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Yoongi's POV

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Yoongi's POV

Jungkook. Ora il mio unico pensiero è Jungkook.

Prendo per i polsi i due ragazzi con l'intenzione di andare al parcheggio dove ci avrebbe dovuto aspettare il piccolo Kookie, ma Jimin oppone resistenza facendomi subito voltare.

«Che cazzo fai Jimin, dobbiamo andare a veder-» il moro però mi copre la bocca con la sua piccola mano zittendomi.

«Yoongi, abbassa la voce prima di tutto! E secondo non è prudente andare lì, potrebbero starci sorvegliando anche ora! Hai sentito Namjoon dentro? Ha nominato solo V, quindi il tuo amico non è implicato in tutto ciò»

Mi sorprendo come riesca sempre a leggermi nella mente e come sia sempre il più perspicace anche se è il maknae tra noi tre. Spero davvero, con tutto il cuore, che Kookie sia in salvo, non me lo perdonerei mai altrimenti!

«Andiamo a casa» interviene Hoseok a testa bassa, con voce tremante.

«Hobie non è colpa tua, capito?» dice Jimin scuotendolo un po' per le spalle «Risolveremo anche questa!» continua cercando un contatto visivo con lui.

«Sì, certo e di chi è la colpa, Jimin?» sbotto io alzando la voce: se solo non avesse spifferato tutto a quel barman da quattro soldi, ora già saremmo lontano da Seoul e da questa nazione.

«Non è il momento di fare polemiche, andiamocene!» ordina il piccolo non ammettendo repliche ed io mi obbligo a calmarmi, più che altro stare ancora nei paraggi di questo locale mi mette i brividi.

E' la sesta sigaretta che fumo nel giro di un'ora mentre il silenzio ora fa da padrone in questa casa, anche se ospita ben tre esseri umani dotati di parola. E' insopportabile tutto ciò, così fumo e cerco di non farmi prendere dal panico mentre penso al casino in cui ci siamo cacciati. Io sono solo un insegnante di musica, cazzo!

Jimin è seduto di fronte a me con la testa china sul tavolo da cucina e sembra spremere le meningi, Hoseok, invece, non fa che camminare avanti e indietro per tutta la stanza ed io mi incanto su come il fuoco stia bruciando la cartina della mia sigaretta.

«Puoi sederti, mi stai facendo girare la testa!» decido di spezzare il silenzio una volta buttato il mozzicone nel posa-cenere.

Hoseok si siede, continuando però a tremare con una gamba e i miei nervi si tendono ancora di più: mi sta decisamente trasmettendo tutto il suo nervosismo ed è seccante.

«Chiamiamo Jungkook» dice ad un tratto Jimin distraendomi dalla vista del piede di Hobie che sembra andare in tilt.

«Sarà sicuro?» chiedo io titubante.

«Sì, non credo possano intercettare le nostre chiamate, almeno non quelle mie e di Yoongi» detto questo si alza per prendere il mio cellulare e, componendo il numero, me lo porge.

«Tu sei suo amico» mi dice semplicemente.

Io, con il cuore a mille, aspetto che l'altro risponda: devi star bene Kookie.

"Yoongi, grazie al cielo, cos'è successo?" sentire la sua voce è fonte di rassicurazione per il mio animo.

«Kook! Lo dico io grazie al cielo, stai bene? Ti hanno fatto qualcosa?»

"No Yoon, ma cosa stai dicendo? Io vi ho aspettato al parcheggio fino a dieci minuti fa... dove siete?" mi chiede preoccupato ma anche un po' rilassato per averlo chiamato.

«Kook, Monster ci ha scoperti, e noi abbiamo scoperto lui in compenso: è il barista del locale!» guardo i miei due ragazzi con occhi lucidi e loro fanno altrettanto con me «Ci sta ricattando, dobbiamo andare a fare dei servizi con lui una volta a settimana altrimenti... » deglutisco mentre inizio a sudare freddo, come farò a dirgli di Taehyung?

"Yoon, oddio... il barista del locale? Che figlio di put- e come state? Dei servizi per lui? Yoongi, cazzo, Taehyung ci è andato qualche volta, ovviamente con Jin e non con Monster... ma aspetta, come vi ricatta? Vi sta sorvegliando?" troppe domande una dietro l'altra, rischio di impazzire.

«Kookie io... » non ce la faccio, un singhiozzo mi esce dalla bocca e scoppio in un pianto isterico senza il mio volere. Che mi sta succedendo? Sto diventando un debole.

"Hyung calmati, sistemeremo tutto capito?" la sua voce calda e, particolarmente roca, mi fa rilassare un po' ma decido comunque di passare la chiamata a Jimin: non l'avrei mai detto ma, in questa situazione, sembra abbia il sangue più freddo tra noi tre.

«Hey Jungkook, sono Jimin... sono contento che tu stia bene» prende parola il mio fidanzato moro mentre il rosso mi prende un mano per poi stringerla nella sua.

«Non so se possiamo incontrarci, ci sorvegliano e se ci vedono insieme potrebbero sospettare di te» continua Jimin con tono preoccupato; al ché si alza dalla sedia ed inizia a camminare per tutta la casa, annuendo di tanto in tanto.

Ora è talmente lontano che non riesco nemmeno a sentirlo, così decido di guardare Hobie che da almeno qualche minuto ha lo sguardo fisso su di me.

«Yoongi io... mi sento una merda, anzi lo sono» non l'ho mai visto così debole, è nella mia stessa situazione. Mi si stringe il cuore a vederlo torturarsi in questo modo ed io l'ho anche accusato, accecato dalla rabbia e dalla paura.

«No, Hobie! Non è colpa tua, mi dispiace per prima, questa situazione si sta facendo sempre più brutta, vorrei solo risolverla al più presto» sospiro per poi avvicinarmi al suo viso e lasciargli un casto bacio sulle labbra a forma di cuore.

«Sono un disastro, non ho nemmeno una persona fidata... perché ancora perdete tempo con me?» mi stringe ancora di più la mano ed il suo tono disperato mi fa intristire ed arrabbiare allo stesso momento.

«Smettila! Noi ti amiamo, sia io che Jimin. Non devi dire mai più una cosa del genere, capito?» vederlo così fragile mi da' un motivo per cacciare la forza dentro me e cercare di trasmettergliela.

«Ce la faremo» dico prendendogli il viso tra le mani.

«Ragazzi» ci richiama Jimin entrando nuovamente in cucina. La telefonata è terminata e la sua espressione è... preoccupata? Fiduciosa?

«Gli ho detto tutto, dai servizi ai ricatti... compreso il pericolo che incombe su Taehyung»

Davvero non riesco a decifrare il suo viso «Che ha detto? Come l'ha presa?» chiedo quasi disperato. Parla Jimin!

«Sta andando da lui al locale»

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