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Capitolo 22

Il mattino seguente avevo le gambe leggermente indolenzite ma non riuscirei neanche oggi a spiegarti tutta la felicità che provavo.
Tu avevi indosso solamente i boxer e non capivo come avessi fatto a dormire mezzo nudo con tutto quel freddo che faceva.
Ti alzai il piumone fin sopra al collo, coprendoti quanto possibile, i condizionatori erano ovviamente accesi ma l'aria gelida a volte riusciva comunque a penetrare nella stanza.
Mi alzai poi, prendendo il necessario e andai in bagno per farmi una calda doccia che durò abbastanza tempo, infatti quando uscii, tu ti eri svegliato.
Trovai sul tavolo della cucina una tazza di latte caldo, alcuni biscotti e un bigliettino.
Mi avvicinai piano, perché ti sentivo, eri davanti ai fornelli, aspettando che anche il tuo latte fosse pronto.
Mi sedetti, prendendo il foglietto fra le mani e ciò che lessi mi rese ancora più felice di quanto già ero.

'Buongiorno Habibi.
Questa è la terza volta che ti scrivo qualcosa, come hai ben capito è un metodo che amo utilizzare per spiegare quello che provo.
Volevo soltanto dirti grazie, grazie per tutto, per esserti fidata di me e per esserti concessa a me in tutto e per tutto.
Ti amo davvero tanto.
Tuo, Ghali'

Posai poi il biglietto dove lo avevo preso e iniziai a sorridere come una bambina.
Mi vennero in mente alcuni momenti della sera prima e soltanto al pensiero mi venivano i brividi sul corpo, seguiti da mille emozioni.
Ti raggiunsi in cucina, dove ti abbracciai da dietro, stringendoti forte, tu non te lo aspettavi e appena realizzasti, ti girasti verso di me, baciandomi amorevolmente.

-'Grazie a te, ti amo'- Dissi a bassa voce nel tuo orecchio queste parole e tu mi stringesti ancora più forte, sorridendo.

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-'Tra due giorni torniamo a casa'- Dicesti tu, quasi dispiaciuto, mentre giocavi con le nostre mani intrecciate.
-'Lo so, non me lo ricordare'-
-'Vorresti restare qui?'- Sorridesti.
-'Amo il Giappone, lo sai'-
-'Torneremo ogni volta che vorrai'- Mi stringesti, prima di lasciarmi un bacio sulle labbra e balzare in piedi.
-'Nel frattempo, ti va di andarci a godere i nostri ultimi due giorni?'-

Ti sorrisi, raggiungendoti nel salone, dove prendemmo l'essenziale e uscimmo.
Non facemmo nulla di particolare, passeggiammo per l'intera zona, perlustrando ogni angolo perché avevo visto più o meno quello che più desideravo dal Giappone, quello che avevo sempre sognato, grazie a te.
Tu puntavi il dito su di ogni cosa che vedevi, facendomi ridere, sembravi un bambino all'interno di un parco giochi.
Ti osservavo, sai, ti fissavo in realtà e ad ogni secondo che passava ti vedevo sempre più bello.
Ero felice di essermi concessa a te e ti volevo così tanto che lo avrei fatto tutte le sere a seguire, fino e oltre la morte.

Mangiammo qualcosa al volo in un ristorante vicino.
Quel giorno il freddo si sentiva molto meno, si stava da Dio quella mattina e avrei voluto restare in giro fino a notte fonda.

-'Quando torno avrò alcune interviste da fare'- Iniziasti.
-'Meglio, no?'-
-'Assolutamente e tranquilla che troverò il tempo per noi'-
-'Non avevo dubbi'- Ti risposi sorridendo, allacciando le braccia al tuo collo e ti baciai dolcemente, assaporando ogni centimetro delle tue labbra.
-'Mi fai stare bene'- Aggiungesti tu, facendomi sognare ad occhi aperti.
Delle volte pensavo a quanto potesse essere assurdo, avevo trovato te, una persona così buona che dedicava così tanto tempo e attenzione a me.
Non era mai successo prima di allora.

-'Sai che sono davvero fortunata?'-
-'Perché?'-
-'Per tutto'-
-'Sai che mi piace ascoltarti'- Mi dicesti, invitandomi a spiegare meglio.
-'Sono fortunata ad averti trovato'- Confessai, guardandoti dritto nelle tue iridi scure.
Sentii la tua mano stringere di più la mia e ti vidi sorridere, facendo crescere ancora di più il mio amore.
-'Ti amo'- Dicesti, subito dopo, facendomi perdere un battito.
A quelle parole ti presi il viso fra le mani e ti baciai, più freneticamente, cercando di farti capire quanto io amassi te.
Tu portasti le braccia intorno ai miei fianchi, stringendo tanto da farmi sussultare.
-'Mi farai impazzire'- Confessasti, prendendo il mio labbro inferiore fra i denti e stringendo come se stessi cercando di controllarti, sfogandoti.
Risi davanti ai tuoi occhi mentre tu mi fissavi desideroso di avermi, avevi un'espressione concentrata come se in quel momento non esistesse più nulla, nemmeno il Giappone.
-'Basta così, Ghali, o finisce male'- Risi ancora, staccandomi da te e ti vidi soffocare le tue voglie in dei lunghi sospiri, mentre camminavi verso di me.
-'Tu smettila di provocarmi'- Mi dicesti, prendendo la mia mano e intrecciando le dita.
Quella volta evitasti di guardarmi per qualche minuto, fin quando la tua voglia non fu svanita del tutto.
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-'I miei amici stanno organizzando una serata al mio ritorno e vorrei che tu venissi'-
-'Non credo che sono inclusa nell'invito'-
-'Scherzi? Charlie mi sta stressando da giorni perché vuole conoscerti e tu non vuoi venire?'- Dicesti, avvicinandoti a me, sdraiandoti quasi del tutto sul divano e su di me.
-'Mi ucciderebbe e tu non vorresti questo per me, non è vero?'- Continuasti subito dopo, passando il dito indice sulle mie labbra, mentre mi guardavi e a poco a poco stavo già uscendo fuori di testa.
-'No, non vorrei mai il tuo male'- Risposi, quasi ridendo, sussultando appena al tuo tocco delicato sul mio ventre.
-'Non fare così'- Dicesti serio, chiudendo gli occhi e appoggiandoti delicatamente sulle mie labbra.
-'Allora smettila, perché non vale solo per te'- Ti dissi, riferendomi all'autocontrollo.
-'Ma scusa...'- Apristi gli occhi, osservandomi. '-Abbiamo bisogno di soffocarla questa voglia?'-

In un attimo mi resi conto di quanta ragione avessi.
Eravamo rimasti forse a qualche giorno prima, come se dovesse ancora succedere tutto e sorrisi al pensiero.
Troppo impegnati ad osservarci, troppo impegnati ad innamorarci.

-'Hai pienamente ragione, Habibi'- Ti dissi, facendo scattare in te quella voglia che avevi dovuto reprimere qualche ora prima, in quanto eravamo in pubblico.
-'È la prima volta che mi chiami così'- Mi facesti notare, accarezzandomi la guancia.
-'È vero, di solito questo è il mio soprannome'-
-'Non è proprio un soprannome, sono i miei sentimenti'-
Ti baciai, più felice che mai alle tue parole, sentendo sempre di più il dovere e la voglia di dimostrarti in tutti i modi possibili quanto fossi innamorata di te.

Avevamo così tanta complicità e simbiosi che capisti al volo dal mio viso quanto fossi stanca per la giornata passata e nonostante ci volessimo ancora da morire tu preferisti farmi riposare.
Eri davvero uno spettacolo della natura, ero pronta a scommettere che un qualsiasi altro uomo avrebbe svolto i suoi bisogni e le sue voglie, anche se stessi morendo di sonno e probabilmente questo perché era sempre successo così, nessuno che pensasse a me prima di se stesso.

Tu per me eri un miracolo, eri la mia salvezza.

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Spazio autrice.

Salve Miss!
Mi scuso ovviamente per l'enorme attesa, eventuali errori e per il capitolo alquanto corto!
So che non è nulla di speciale, chiamiamolo 'capitolo di passaggio'
Spero comunque che vi piaccia e non vedo l'ora di leggere i vostri commenti!

Un bacio mie care Miss!

Come andare in paradiso ma senza morire|| GhaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora