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Capitolo 21

Il mattino seguente, alla vista appannata dei miei occhi appena svegli, mi resi conto che avevamo dormito sul divano.
Eravamo completamente attaccati ed io non sentivo il minimo freddo, il tuo corpo bolliva e mi riscaldava a tal punto da non farmi coprire con il piumone fin sopra al naso.
Tu dormivi tranquillamente e potevo sentire i tuoi respiri regolari.
Mi fermai a fissarti per qualche minuto e ancora mi chiedevo come facessi ad essere cosi bello.
Ti accarezzai le guance, che al mio tocco erano incredibilmente lisce e la tua espressione era serena, tanto da farmi evitare di svegliarti perché sembravi davvero rilassato.
Cercai di alzarmi, dopo averti dato un bacio sulle labbra, senza svegliarti per preparare la colazione, avevo proprio voglia di una tazza di latte.
Mi ero svegliata davvero bene quella mattina, più del solito in realtà, forse perché il tuo calore mi aveva permesso di dormire beatamente o più semplicemente perché c'eri tu con me e io non sapevo per quanto ancora sarei riuscita a trattenermi dall'urlarti i miei sentimenti che ogni giorno crescevano verso di te.

Mi posizionai al lato del tavolino, avvolgendo la tazza con le mani e nel mentre che bevevo ti guardavo.
Ti eri mosso leggermente, avevi portato un braccio verso la testa e la medesima l'avevi rivolta verso l'alto.
Mi venne da ridere notando che in quel divano ci entravi per un pelo e avevi comunque le gambe leggermente piegate ma sembravi comunque stare comodo.
Mi alzai dalla sedia facendo chiasso, per la fretta di tornare a sdraiarmi accanto a te, la feci quasi cadere e inevitabilmente ti svegliasti.

-'Scusa amore, non volevo svegliarti'- Ti dissi, non appena mi guardasti un po' scombussolato e con gli occhi ancora assonnati.
Ti vidi sorridere subito dopo, mentre ti passasti una mano su tutto il viso per poi tornare a guardarmi.
-'È la prima volta che mi chiami così'- Mi facesti notare, causando il colorarsi delle mie guance di un colore rosso acceso. -'Vieni qui'- Continuasti, facendomi cenno con il braccio di raggiungerti.
Mi accoccolai su di te, in modo da poterti dare quanti più baci possibili potevo mentre tu mi accarezzavi il viso.
-'Mi piace'- Dicesti poi.
-'Cosa?'-
-'Che mi chiami in quel modo, mi piace e non sai quanto'- Concludesti, baciandomi amorevolmente sulle labbra, stringendomi più forte.

Quella mattina mi era sconosciuta la meta in cui avevi deciso di portarmi.
Mi dicesti di non fare domande e di aspettare per vedere una delle cose più belle del Giappone.
Ero molto emozionata, non sapevo cosa avessi deciso e nel frattempo iniziai a pensare a un qualsiasi posto dove avessi voluto portarmi.
Il viaggio in macchina non fu estremamente lungo ma una volta scesa potei sentire l'enorme umidità che mi circondava, infatti eravamo in un posto ricoperto di alberi, di natura.

-'Sei pronta?'- Mi dicesti sorridendo, prendendomi la mano e conducendomi verso ciò che mi fece restare a bocca aperta.

Mi avevi portato a percorrere il Wisteria Tunnel.
Era una vera e propria galleria creatasi in natura, formata da rami di fiori glicine in fioritura multicolore.
Una delle cose più romantiche che il Giappone potesse avere.
Uno dei posti più belli in cui tu potessi portarmi.
Camminavamo sotto quell'arco di rami in fiore mano nella mano e io non facevo altro che meravigliarmi ad ogni secondo che passava.
La natura a volte sapeva proprio come stupirmi.
Nel bel mezzo della galleria ti fermasti e mi afferrasti con desiderio, stringendomi più che potevi, facendo incastrare i nostri occhi e toccare le nostre fronti.
Non sapevo più neanche cosa dirti, mi avevi fatto uno dei regali più belli che si potesse avere, in quel momento, con quello sguardo era come se mi stessi dedicando il Giappone intero, perché sapevi quanto io lo amavo.
Non così tanto quanto amavo te, però.

-'Ho voluto portarti qui perché è meraviglioso e perché..'- Ti fermasti qualche secondo, leccandoti velocemente le labbra prima di continuare. -'Ti meriti il mondo intero, Cara, mi hai completamente stravolto la vita'- Terminasti la frase e io non potei fare altro che baciarti, baciarti tanto.
Iniziai a piangere senza sapere un motivo preciso ma tu davvero mi avevi illuminato l'anima e non sapevo come dirtelo.
Volevo urlarlo che ti amavo, urlarlo con tutta la voce che avevo nel corpo ma ti abbracciai, baciandoti come quando una bambina bacia il proprio papà, ovvero, con tutto l'amore che l'universo può offrire.

Come andare in paradiso ma senza morire|| GhaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora