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Capitolo 10

Riuscii a convincerti a restare con me, a patto che saresti tornato a casa solo per farti una doccia e cambiarti per la cena.
Nel pomeriggio accendemmo lo stereo su di una radio intenti ad ascoltare e dare un opinione su qualsiasi canzone passasse.
Fu quel giorno che mi dichiarasti il tuo amore verso Michael Jackson, dopo aver mandato in onda una delle sue canzoni.

-'Piace moltissimo anche a me'- Risposi, facendomi cullare con quella dolce melodia di You are not alone.
-'Conosci qualche mia canzone?'- Mi chiedesti, curioso di sentire la mia risposta.
-'Alcune, non tutte, forse neanche la metà'- Confessai, pensando al giorno della sfilata, in cui collegai il tuo nome a quelle poche canzoni che conoscevo.
-'Rimedieremo'- Sorridesti divertito, mentre fumavi una delle tue sigarette.

Fu un pomeriggio pieno di risate e piano piano stavamo iniziando a raccontarci gli aneddoti più privati della propria vita.
Mi dicesti di tuo padre, di quanto lo conoscevi poco e della sua vita.
Mi raccontasti della galera e del motivo, spiegandomi quindi che i versi di alcune canzoni erano riferiti ovviamente a lui.
Mi spiegasti anche la canzone 'Mamma' così come tante altre, scoprendo che ognuna di loro avesse un significato ben preciso e ad ascoltarle, alcune, mi fecero venire davvero i brividi lungo il corpo.
Scrivevi dei testi spettacolari, pieni di significato e profondità.

-'Sento spesso che nelle canzoni citi tua mamma'-
-'Si, lei è la mia prima fonte di inspirazione'- Sorridesti, mentre, dal telefono, ascoltammo le ultime note di Vida.
Dopo qualche minuto, nessuno dei due si aspettava ciò che uscì dalla mia bocca, finalmente, lasciando soprattutto te quasi sbalordito.
-'Io sono stata delusa tante volte'- Iniziai, cercando disperatamente i tuoi occhi, nella speranza di farti capire che quello fosse un buon momento per tirarmi fuori ciò che avevo da dirti.
Sentivo fosse arrivato quel giorno, volendoti raccontare alcune cose e proprio per quel motivo dovevo farlo, non era stata una cosa programmata eppure volevo dirtelo.
Mi avevi trasmesso così tanta tranquillità e fiducia che pronunciai quelle parole con la più totale facilità ed era una cosa alquanto inverosimile.
Tu ti girasti subito verso di me, spengendo la musica con un tocco.
-'Non ho avuto molte storie ma nonostante questo sono state proprio quelle a farmi diventare così'-
-'Non parlare di te come se fossi un mostro'- Dicesti, con tono serio.
-'Mi hanno tradita, delusa, illusa e umiliata Ghali'- Confessai, sentendo gli occhi pizzicare leggermente.
Erano storie vecchie di qualche anno ma ricordarlo faceva sempre male.
-'È per questo che io mi comporto così e mi dispiace perché tu non lo meriti'- Quasi urlai, permettendo a qualche lacrima di rigarmi il viso.
Quel giorno, per la prima volta, ti mostrai il mio dolore, piangendo davanti ai tuoi occhi che nonostante tutto non smettevano di guardarmi con tutto l'amore possibile.
Avevo visibilmente bisogno di uno sfogo emotivo e tu eri la persona giusta con cui esplodere.
-'Non ti dico che hai conosciuto la parte peggiore, perché fin da subito sei entrato a far parte dei miei giorni, però spero di riuscire a farti vedere qualcosa in me, qualcosa che non sia la mancanza di fiducia o il mio essere fredda e stronza'-
Mi lasciasti parlare senza interrompermi minimamente, stavi ascoltando ed era ciò che nessuno faceva da tempo.
Proferisti poche parole che mi riempirono.
-'Non ho mai pensato tu fossi fredda ne tantomeno stronza, hai incontrato persone sbagliate nel tuo cammino che in qualche modo ti hanno fatto crescere, Cara, hai solamente bisogno di qualcuno che stia affianco a te, in tutto e per tutto, hai bisogno di tutto l'amore che questo mondo può offrire'-
Capisti del mio momento di fragilità e senza esitare allungasti le tue braccia, avvolgendo tutto il mio corpo.
Il tuo profumo mi aveva già trapassato l'anima e sentii il tuo cuore accelerare al nostro contatto.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sentii protetta.

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-'Sono da te entro 20 minuti'- Mi dicesti, prima di uscire dalla mia dimora.
Mi risistemai brevemente il poco trucco, cambiando i vestiti in qualcosa di più elegante, avevi detto di volermi portare in un ristorante lussuoso e io non volevo fare brutta figura.
In tutto questo, il mio cellulare era impestato di chiamate e messaggi da parte di Kela, alla quale non avevo rivolto il minimo pensiero dopo la mattinata.
Decisi così di chiamarla per sapere come avesse risolto il problema delle chiavi.

'Kela, scusami ma ho avuto da fare tutto il giorno, come hai risolto poi?'

'Se ti avessi qui davanti ti pesterei, te lo giuro!
Me le ha portate mio fratello dopo innumerevoli preghiere'

'Lo so, scusami, ma se fossi stata al tuo posto e mi avessi lasciato le chiavi non saresti stata una buona amica, credimi, eri in condizioni pessime'

'Non cel'ho con te Cara, anzi, lo so che l'hai fatto con le migliori intenzioni del mondo, però prova ad immaginare me, ubriaca e senza chiavi hahahah'

'La prossima volta ci organizzeremo meglio, porteremo qualche astemio così che noi possiamo darci alla pazza gioia'

'Ben detto!
Ascolta tesorino, ero ubriaca si, ma ciò non significa che io non ricordi nulla sai...'

'Cosa vorresti dire?'

'Com'è andata con il tunisino? Dai racconta!!'

'Non c'è proprio nulla da raccontare Kela, te lo assicuro, mi ha aiutata a tornare a casa'

'E poi? Se ne è andato? Certo che questi uomini al giorno d'oggi non sanno più come corteggiare'

'Ero ubriaca fradicia, come pensi che potesse corteggiarmi? È rimasto da me la notte e ora lo sto aspettando per andare a cena fuori'

'Uuuhhh non ti rubo altro tempo allora, voglio sapere tutto quando torni a casa, se torni... hahahah'

'Sei la solita idiota, ci sentiamo domani'

Non c'era davvero nulla da raccontare, almeno non ancora, anche se il fatto che tu fossi riuscito a farmi parlare e addirittura a sfogarmi la raccontava lunga.
Mi soffermai a pensare a ciò che veramente era successo.
Avevo pianto davanti a te, raccontandoti ciò che facevo fatica solamente a ricordare e in quel momento mi resi conto che stavi diventato davvero importante.
Tutto mi faceva riflettere, volevo capire il motivo, volevo capire il perché tu eri capace di farmi crollare quel muro fatto di cemento che mi ero ben costruita negli anni, eppure sembrava si sgretolasse ad ogni tuo solo sguardo.

Con i tuoi soliti minuti di ritardo mi chiamasti per farmi scendere.
Mi stavi aspettando dentro ad una macchina che non era la tua.
Tirai fuori dalla borsa le mie chiavi, facendoti capire di voler guidare e prendere il mio amato gioiellino bianco.
Accennasti ad un sorriso, dicendo, con i tuoi modi umili, al ragazzo che guidava di poter andare tranquillamente a casa.
Tirai fuori dal garage la macchina, facendoti cenno di salire.

-'Non ho osato dirti nulla la prima volta che siamo usciti ma questa macchina è una bomba'- Confessasti, facendo curvare le mie labbra in un grosso sorriso e facendomi sentire fiera della mia scelta.
Come la prima volta, mi indicasti senza esitazione la strada da percorrere, fino ad arrivare davanti a quello che sembrava uno dei ristoranti più cercati e costosi di Milano.

Avevi pensato ovviamente a tutto, ordinazione e addirittura al posto del tavolo.
Era un posto davvero di classe, dove non ero mai stata prima di allora.
Una volta ordinato la nostra cena, aspettammo con ansia e con fame che arrivasse, lasciando che le nostre bocche iniziassero a parlare.

-'Grazie per aver accettato l'invito'- Mi dicesti, guardandomi negli occhi sorridendo, mentre qualcuno dei tuoi dread eravano scivolati sul viso.
-'Altre mille volte lo farei, nonostante siamo solo a inizio serata, però abbiamo passato un bel pomeriggio'- Sorrisi, bevendo un sorso d'acqua.
-'Guarda, ti faccio vedere la mia futura macchina!'- Confessasti contento, facendo evolvere in me un sorriso grande quanto il tuo cuore.
-'Ghali, dovresti pensare prima a prendere la patente, vuoi prima la sella e poi il cavallo? Hahahah'
-'Si, hai ragione, a me piace sognare comunque'- Ribadisti, continuando a cercare la foto sul tuo cellulare, salvata in qualche cartella.

Arrivata la cena mangiammo tutto con gusto, il cibo era buonissimo e grazie alla tua scelta del tavolo sembrò ci fossimo solo noi in quel ristorante.
Passai una serata davvero tanto, troppo piacevole, senza pensieri o problemi.
Riuscivi davvero a farmi stare bene.

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Spazio autrice.
Buon pomeriggio Miss!
Lo so, fondamentalmente in questi capitoli sta succedendo poco, però vi assicuro che fra poco qualcosa accadrà!
In questo capitolo stanno cadendo alcuni pezzi del muro ed è bellissimo!
Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto i vostri commenti!
Scusate per gli eventuali errori!

Un bacio mie care Miss!

Come andare in paradiso ma senza morire|| GhaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora