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Jungkook's POV

«Jimin, mi spieghi cosa sta succedendo? Perché Yoongi piange? Ci possiamo vedere?» chiedo ormai allarmato: sentire Yoongi in quello stato è straziante e preoccupante.

"Non so se possiamo incontrarci, ci sorvegliano e se ci vedono insieme potrebbero sospettare di te"  

«Allora dimmi per filo e per segno cosa è andato storto... come ha fatto Monster a scoprirvi?»

"Kookie, purtroppo Hoseok era molto amico del barista e gliel'ha detto... quindi fai due più due" mi risponde con voce tremante Jimin.

«E quindi ora dovete fare dei servizi per lui?»

"Sì, altrimenti moriremo e con noi anche... " si zittisce tutto ad un tratto. Anche... ? Aspetta un momento, hanno scoperto che Taehyung era coinvolto? No, non dirmi che...

«Taehyung? Taehyung è in pericolo?» urlo disperato.

"Kook, risolveremo questa cosa, faremo come ci ordinerà Namjoon" le sue parole ormai sono solo un brusio lontano poiché ora non riesco a sentire altro che la mia rabbia ed il mio panico.

«Devo andare da lui, subito!»

"No aspe-" non gli faccio nemmeno finire la frase che chiudo la chiamata e mi appresto ad andare nella dimora dei desideri. Oggi ho chiesto un permesso dal lavoro per poter aiutare quei tre idioti a scappare da qui e, per colpa della loro sbadataggine, mi ritrovo con Taehyung tra le grinfie di quei mostri: cazzo!

Ok, Jungkook, calmati e ragiona. Taehyung mi ha parlato spesso di quei servizi poiché lui in prima persona li ha dovuti effettuare per conto di quel pazzo maniaco di Monster, e non sono per niente una bella cosa: al solo pensiero mi si stringe il cuore e sento il sangue ribollire di rabbia nelle vene. Ed ora? Cosa avranno fatto a Tae per punirlo?

Entro nel locale cercando di non attirare l'attenzione su di me restando il più possibile calmo e mi fiondo nella dimora dei desideri; lì scorgo Jin scrivere qualcosa su dei fogli.

«Ciao, benvenuto nella "dimor-» si blocca non appena alza il capo «Uh sei tu Jungkook, è da tanto che non vieni qui» 

Sì, per non vedere la tua faccia di merda, finto essere celestiale!

«Uhm sì» dico grattandomi la nuca con il mio fare da bimbo innocente: so fingere anch'io, caro mio «Oggi ho preso una giornata libera proprio perché mi mancava questo ben di dio» sorrido mentre mi siedo di fronte a lui.

«Ah, hai fatto bene, una pausa ogni tanto fa sempre bene» dice mentre sistema quel mucchio di fogli in un cassetto «Allora, sai già cosa vuoi fare?» mi chiede incrociando le dita tra loro.

«Jin, io vorrei vedere quel ragazzo... uhm, come si chiamava?» fingo di pensarci su alzando gli occhi al cielo «Insomma quello con la frangia castana e le punte verdi» sorrido angelicamente.

«V? Ti sei preso una cotta, non è così?» ammicca divertito «Venivi sempre per lui, se non sbaglio»

«Eh si, solo che non ricordo mai il nome» sghignazzo mentre dentro mi sento bruciare.

«Quello che conta è la prestazione, non il nome» sorride malizioso. Mi fa vomitare.

«Sembri tanto piccolo ed innocente ma, in realtà, nascondi un animo perverso» ora ride istericamente ed io sono a poco dal perdere la pazienza.

«Sadomaso, come i vecchi tempi?» mi chiede una volta finito quel chiasso infernale che era la sua risata, ed io annuisco timidamente.

«Bene. Mi dispiace se non lo troverai in forma... » si alza dalla sedia e mi fa strada verso la camera di V «... oggi ha disobbedito ad alcuni ordini ed è stato punito a dovere»

Le lacrime le sento pizzicare negli occhi, così stringo i pugni e mi autocontrollo: ancora pochi minuti e potrai abbracciarlo, magari salvarlo.

«Beh, se deciderai di tornare te lo conserverò per la prossima volta, ok bellezza?» mi rivolge un ultimo sorriso prima di congedarmi e lasciarmi avanti la porta chiusa della sua camera con mille paranoie nella testa: cosa ti avranno fatto Tae?

Spalanco la porta e me lo ritrovo carponi, in boxer e con il solito guinzaglio attaccato al collare: è il modo in cui si deve presentare.

Mi fiondo di fronte al suo viso basso e, alzandoglielo, lo abbraccio forte senza nemmeno dargli il tempo di capire cosa sta succedendo.

«Tae, che ti hanno fatto?» chiedo continuando a tenerlo tra le braccia e, nel mentre, gli carezzo i capelli con una mano.

«Kookie... » la sua voce flebile e sofferente mi arriva alle orecchie lasciandomi senza fiato, e le sue mani ora stringono la mia schiena in cerca di protezione e sollievo. Delle lacrime iniziano a  bagnare l'incavo del mio collo ed un singhiozzo fa sussultare il ragazzo che ho tra le braccia: vieni qui, non stacchiamoci mai.

Dopo qualche minuto prendo il viso di Taehyung tra le mani e gli asciugo le lacrime con i pollici, poi gli stacco la catena dal collo e lo prendo in braccio. Lui si accuccia sul mio petto e, come un bambino, si lascia cullare mentre lo trascino sul letto dove lo adagio delicatamente in posizione fetale; al ché mi stendo anch'io sul letto, su di un fianco, e lo guardo tutto tremante con gli occhi chiusi e le mani giunte e strette al petto nudo: è impaurito, sofferente e stanco, maledettamente stanco.

Mi avvicino con le labbra ad un palpebra e, dopo averla baciata, gli cingo la vita con le braccia «Ora dormi, piccolo»

Tirando un sospiro un po' più profondo arresta il tremolio del suo corpo, e, tenendolo al sicuro sul mio petto, mi rilasso anch'io: finalmente ora può riposare.

Gli carezzo tutta la schiena con un tocco leggero, quasi impercettibile, e di tanto in tanto gli sussurro qualche parola dolce all'orecchio per evitargli gli incubi sempre in agguati.

Lo conosco dal primo giorno in cui ho messo piede qui dentro per lavorare: nel momento esatto in cui lo vidi crebbe in me la voglia di dargli una carezza, giusto per fargli provare qualcosa di diverso da tutti quegli schiaffi - metaforici e non - che prendeva. E così iniziai ad essere un suo cliente ma solo per parlargli, per conoscerlo, per ridere un po' insieme... non avrei mai voluto spaventarlo o violarlo, e non è tutt'ora mia intenzione.

Col tempo, - anni e anni per conquistare la sua fiducia, - siamo diventati amici e da allora non entrai più in questo posto squallido, ma una cosa ripromisi a me stesso: un giorno lo avrei tirato fuori da qui, lo avrei salvato e portato con me ovunque lui volesse andare. E' per questo che ancora lavoro come buttafuori e non mollo, lo faccio solo per lui, solo per stargli vicino il più possibile.

Chiudo gli occhi e finalmente anch'io riposo dopo essermi consumato tra rabbia, ansia e tristezza: ora che ho Tae tra le braccia, ora che so che è al sicuro, posso finalmente tirare un sospiro di sollievo ed abbandonarmi ad un sonno profondo.

What do you want? | YoonMinSeok |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora