succede?" Sentii una voce familiare arrivare da fuori dalla porta.
Alzai di scatto la testa e vidi mio fratello entrare nella stanza visibilmente ansioso e preoccupato.

Riuscii a liberarmi dalla presa dei due infermieri, e mi gettai verso di lui piangendo come non avevo mai fatto prima ad ora.

"L'ho uccisa, Liu! L'ho uccisa!" Dissi, mettendomi le mani tra i capelli.

"Jeff non sei stato tu ad uccid-"
"INVECE SI LIU! È TUTTA COLPA MIA!!!" Lo contrastai, accasciandomi a terra, sentendo la sua mano accarezzarmi dolcemente la schiena mentre continuava ad abbracciarmi.

Intanto, il dottore stava cercando di rianimare la ragazza dei miei sogni.

Tutto sembrava andare a rilento: i movimenti del dottore, Liu che mi parlava, le infermiere che davano una mano per quel che potevano, tutto. Bloccai il mio sguardo verso il dottore che dava un'altra scarica con il macchinario a Y/n, cercando di riportarla in vita.

Il tempo sembrava non scorrere.
Quanto era passato?
Quante scariche aveva dato?

Guardai di nuovo Liu, il quale era in lacrime, e lo abbracciai fortemente, ormai rassegnato.

L'avevo uccisa.

ANGOLO AUTRICE

Non sono riuscita ad iscrivermi ai Wattys quest'anno dato che non sono riuscita a farmi venire idee per la conclusione in tempo. Peccato, sarà per l'anno prossimo.

Comunque, siamo quasi giusti alla fine di questa storia. Vi giuro, ho faticato tantissimo a scriverla, soprattutto perchè ho cambiato modo di pensare, di scrivere e tanto altro.
Magari la prossima volta scriverò una storia romantica senza sangue, sbudellamenti, demoni e chi più ne metta, forse verranno capitoli più lunghi e non aspettero secoli perchè mi cenga l'ispirazione.
Sia chiaro, non sto dicendo che non sono più fan delle Creepy.

Non so per quanti capitoli farò ancora andare avanti la storia, sono pochi in ogni caso, ma è probabile che quando sarà finita, se mi verranno altre idee, scriverò dei capitoli extra.

Bye bye~

Lun_asia

Come potrei scordarmi di te? | Jeff The Killer ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora