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Capitolo 16

La notte non dormimmo affatto, ci aspettavano dodici ore di volo ed eravamo elettrizzati, avremmo avuto modo di riposarci proprio sulla grande massa di ferro che ci avrebbe permesso di volare in Giappone.

29/11, 03.12: 'Sto arrivando a prenderti scricciolo, rimani su, salgo io per aiutarti con le valigie'

Mi alzai dal letto abbastanza assonnata ma nonostante questo i miei occhi non riuscirono a chiudersi.
Mi sistemai in fretta dato che nella notte avevo preso l'iniziativa di farmi una doccia, per passare il tempo.
Tu arrivasti poco dopo, bussando moderatamente alla mia porta.

-'Ghali, sei tu?'- Chiesi a bassa voce, per accertarmi.
-'Si scricciolo'- Dicesti, prima che aprissi la porta. -'Mi fa piacere che sei così prudente'- Aggiungesti subito dopo avermi dato un bacio, ridendo.

Dopo essermi accertata di aver spento tutto e aver chiuso tutte le finestre della casa infilai il mio amato cappotto che mi riscaldava e scendemmo le scale, arrivando al taxi che ci avrebbe portato in aeroporto.

-'Siamo sicuri che entrano tutte le valigie qui dentro?'- Chiesi imbarazzata, guardando il per me troppo piccolo baule della macchina.
-'Tranquilla, ne abbiamo solo due'- Rispondesti tu, sorridendo nel vedermi incastrata in quella situazione, in cerca di capire se fossimo arrivati con tutti i nostri averi.

Una volta saliti in macchina e aver informato il guidatore sulla meta, ci dirigemmo verso l'aeroporto di Milano Malpensa.

Io ero elettrizzata, energica, ero come un fuoco di artificio, esplodevo di felicità e in alcuni momenti facevo ancora difficoltà nel credere che stavamo andando in Giappone, per una settimana, completamente da soli.
Non avrei mai pensato tu potessi farmi sentire in quel modo, probabilmente un modo in cui nessuno mai mi aveva fatta sentire mentre tu ci riuscivi tutti i giorni.

-'Hai una cartina della città vero?'- Ti chiesi, ricordandomi solo in quel momento dell'importanza di quel pezzo di carta che ci avrebbe guidato per sette giorni.
-'Ti preoccupi troppo, vivi'- Mi dicesti, sorridendo ancora una volta per le mie stupide preoccupazioni.

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Arrivammo in aeroporto poco tempo prima del nostro check-in, avevamo avuto modo di sederci ed aspettare che il microfono annunciasse il nostro volo.

-'Sono troppo felice'- Ti confessai, abbracciandoti e baciandoti ancora una volta per tutto.
-'È questo il mio scopo, Cara, farti felice'- Mi sussurrasti, stringendo la presa e respirando il profumo all'orchidea che emanavano i miei capelli biondi.
-'Mi sono sbagliata di grosso su di te all'inizio'- Ti dissi e prima che tu potessi contraddirmi ti fermai, continuando il mio discorso. -'Non intendo il viaggio Ghali, davvero, credimi, quello che sto cercando di dirti è che da quando ci siamo conosciuti tu non mi hai mai abbandonata, neanche per un secondo, per tutti i giorni fino ad oggi e questo è solo una dimostrazione in più, sei veramente raro e se potessi ringrazierei Dio in persona per averti messo nella mia vita'-
Notai le tue labbra curvarsi in un sorriso meraviglioso, mostrando tutti i tuoi denti perfettamente bianchi, dopodiché allungasti le braccia e mi racchiudesti in un abbraccio.
Ti baciai diverse volte, tu tenevi la mano sul mio viso in modo tale da tenermi stretta a te, come per paura che potessi staccarmi dalle tue labbra.

-'Volo per il Giappone prossimo alla partenza, preghiamo i signori viaggiatori di avvicinarsi al check-in, grazie'-

Balzammo in piedi in un secondo, dirigendoci verso quella strana macchina che permetteva di controllare le valigie di tutti e ciò che avevamo nei vestiti.
Ogni minimo oggetto metallico scatenava un suono alquanto irritante che fortunatamente noi avevamo risparmiato, in quanto avevamo adagiato tutto nei bauli.

Come andare in paradiso ma senza morire|| GhaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora