J-Hope's POV
Stasera mi è toccato stare in vetrina ed io ODIO la vetrina: essere osservato da qualche depravato/a, dietro quel dannato vetro a specchio dove io non posso nemmeno guardarlo in faccia mentre si diverte a fare il tocco tra noi come fossimo giocattolini all'asta.
Inoltre, quando mi mettono in bella vista vengo sempre scelto: si, ok più soldi per me, ma certe sere non mi va proprio di fare la puttana per qualche maniaco, - si, sono per lo più uomini, ma anche le donne non ci scherzano, - e vorrei solo restarmene per conto mio, magari con una bottiglia di vodka, e un po' di musica per zittire i pensieri.
Quando sono dentro questa stanza mi deprimo ancora di più: vedere tutte queste facce desolate mi mette angoscia ma, ormai, ci ho fatto l'abitudine, inoltre ho una reputazione da mantenere. Io sono il pezzo forte, il prezzo più caro, - anche se comunque li tengono loro i soldi in più - io sono l'invulnerabile J-Hope: non possono vedermi crollare e, oltre tutto, non mi va nemmeno di farlo.
Questa è la mia casa, è il mio posto, la mia salvezza: loro mi hanno accolto, dato un tetto sulla testa ed un pasto caldo da consumare, sono la mia famiglia, ed è il minimo che io possa fare.
Ricordo ancora il giorno in cui mi hanno visto fare break dance, - tredici anni fa, - proprio tra queste strade zeppe di tossici e ubriaconi: avevo appena sedici anni, e vivevo di musica, di avanzi racimolati dalla spazzatura e di pochi spicci che la gente mi donava con le mie coreografie improvvisate.
"Ragazzo, ti va di ballare per noi?" mi disse un giorno Jin dopo vari mesi passati ad osservarmi e ad assicurarsi la mia fiducia. Parlava al plurale anche se era da solo.
Solo dopo anni capii che dietro di lui c'è un'intera organizzazione che gestisce questo posto: Jin fa solo da marionetta, come tutti noi altri, e da allora iniziai anch'io a parlare al plurale anche solo per riferirmi a Jin. Più volte ho chiesto di poter incontrare il capo, - lo chiamano "monster" per il grande impero che ha creato da solo e per le pratiche di terrore che ha esercitato per arrivare fin qui, - ma tutti i miei tentativi sono stati vani: solo Jin sembra avere dei contatti con lui, credo sia il suo informatore, la sua spalla destra.
Beh, è grazie al mio talento nel ballo che sono riuscito ad entrare nelle loro grazie e a non rimanere per strada a morire di freddo e di fame: qualsiasi cosa sarebbe stato meglio, anche fare la puttana.
Per sfogare la mia angoscia e la mia frustrazione nel vedere tutti questi visi affranti, decido di far partire il mini stereo, unico oggetto di questa stanza, e iniziare a ballare come se stessi dando uno spettacolo privato per la persona dietro il vetro, ammesso ci sia già un fortunato cliente che possa godersi i miei passi.
[E' consigliata la visione di questo video di un minuto prima di continuare anche perché rende meglio l'idea di un J-Hope dominante. AHAHHAH]
Giusto il tempo di una coreografia che la porta si apre.
<J-Hope, sei stato scelto> mi avvisa Jin facendomi un enorme sorriso compiaciuto: già, più soldi per il capo. Ci tiene a non deluderlo.
Raccolgo il cappellino per terra e, senza dire una parola, esco da quella stanza mentre mi sento gli occhi di tutti puntati addosso che mi osservano con ammirazione per il mio solito comportamento calmo e disinteressato.
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What do you want? | YoonMinSeok |
FanfictionE se, un giorno, a Yoongi crescesse il forte desiderio di essere sottomesso? ➤ Per un pubblico adulto. © Tutti i diritti riservati.