Dopo l'inerpicata salita sui grandi gradini del tempio principale del monastero, davanti agli occhi di Izzi, apparve una possente porta con due ante di legno intagliato, vi avevano scritto grandi lettere che la bambina non riusciva a riconoscere e, tutt'intorno, il bordo della porta era ornato di un mosaico colorato.
-Vi prego di fare silenzio quando aprirò questa porta, per noi è un luogo di culto, il Gran Maestro vi riceverà al suo interno, ma fino a quando egli non vi rivolgerà la parola voi non dite nulla. Fanciulla ti chiedo anche di toglierti le scarpe e di tenerle in mano, ti fornirò io appena entrati dei sandali. Grazie.-
E così dicendo il monaco con la toga arancione spalancò le pesanti ante. Davanti alle due visitatrici apparì una lunghissima stanza, con otto colonne che sorreggevano il peso dell'alto soffitto decorato con simboli e pitture. Alle pareti erano appesi molti arazzi con immagini e simboli che la bambina non aveva mai visto, il pavimento di legno era coperto di cuscini piatti posti a distanza simmetrica l'uno dall'altro. Infondo alla stanza un uomo vestito con una toga rossa, con capelli corti così come li portavano tutti i monaci di quel luogo incantato. Egli stava recitando una nenia facendo un suono particolare con un oggetto metallico a forma concava, a Izzi ricordò vagamente il suono della campana che aveva udito dalla radura, era solo meno intenso. A fianco a lui una ragazza, seduta sulle ginocchia con una lunga coda alta, teneva tra le mani un bastoncino d'incenso creando cerchi con movimenti lenti di fronte alla grande statua verso cui erano rivolti.
Izzi trattenne a stento un urlo di gioia, aveva riconosciuto quella ragazza, era proprio Fibi. Il monaco accompagnatore porse alla bambina le calzature adatte per quel luogo, fece fare loro qualche passo a lato della stanza per richiudere il portone e insieme si cambiarono i calzari lasciando le scarpe sporche vicino all'entrata. L'uomo fece ancora una volta il segno del silenzio e con un dito fece loro capire di rimanere in disparte.
Finita la preghiera il monaco in arancio fece un inchino profondo verso la statua e si mise seduto a pregare in silenzio su uno dei cuscini appoggiati a terra. Le due persone vestite di rosso appoggiarono ciò che avevano in mano, ringraziarono con mani giunte la statua e si congedarono a essa sorridendo.
Finalmente Izzi potè vedere Fibi in volto, entrambe con stupore si sorrisero, il Gran Maestro non era un uomo particolarmente anziano ma il suo volto ricordava alla bambina quello di suo padre, il sorrido caldo e gentile che aveva fatto a lei e alla fata le fece ritornare in mente bei ricordi. L'uomo fece cenno alle visitatrici di seguirlo in un'altra stanza, le portò alla cucine.
-Finalmente ti abbiamo trovata!- gridò entusiasta Izzi
-Non sono in un luogo introvabile ma la via per arrivare fino a qui è pericolosa con tutte quelle brutte persone in giro.- rispose Fibi ma il maestro la ammonì dicendo:
-Non sono persone, non più ormai... Sono ombre. La loro energia oscura si percepisce fino a qui e tu dovresti sentirla.-
-Si maestro... Percepisco molto di più l'energia luminosa di voi fate.- continuò la ragazza sorridendo a Laria. La piccola fatina la ringraziò le disse il suo nome contraccambiando il sorriso.
Il Gran Maestro sentendo il borbottio dello stomaco della piccola visitatrice umana chiese a Fibi di preparare qualcosa di veloce così che potesse ristorarsi mentre lui e la fata sarebbero andati a parlare in un'altra stanza. La ragazza obbedì e congedandosi con gentilezza il monaco condusse la fata in un piccolo salotto nel quale una teiera di terra cotta era stata messa in caldo pronta per riceve ospiti.
I due si sedettero, la fata data la sua minutezza preferì il bordo della tazza rispetto che al cuscino, dopo aver versato il proprio tè il maestro cominciò a parlare:
-Cara fatina conosco il motivo per cui sei qui, purtroppo non siamo in circostanze felici...-
-Ha ragione maestro, ho trovato la bambina nel bosco, io e le mie compagne l'abbiamo salvata da una retata delle ombre. Purtroppo non abbiamo potuto fare lo stesso con tanti altri piccoli.-
-Non fartene una colpa mia cara, in questo mondo non avete tutto il potere di cui disponete, so che questa luna non è per voi fonte di energia come la vostra Luna Blu.-
-Maestro ma lei conosce il mio mondo? Come?-
-Da ragazzo vi entrai per errore, è stato come un sogno ma quando incontrai la regina Elora tutto prese significato, lei mi spinse a continuare il mio viaggio di illuminazione e a diventare la persona che sono oggi. Tutto questo è accaduto molto prima che arrivassero le ombre però.-
La fata piegò le ali come fossero un mantello e si coprì le spalle.
-Sa, ora, dall'altra parte è molto peggio che qui. La Dea si è ammalata, la saggia e veggente regina Elora è nascosta agli occhi del nemico ma non posso sapere per quanto tempo resisterà il suo anonimato. Al sorgere di ogni sole di questo mondo io facevo ritorno a casa senza un motivo reale... Ormai la luce si sta spegnendo...-
-Calmati piccola creatura.- rispose dolcemente il Gran Maestro -Io penso di sapere come far tornare un po di luce in questo e nel vostro mondo.-
La fata lo guardò con i suoi grandi occhi con aria interrogativa ma la conversazione fu interrotta bruscamente da un fragoroso baccano di pentole e tegami che cadevano a terra nella stanza adiacente. I due si alzarono e corsero nelle cucine, la prima cosa che videro fu una grassoccio maialino che correva intorno al tavolo e per tutta la stanza e Fibi che cercava di acchiapparlo.
Il maestro fece una piccola risata mentre la fata era sconcertata, dov'era finita Izzi in mezzo a quel trambusto?
-Fibi ti prego riportala al suo stato naturale.- così dicendo il Maestro con un balzo parò la via di fuga la maialino, la ragazza chiuse gli occhi e pochi istanti dopo al posto del suinetto apparve la piccola Izzi a carponi, di risposta al dispetto della ragazza che aveva iniziato a ridere fragorosamente dell'avventura la bambina fece apparire sul tavolo una torta colma di panna e la andò a sbattere sulla faccia di Fibi per vendetta.
Ridendo il monaco si rivolse alla fata dicendo: -Vedi mia cara è questo che intendevo prima come soluzione! Questa è pura Luce!-
Laria a bocca aperta e tremolante riuscì a dire solo poche parole: -La leggenda è vera... Sono loro... Hanno... hanno dei poteri!-

STAI LEGGENDO
Blue Light Moon
FantastikIl destino di più di un mondo che annega nell'Oscurità è nelle mani di tre bambini nati dalla Luce.