Pensieri

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Il tempo sembrò scivolare velocemente nel mondo fatato. Nel campo dei sopravvissuti aleggiava gioia e fermento, tutte le creature magiche; gnomi, fate ma anche folletti e borbilli, che non erano del tutto amichevoli con gli estranei, si radunarono sulle sponde del lago vicino ai tre ragazzi umani.

Finalmente le tre anime di pure luce erano di nuovo insieme per poter sconfiggere il male.

Il ragazzo, da poco recuperato dal ventre del nemico dalla fata guardiana, si svegliò a causa del brusio delle creature che pian piano, incuriosite, si radunarono attorno a lui.

Osservò attentamente chi gli stava intorno e, oltre a creature luminose, piccoli funghi mobili, creature dalla pelle verdastra e strani topi giganti, notò una ragazza di circa sedici anni e una bambina, di volto famigliare, di circa dodici.

Una fata, meno luminosa delle altre ma con forma fisica più umana, si avvicinò al volto e dolcemente gli disse:

-Stai meglio ora? Puoi alzarti?-

Il ragazzo iniziò a muovere mani, piedi, gambe, braccia e con uno sforzo immane si mise a sedere. Tutto il corpo era indolenzito e pieno di lividi, ogni movimento costava dolore e sofferenza, i muscoli erano atrofizzati, come se non si fossero mossi per molto, moltissimo tempo.

-Come ti chiami?- chiese la ragazza più grande

-Vi...- anche la voce era roca e sgradevole, le corde vocali vibrando, causavano fitte doloranti alla gola del ragazzo. Dopo aver bevuto un sorso di una sostanza bianca e lattigginosa che gli porse la fata, si sentì meglio e con tutta la forza che aveva in corpo disse:

-Vic...tor...-

La fata e la ragazza più grande sorrisero e si presentarono amichevolmente.

La bambina dai capelli rossi era il personaggio più enigmatico di quel luogo per Victor, il volto gli era così famigliare che gli ricordava un nome. Indicandola con il dito indice, sinistro e scarno, disse meno faticosamente di prima:

-Izzi.-

La ragazzina arrossì e con i grandi occhi squadrò il ragazzo.

-Come fai a conoscermi?-

Victor sorrise amichevolmente, voleva dirle che l'ha conosciuta attraverso il suo lungo sogno, ma non aveva ulteriore forza per parlare.

Un'altra fata dalla luce pallida, seguita da una schiera di luci brillanti e bianche, si avvicinò al piccolo gruppo.

-Io sono Elora, la regina delle fate e custode del piccolo popolo. In questo giorno glorioso parlerò per la Dea Luna, esprimendo la sua volontà, dichiarando: le tre entità di pura luce sono finalmente riunite!-

Un folle grido di gioia si levò dal campo. La speranza ardeva nei corpi di tutti quegli esseri i quali iniziarono a danzare e a cantare festosamente intorno al trio di ragazzi.

Victor guardò intensamente quella festa e un calore profondo gli attraversò il cuore, eppure si strinse nelle spalle ossute poiché, a torso nudo in quella notte perenne iniziava a fare freddo.

La piccola Izzi studiando il ragazzo notò i brividi sulla pelle e con i propri poteri fece apparire un paio di mutante, una paio di pantaloni, una canottiera e un maglione. Appoggiò la calda mano sulla spalla gelida e livida del ragazzo per chiamarlo.

Victor si girò sentendo il contatto.

Izzi, con viso corrucciato, disse:

-Mettiti questi o morirai di freddo.-

Il ragazzo fece una piccola risata gracidante e si vestì rapidamente sotto la coperta. Una volta pronto porse le mani ad Izzi chiedendole, con questo gesto di aiutarlo, ad alzarsi. La bambina un po impacciata si alzò pronta a sollevarlo ma notò i piedi, nudi e bianchi, quasi violacei dal freddo così:

Blue Light MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora