Il sole era al crepuscolo, le ombre degli alberi ormai erano completamente dissolte dalla forte luce calda che le sovrastava da poco dietro la cunetta di terra e roccia dalla quale scendeva il ruscello. La vegetazione da verde e marrone quale era, tinta dei colori del tramonto, si riempì di rosso e arancione. L'acqua da trasparente e scrosciante diventò uno specchio per i raggi che vi si tuffavano, rendendola brillante e viva. Izzi osservava lo spettacolo seduta dentro un tronco cavo con il suo piccolo cigno di vetro in mano. Era un po infreddolita e ormai erano ore che attendeva il ritorno di Fibi, eppure di lei nemmeno l'ombra, nemmeno il verso del falco che la accompagnava. La bimba guardava con occhi spalancati i giochi di luce nel ruscello quando le parse si muovesse qualcosa nell'acqua, come un lampo, si stropicciò gli occhi e nulla.
"Sarà stata solo una mia impressione..." pensò.
Sistemò la piccola statua in una tasca alta dello zaino, si raccolse le ginocchia al petto e guardò verso il sole che ormai stava balenando gli ultimi raggi fiammeggianti prima di essere inghiottito dal cielo notturno. Un senso di sconforto la colse all'improvviso a quella visione, le sembrò che il sole morisse in quell'attimo, che l'oscurità avrebbe fatto capolino senza se e senza ma, senza chiedere il permesso a nessuno, senza tener conto di lei, sola, nel bosco. Qualcosa le pizzicò il sedere, si alzò velocemente, si girò verso dove era seduta massaggiandosi la parte lesa e notò, con la coda dell'occhio, nella frazione di un secondo, un funghetto scuro che molto velocemente scomparve. Ancora una volta spalancò gli occhi dallo stupore e si inginocchiò di fronte al tronco cavo cercando tracce del passaggio del piccolo essere. Tastando il legno percepì un buco, nella parte più profonda e buia del tronco, provò a infilarci un dito e sentì che era profondo e liscio, come se fosse una galleria.
Una folata di vento notturno si alzò e Izzi si strinse nelle spalle battendo i denti. Il bosco iniziava a diventare davvero umido, il freddo le penetrava nelle ossa senza che lei potesse fare nulla; quando alla piccola venne un'idea "Ma perché devo rimanere qui a gelarmi? Mi basterebbe un maglione pesante e un sacco a pelo per stare meglio."
Fissò il suo zainetto un paio di minuti, notandolo gonfio, lo aprì e al suo interno vi trovò proprio quello di cui aveva bisogno, maglione e sacco a pelo. Sapeva che era stata lei farli apparire, così come i biscotti della mattina, li aveva immaginati e sono arrivati.
Era ormai da quasi un anno che la bimba aveva iniziato a sviluppare la capacità di fare apparire qualsiasi cosa desiderasse; le bastava immaginare esattamente come doveva essere, che profumo, gusto e consistenza avrebbe dovuto avere e come per magia, appariva. Non si è mai chiesta il motivo di questa stranezza, semplicemente la viveva giorno per giorno, nel momento del bisogno, ne aveva parlato solo con la sua migliore amica Hellen poiché i suoi genitori erano già troppo occupati e sempre assenti per accorgersi di nuovi oggetti apparsi per casa da un momento all'altro.
La bimba si infilò il maglione, sistemò il sacco a pelo nel tronco dalla quale era saltata via poco prima, prese un pugno di more da una siepe vicina e si sistemò della tana con il fedele zainetto appresso. Ingannando l'attesta, mangiando i frutti, osservava il ruscello, si guardava intorno alla ricerca di quell'esserino strano che l'aveva fatta sobbalzare ma sembrava che tutto il bosco si stesse assopendo e così anche lei fece lentamente.
Un botto la svegliò nel cuore della notte, sentì un forte vociare, bambini che urlavano piangendo disperati, uomini e donne che gridavano comandi:
-Prendeteli!-
-Devono venire tutti con noi.-
-Qui c'è un ruscello!-
Izzi venne pietrificicata dal terrore, li sentiva alle sue spalle, si sentiva in trappola. Fissando davanti a se il cielo notò che la luna era di un intenso azzurro e i suoi raggi balenavano e venivano riflessi sul piccolo ruscello nel quale ora, nuotavano molte saette di luce, correvano impazzite e frenetiche.
Un uomo vestito di nero con cappuccio a coprirgli la testa apparve alla sua destra, anche egli fissava la luna, la bambina per un momento smise di respirare.
-Andiamocene, stanno arrivando...-
E così dicendo l'uomo si voltò e torno nella direzione da cui era venuto. Le grida si quietarono, il bosco torno tranquillo e Izzi lentamente decise di uscire dal nascondiglio. Le saette di luce d'un tratto si fermarono.
Una di esse uscì dall'acqua con un piccolo guizzo e da saetta diventò un piccolo globo di luce azzurro, si fermò a qualche metro dal volto della bambina e parlò con voce gentile e soave di donna:
-Ciao, piccola.-
-Ciao... Ma tu... cosa saresti?...- rispose ancora visibilmente scossa Izzi.
-Sono una fata, come quelle dei racconti. Sei una bambina fortunata ad esserti nascosta proprio qui. Quelle ombre hanno paura di noi, forse ancora per qualche tempo l'avranno. -
-Mi... mi puoi aiutare?... Voglio raggiungere un'amica, lei mi ha portato qui.-
La bimba vide che anche le altre luci si erano alzate dall'acqua e fluttuavano come fantasmi nel bosco in direzioni diverse, lentamente.
-Tu sei qui, sei stata salvata da colei che ti ha fatto giungere in questo luogo magico, io a partire da questo momento sarò la tua fata custode, la Luna Blu ci ha fatto incontrare per un motivo e nel suo nome raccolgo il mio destino e chiedo una forma terreste per poter proseguire il cammino al tuo fianco.-
Così dicendo il globo luminoso venne colpito da un raggio di luce lunare, la luce si affievolì e Izzi poté perfettamente vedere una piccola figura umana, grande come un palmo della sua mano, di pelle azzurra con ali di libellula e occhi grandi e scuri.
-Mi chiamo Laria. Consiglio di andare nella direzione in cui è andata la tua amica tanto per cominciare. Ora che la Luna è alta e il bosco è già stato violato, questo è un luogo sicuro. Le mie compagne cercheranno altri bambini scampati alla retata delle ombre fino al giungere dell'alba, ci proteggeranno lungo il percorso di questa notte e penso non saranno le uniche a farlo...-
La fata fece una giravolta e indicò a Izzi un gruppo di funghetti che si muovevano verso il ruscello. Quegli esserini si tolsero la cupola da fungo dalla testa per poter bere l'acqua illuminata dalla luce della luna e la bambina li identificò subito come gnomi. Ricordò le storie che quando era piccola la mamma le leggeva sulle creature magiche dei boschi che insieme agli animali vivevano pacifici e in armonia, erano solo diffidenti e alcuni dispettosi, collegò l'accaduto del pizzicotto sul sedere con l'immagine di uno gnomo infastidito e sorrise.
-Vogliamo andare?- esortò la fata.
-Io sono Izzi, grazie di tutto.-
La fata fece un inchino e insieme alla bambina iniziarono a camminare nella direzione che Fibi del pomeriggio aveva intrapreso.
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Blue Light Moon
FantasyIl destino di più di un mondo che annega nell'Oscurità è nelle mani di tre bambini nati dalla Luce.