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"WHAT DO YOU WANT?"

Già, cosa voglio? Sembra che quella scritta, e quella porta, siano state messe apposta per me: è un chiaro invito ad entrare, non posso oppormi. Mi fiondo verso quella che sembra la mia unica salvezza, facendo a zig zag tra la folla intenta a ballare, urlare e strusciarsi e, una volta arrivato a destinazione, per qualche strano motivo mi sento insicuro.

Prendo un respiro profondo e busso.

Uno, due, tre, quattro, cinque secondi passano. Li conto nella mia mente ma nessuno sembra intenzionato a rispondermi: forse non hanno sentito. Decido allora di entrare e ciò che trovo mi sorprende, cioè io mi aspettavo un posto squallido con un'ammucchiata di persone pronte a soddisfarsi a vicenda, e invece vi è una stanza bianca con solo una scrivania marrone posta al centro, ed un uomo, vestito di bianco, intento a scrivere qualcosa su un foglio bianco, anche quello. Sono morto per caso? Devo fare il colloquio per accertarmi di poter entrare in paradiso?

Il ragazzo alza la testa verso di me e mi invita ad entrare con un cenno della mano ed un sorriso davvero coinvolgente. Ok, non sono sicuro di ciò che sto facendo in questo momento ma ormai non ho più il controllo delle mie azioni e mi ritrovo seduto di fronte il tizio dalle labbra carnose ed i capelli di un biondo platino, proprio come se fosse un angelo. Forse sono davvero morto.

<Ciao e benvenuto nella" dimora dei desideri"> mi porge la mano per poter stringere la mia, ed io ricambio la stretta <Dimmi tesoro, cosa posso fare per il tuo bel faccino?> mi dice con un tono al quanto effeminato. Sono nell'aldilà ed ho appena scoperto che gli angeli sono omosessuali, questa giornata non è poi così male.

<Beh, io, non..> mi sento un po' in imbarazzo: cosa vorrà intendere con "dimora dei desideri"?

<Oh, sei un novellino, come sei carino. Che sbadato che sono, non ti ho accolto come si deve> si alza mostrando la sua impressionante altezza, in confronto alla mia, ed il suo corpo snello, ma non troppo, dentro quell'abito in seta: è figo, lo devo ammettere. Sarà peccato fare certi pensieri su una divinità celeste?

<Seguimi, ti mostro la merce>

Merce?

L'uomo-angelo mi fa strada e, dopo aver attraversato un corridoio lungo non so quanti metri, arriviamo in una stanza con una tenda rossa. La mia espressione deve essere un misto tra paura, imbarazzo e curiosità perché il tipo dalle spalle larghe inizia a ridere guardandomi in faccia 

<Tesoro non ti mangio mica, stai tranquillo>

Io cerco di darmi un tono mentre lo vedo aprire quella tenda enorme quanto un sipario.

Un vetro a specchio. Lo capisco subito perché le persone all'interno di quella stanza, vuota di mobili, non si sono accorti di nulla, non si girano verso di noi ma continuano a farsi gli affari loro. C'è una ragazza seduta a terra, abbastanza in carne e dai tratti occidentali, - non saprei dire di quale Paese, - un'altra, invece molto magra, - credo sia coreana, - che non smette di camminare avanti e indietro, un cane che dorme, due bambini che singhiozzano in silenzio ed un ragazzo slanciato girato di spalle con un cappellino in testa. Mi incuriosisce: è l'unico calmo e rilassato, oltre il cane, in quella stanzetta che sembra avere tutto l'aspetto di un posto freddo e desolato.

<Manca solo "Cicciogrande" all'appello, che ora è con una donna a farsi fare un bel lavoretto di bocca> dice con un ghigno ma rimanendo sempre molto professionale, se si può definire tale un mestiere del genere. Mentre continua il suo discorso formale io non riesco a staccare gli occhi da dosso al ragazzo col cappello, che ora si è finalmente girato ed è rivolto nella mia direzione.

What do you want? | YoonMinSeok |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora