Capitolo 9

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Continuai ad urlare il suo nome ma non ebbi nessuna risposta.
"Lascia perdere Meg, non è di un buon umore e vuole stare da solo." Minho cercó di rassicurarmi mentre mi teneva il polso per non raggiungerlo.
"Minho ma io... devo vedere come sta... se succe..."
Il velocista mi interruppe: "No, è meglio per te e per lui."
Ero preoccupata, non volevo lasciarlo lì a soffrire per chissà quale motivo, ma Minho aveva ragione.
"Ma tu sai perché è così? C'eri anche tu nell'adunanza." Domandai.
"Si ma... non posso devo andare. Ci vediamo pivella!" Rispose allontanandosi salutando.
Sbuffai e andai nella mensa per cenare.

Frypan era dietro al bancone mentre serviva la pasta al sugo fumante che avevamo preparato quel pomeriggio.
Ne presi due porzioni, una per me e una per Newt: dovevo cercarlo.
Girai tutta la radura per trovarlo ma fallii miseramente. Sembrava essere scomparso, dissolto nel nulla.
L'unico posto che non avevo controllato erano le Facce Morte. Gli alberi alti e ombrosi, il silenzio terrificante e le tombe mi mettevano molta paura e per un momento sussultai e decisi di non andarci. Ma Newt aveva bisogno di qualcuno accanto, e quel qualcuno ero io.

Era lì seduto su un tronco a fissare il nulla davanti a sè.
Mi dava le spalle quindi non mi aveva vista. Camminai piano ma passai sopra un rametto rompendolo, e si accorse della mia presenza.
Giró la testa velocemente e dopo avermi osservata attentamente tornó alla posizione originaria.
"Ti avevo detto di lasciarmi in pace." Borbottó il ragazzo.
Non sembrava nemmeno lui: il viso spento, la posizione aggobbita, lo sguardo perso nell'oscurità del cimitero.
"Newt non potevo lasciarti solo. E ti ho portato la cena." Dissi porgendogli il piatto fumante.
"Non ho fame." Si ridusse a dire quelle misere tre parole, ma non mi arresi.
"Newt che succede? Ti prego dimmelo, ti posso aiutare. Non riesco a vederti così." Era vero. Non riuscivo a guardare il ragazzo in quello stato. E facevo fatica a credere che fosse la stessa persona che mi aveva accolta nella radura con il sorriso, lo stesso ragazzo spensierato, felice, divertente, sempre disponibile e altruista.
Non era lui. Era successo qualcosa di grave.
Mi sedetti affianco a lui appoggiando la schiena sul ruvido tronco.
Newt ancora non apriva bocca ma dovevo riuscirci.
Sentivo il suo respiro pesante e lento. Stava veramente male.
"Newt ti prego... che é successo nell'adunanza?" Riprovai.
Newt si giró lentamente verso me mostrandomi il volto rigato di lacrime illuminato in parte dalla poca luce lunare.
"È solo che... qui le persone sono pazze." Tornó a guardare davanti a sè. Decisi di osservare più attentamente cosa stava guardando: una tomba.
Mi alzai cautemente e lessi il nome sulla piccola lapide impolverata: George.
Chi era George? Cosa centrava con tutta questa storia?
Tornai seduta al suo fianco e domandai: "So che non te la senti di parlare ma non posso vederti così. Nessuno ci riesce ma tu sei forte. Dove è finito il ragazzo solare e sorridente?"
Fece una risata sarcastica "Quello non sono io, Meg. Io sono un cacchio di pivello depresso a cui questi caspio di creatori hanno rovinato la vita."
Era aggressivo adesso. Arrabbiato. Ma subito cambió di nuovo umore e tornó triste.
"Ho passato 3 anni in questo posto, non so nemmeno cosa c'è lì fuori, come è fatto il mondo." Continuó.
"Minho e Ben hanno trovato una nuova parte da esplorare. Forse troveremo un'uscita." Cercai di convincerlo.
"No Meg! No! Rimarremo chiusi per sempre qua! E sai perché? Quella sezione la conosco! Ero lì quando è stata scoperta. L'ho scoperta io. E George." Mi stava gridando contro. Era un velocista?
"Newt... eri un velocista?"
Sbuffó: "Si lo ero. E guarda come mi sono ridotto."
Annuii. Non credevo che Newt fosse un velocista.
"Chi era George?" Chiesi dolcemente, avevo paura di toccare il tasto dolente della sua tristezza.
Chiuse gli occhi e inizió a raccontare: "Un giorno io e George decidemmo di andare a perlustrare il Labirinto. Imboccammo una strada sbagliata al ritorno e ci perdemmo; a quel tempo il Labirinto era poco esplorato, si contavano solo 5 sezioni su...6, adesso 7. Scoprimmo una nuova sezione infatti: la sezione 7, non avevamo ancora trovato la 6.
Non siamo mai riusciti ad entrare e cercare una via di fuga perché un grosso dolente ci colse di sorpresa e ci attaccó." Fece una pausa e riaprì gli occhi guardandomi.
"Corremmo. Corremmo più veloce che potevamo e mancavano anche pochi minuti alla chiusura delle porte. Ma non andó molto bene. George venne preso. Catturato e poi fatto a brandelli da quel mostro meccanico. Riuscii ad arrivare nella radura in tempo ma George non c'era piu. Era il mio migliore amico. Ed era anche arrivato nella radura solo 4 mesi prima. Io invece da 1 anno, quello che doveva morire ero io, non lui. Alby e gli altri intendenti decisero di non dire niente a proposito di ció che era successo. Tranne oggi." Sospiró pesantemente.
Io ero lì immobile a guardarlo mentre i miei occhi si riempivano di lacrime e la sua figura diventava sempre più sfocata.
"Minho si é messo in testa di doverla eslporare e anche Alby è d'accordo. Io mi sono opposto ma quei pive hanno detto che sono più esperti di me e George perché 2 anni fa non si conosceva tutto il Labirinto. Minho e Ben sono molto determinati. Vogliono andare lì la mattina presto e cercare qualcosa. Domani faremo le votazioni per vedere chi è a favore e chi no." Concluse il ragazzo.
Raccontarmi tutto ció lo aiutó, non era più pallido e non piangeva più.
Mi asciugai le lacrime, i miei occhi erano rossi e le guance calde. Stavo per aprire bocca ma mi interruppe.
"Non meritano di morire altre persone innocenti Meg. Non posso permetterlo. Non posso permettermi di perdere altri amici cari. Devo imperdirlo."
Lo guardai smettendo finalmente di piangere e feci forza per far uscire la voce.
"Newt io ti capisco... ma potremo seriamente andarcene. Se uniamo le forze riusciremo ad uscire, me lo sento." Dissi appoggiando una mano sulla sua spalla e accarezzandola.
Scosse la testa: "No Meg no! Non riusciremo mai ad uscire mai. È per questo che ho fatto quella cosa." Dall'espressione che gli era comparsa in volta si capiva che non voleva pronunciare quelle parole. Ma ormai la curiosità mi stava mangiando il cervello e il cuore.
Ormai io e la curiosità eravamo una cosa sola.
"Cosa hai fatto?" Chiesi preoccupata.
"Niente dimentica ciò che ho detto." Rispose Newt freddamente.
"Newt... io..." mi interruppe per la seconda volta. Ma perché mi interrompe sempre! Che gusto ha? Pensai sbuffando.
"No. Lascia stare. So che sei curiosa e che lo fai solo per farmi star bene. Ma tieniti dentro la curiosità pivella. È una brutta bestia."
Annuii solamente. Aveva ragione, troppe domande e troppa verità gli avrebbe fatto male. Già che non stava bene, rischiavo di complicare solamente le cose.
"Volevo solo dirti che mi dispiace per tutto. Adesso ci sono io per te, qualunque cosa hai bisogno chiedi a me. Sono le stesse cose che tu mi hai detto quando sono arrivata. Ci conosciamo solo da due giorni e già mi sento unita a te. Newt sei il primo vero amico che io ricordi. Non voglio perderti. Adesso mangia, sei pallido e senza forze. E poi non vorresti assaggiare questa specialità della sottoscritta?" Dissi progendogli il piatto con il sorriso.
Lo prese e sorrise. Finalmente. Dio mi mancava quel sorriso.
"Grazie Meg. Grazie di tutto." Disse per poi infilzare la pasta con la forchetta e portarsela alla bocca, gustandola.

Finimmo la pasta in fretta e tornammo nella radura dagli altri. Nessuno sembrava essere felice o fare qualsiasi cosa oltre che stare stesi per terra o dormire.
Che stava succedendo ai radurai?
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Ciao pivelli!
Lo so lo so, mi state odiando per questi ultimi momenti di suspence.
Ma sono malvagiah e adoroh vedere le vostre reazioni.
Ditemi se mi piace! E non scordatevi la stellina💓
Approposito. Seguitemi su Instagram: fede_dimarzo
Musically: federicadimarzo2003
Grazie!❤
-fededima14

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