Capitolo 25

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Certo che sta mattina è proprio strano svegliarmi nel mio letto in casa mia, poco prima di aprire gli occhi le mie mani lo cercano ma trovo solo un posto vuoto e poi mi ricondo che non sono nel nostro letto e nella nostra città.

Quelle lacrime che sto trattenendo da ieri pomeriggio quando sono scappato da Roma stanno arrivando e allora mi concedo di piangere perché mi manca perché sono uno stupido e non ho parlato con lui ma sono scappato io che ho sempre affrontato tutto questa volta non mi sono sentito all altezza della situazione.

E vero che nel ultimo periodo non abbiamo avuto un momento per noi però ogni giorno mi veniva spontaneo di dirgli che lo amavo ho cercato di dirlo con le parole ma anche con i piccoli gesti e comunque mi manca passare ogni singolo momento della giornata con lui, io ho capito la scelta di Mario lo ha fatto per me ma lui non ha nemmeno mai voluto che il pomeriggio andassi a vedere le prove.

Ho sbagliato anche io e forse tanto perché non ho parlato con lui del fatto che mi sono sempre più sentito messo da parte dalla sua vita, poi c'è sempre il fatto che non abbiamo mai parlato del nostro rapporto certo lo so che tra di noi c'è un sentimento ma con lui mi sento un quindicenne vorrei avere un giorno per noi il anniversario che ogni mese nonostante tutti i nostri impegni quel giorno lo dobbiamo passare insieme.

Io vorrei sapere se anche Mario sente che ci apparteniamo fin dalla prima volta che i nostri occhi si sono incrociati a casa sua, o la prima volta che ci siamo baciati o la prima volta che abbiamo fatto l'amore. Se lo chiedete a me ho sentito di appertenere a lui la prima volta che i  nostri occhi si sono incrociati sia quella volta nel mio bar ma avevo troppe cose per la testa per capirlo ma quando lo visto a Roma quella sera ho capito che gli avevo già regalato un pezzo del mio cuore quello che ora è lì con lui spero che capisca che ho bisogno di un paio di giorni per stare da solo tra i miei affetti per tornare più forte da lui.

Di solito sono io quello che da forza è per questo che mi sono sentito impotente mi vergognavo di chiedere conferme o semplici spiegazioni.

La goccia che ha fatto traboccare il mio vaso delle incertezze è stato ieri dopo già un paio di notti che dormiamo nello stesso letto ma distanti e un saluto fugace perché dovevamo uscire presto per andare ai nostri rispettivi impegni ma ieri era anche un giorno importante per me dovevo dare il mio primo esame al università e lui se ne è dimenticato e ieri poi non lo sentito tutto il giorno e quando sono arrivato a casa senza farmi sentire mi sono ritrovato ad ascoltare una conversazione tra Clarissa e Federico che stavano parlando di Alessandro il coreografo dello spettacolo di Mario quello odioso che mi prendeva per stupido non lo mai visto ma solo sentire la sua voce mi irrita.

Mentre li sentivo parlare mi domandavo cosa centra Alessandro con Mario, lui mi ha detto che non si era mai innamorato ma da quello che ho capito in passato hanno avuto un certo rapporto da come parlava Clarissa ho capito che molte volte hanno dovuto consolare Mario quando si accorgeva di essere stato usato un altra volta da lui e che lei gli aveva sconsigliato di non prendere parte allo spettacolo perché aveva paura che Mario potesse prendere la cosa più importante per colpa sua.

Federico era molto fiducioso del nostro rapporto ma anche lui non si fida di Alessandro e se si è fatto sentire un motivo c'è ma non sono sicuro di volerlo sapere ed ecco che il quel momento si sono accorti che ero arrivato a casa perché mi è caduto lo zaino che ho ripreso subito e sono corso in camera mia volevo scappare da quello che avevo appena sentito ho preso un borsone e ci ho messo un paio di cambi ho preso un foglio e ho scritto due righe a Mario per avvertirlo che sarei tornato a casa per qualche giorno e avevo bisogno di vedere Riccardo e così lo lasciato sul nostro letto che ci ha visto uniti ma anche distanti nel ultimo periodo ed esco dalla mia no anzi nostra stanza e mi sono trovato fuori Clarissa e lei aveva capito che qualche cosa mi avrebbe detto ormai avevo deciso di andare via per qualche giorno.

L'unica cosa che gli ho detto è stata che torno presto e di occuparsi di lui, ma ho bisogno di stare un pochino da solo e lei mi ha detto di stare tranquillo che ci pensa lei e ci abbracciamo e dopo aver salutato Federico prendo la mia macchina e mi dirgo verso l aeroporto così fra meno di un ora sarò a casa.

Ho chiamato Paolo per farmi venire a prendere e lui ha capito che era successo qualcosa ma non mi ha chiesto nulla tanto lo sapevo che quando saremmo stati insieme mi avrebbe fatto parlare.

Ho lasciato Roma con il cuore un pochino pesante ma con la consapevolezza che sarei tornato più forte.

Una volta atterrato a Verona la prima cosa che ho fatto è stata di chiedere a Paolo di portarmi da mio nipote e dopo gli avrei raccontato tutto, mentre stavo andando da Riccardo mi sono concesso di vedere il mio telefono ma non c'era nulla non mi aveva cercato ho deciso di togliere il volume ma di non spegnerlo.

Passare un oretta con Riccardo mi è veramente servito il suo sorriso quando mi ha visto è stato davvero bello, mi era mancato tanto e fra poco lo rivedo e poi andrò anche a trovare i miei genitori speriamo che non mi chiedano delle spiegazioni del mio rientro a Verona senza prima avvisare.

Già ho dato mille spiegazioni ieri sera a Paolo e che mi ha ascoltato e alla fine mi ha detto che io e Mario dobbiamo imparare a comunicare tra di noi e non devo arrivare a conclusioni affrettate solo perché ho sentito delle mezze conversazioni o di quel cretino che ho solo sentito la voce al telefono e devo dire che ha ragione su tutti i fronti anche se mi da fastidio ammetterlo.

Ed ecco che sto pensando proprio a Paolo che arriva.

-Ehi ricordami di toglierti le mie chiavi di casa, cosa ci fai qui?

-Buon giorno principessa! è questo il ringraziamento per essere venuto a vedere come stavi e da quanto vedo hai le faccia di chi ha appena finito di piangere,

-Eh non è proprio così, comunque perché sei venuto?

-Claudio non rispondi al telefono mi spieghi cosa dovevo fare? Ho anche suonato il campanello ma non lo hai sentito ecco perché sono entrato con le mie chiavi.

-Eh scusami Paolo ieri sera ho tolto il suono al telefono e mi sono dimenticato di rimetterlo.

E Paolo ha capito subito perché lo ho fatto prendo il telefono e vedo dieci chiamate perse non ho bisogno di guardare chi sai infatti sono tutte di una persona e questa è Mario mi ha cercato ma ora non sono pronto e ci sono anche tre messaggi uno di Paolo uno di Mario ma che non leggo per ora e uno di Marta che mi chiede di andare da lei appena posso.

Saluto Paolo con la promessa che ci vediamo stasera e mi preparo per andare da mio fratello poi mi rendo conto che sono senza macchina e Paolo è già andato al lavoro e allora decido di chiamare un taxi che arriva in dieci minuti e mentre sono davanti a casa di mio fratello mi arriva un messaggio di Marta che mi chiede scusa e in quel momento si apre la porta e mi ritrovo davanti una cosa che non mi sarei mai aspettato le due persone più importanti della mia vita insieme.

Mario è qui davanti a me con Riccardo in braccio e mi sembra tutto così impossibile ma è la realtà

Pensami come fossi il terzo tentativo del PIN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora