19. Inviti e Regali

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"Quindi domani rivediamo quella parte, così la canzone sarà pronta" disse Jeff, prima di salutarci e andarsene, lasciandomi sola con Harry.

Ed eccola di nuovo: la sensazione di imbarazzo che avevo provato quella mattina, appena Harry aveva fatto il suo ingresso in quella stanza.
La presenza di Jeff mi aveva aiutata a non pensare ad Harry e al suo sguardo che aveva osservato ogni mio movimento per tutta la giornata.
La registrazione del singolo era andata bene, ma in certi momenti, a causa sua, mi distraevo, costretta dunque a fermarmi e a registrare dall'inizio. Dopo ciò che era accaduto in casa mia e dopo le parole di Niall, non riuscivo a restare sola con lui in una stanza.
Odiavo l'effetto che aveva sulle mie emozioni e sulla mia mente. Mi sentivo impotente perché ero incapace di resistere ai suoi occhi, alle sue labbra...a lui.

"Stasera ti riaccompagno io a casa" esordì, porgendomi il mio cappotto.

"E Paul?"

"Gli ho dato la serata libera, è il compleanno della moglie".

Paul mi aveva raccontato in macchina del compleanno della moglie, ma mi aveva anche spiegato che, a causa del lavoro, non avrebbero potuto festeggiare insieme. Inoltre doveva solo riaccompagnarmi a casa ed erano soltanto le 18:30. Avrebbe avuto tutta la serata per stare con la moglie, no?

Non dissi nulla, poiché non sapevo cosa aggiungere.
Entrambi ci dirigemmo all'ascensore, senza proferire parola.
Quel piano era sempre silenzioso e si poteva udire l'eco dei nostri passi.

Entrammo in ascensore ed Harry si poggiò contro la parete.
Feci il grande errore di posare gli occhi su di lui per pochi istanti. Era bellissimo, anche se aveva l'aria stanca. I capelli erano leggermente spettinati, la fronte corrucciata e stava guardando un punto fisso sul pavimento, perso in chissà quali pensieri, finché non guardò me.

Subito girai il volto verso le porte dell'ascensore. Sentivo le guance diventare sempre più calde. Odiavo arrossire a ogni suo gesto, ma ultimamente il mio corpo non sapeva reagire in nessun altro modo.

Lo sentii allontanarsi dalla parete e con un passo si avvicinò a me, facendo sfiorare le nostre braccia.

"Eppure siamo a dicembre" disse con voce più bassa del solito.

Ci misi qualche secondo a capire a cosa si stesse riferendo e, prima che potessi replicare, le porte dell'ascensore si aprirono ed Harry uscì.
Rimasi per qualche istante a bocca aperta, sorpresa dalle sue parole, ma appena notai l'ascensore richiudersi davanti ai miei occhi, subito mi affrettai a raggiungere il riccio.

Ci dirigemmo a passo svelto verso la sua auto e uscimmo dal parcheggio.
Fortunatamente, grazie a una terza uscita, non fummo assaliti da nessun paparazzo.

"Stasera hai da fare?" chiese, continuando a guardare la strada, impassibile.
Quella domanda mi aveva presa alla sprovvista.

"N-no" risposi, schiarendomi la voce. Sentivo abbastanza caldo in quella macchina e l'aria calda era spenta.

"Un mio caro amico ha organizzato una festa e ha insistito perché tu venga" spiegò.

"È qualche tuo amico famoso?" chiesi curiosa.

"Ti dico solo che è una serata elegante"

"A che ora è?" chiesi, accendendo il cellulare per vedere l'ora.

"Alle 11" rispose.

"Secondo te ce la faccio ad andare a fare un po' di shopping natalizio? Devo assolutamente comprare un regalo per Niall e Claire" dissi, fermandomi a pensare "e anche per tutta la mia famiglia" continuai.

▪G R E E N▪ {H.S} Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora