8

629 19 10
                                    

Capitolo 8

Quel giorno sarei andata in discoteca con Kela.
Ero felice e spensierata, due giorni di riposo erano davvero necessari.
Mi svegliai relativamente tardi sempre accompagnata da un tuo messaggio.

22/11, 10.39: 'Buongiorno scricciolo, io sto andando a lavoro, tu riposati, ci sentiamo più tardi'

Sorrisi spontaneamente mentre mi alzavo per fare colazione.
Era una giornata abbastanza grigia ma a me la pioggia era sempre piaciuta, non la preferivo alle lunghe giornate estive ma, quando arrivava, a me personalmente non portava nessun tipo di cambiamento d'umore.

22/11, 11.57: 'Buongiorno a te.
Come vedi io mi sono svegliata all'ora di pranzo e sto facendo colazione, c'è qualcosa che non va hahahah
Buon lavoro'

Mi coricai in bagno facendo una lunga e calda doccia, mentre pensavo a quanto sudore avrei buttato la sera, in quella discoteca.
Non ero amante di quei posti ma non mi tiravo neanche indietro se si presentava l'occasione, diciamo che avrei preferito fare una bella passeggiata piuttosto.
Quella mattina non feci assolutamente nulla, presi alla lettera le parole del mio capo, ovvero che fosse un 'giorno di riposo' ed io non avevo intenzione di deluderlo.
Dopo qualche ora il mio campanello iniziò a suonare insistentemente.
Quando andai ad aprire era semplicemente Kela, venuta da me per dirmi l'ora dell'appuntamento.
Un po' speravo fossi tu.

-'Kela?'-
-'Si, sono venuta per dirti che ti passo a prendere questa sera intorno alle ventidue'- Sorrise soddisfatta.
-'Non potevi semplicemente chiamarmi o mandarmi un messaggio?'-

Non mi dispiaceva affatto la sua presenza, anzi, ma davvero avrebbe potuto semplificare la cosa alzando il cellulare.

-'Ero a casa da sola e mi stavo annoiando in realtà e poi sono elettrizzata per stasera, non vedo l'ora!'-

Poco dopo mi arrivò un messaggio da parte tua e non avevo proprio pensato che potesse uscire fuori un discorso su di te per un fatto così banale accaduto.

-'Cara, il tuo cellulare ha squillato'-

Appena mi girai per prenderlo era già nelle mani di Kela.
Era vero che ormai la tecnologia aiutava nella privacy ma non fargli leggere il tuo nome sul display fu impossibile.

-'Ghali?'-

Ricordo di aver visto la sua espressione quasi stupita mentre mi guardava con fare complessato.

-'Ma Ghali il tunisino?'-
-'Conosci qualcun'altro?'-

Ricordo di aver imprecato mentalmente per diverse volte sperando non si facesse illusioni, ovviamente invano.

-'Non mi dire!'- Quasi urlò, con un sorriso sulle labbra a dir poco favoloso.
-'No Kela, infatti non ti dico'-
-'Quando pensavi di dirmelo?'-
-'Dirti cosa? Stai già andando oltre'- Sbuffai.
-'Guarda che non c'è niente di male, anzi'-
-'Smettila, ti assicuro che sbagli a pensarla così'-

La vidi sorridere maliziosamente, abbandonando il discorso solo per pietà e perché aveva intuito non avrei fatto uscire neanche mezza parola di più su di te.

-'Tienitelo per te'- Quasi la supplicai dal mio tono di voce.
-'Allora lo vedi che non sbaglio affatto?!'-
-'Kela, no, semplicemente vorrei evitare esattamente ciò che stai facendo tu'- Dissi esausta, impossessandomi del mio cellulare.

———————-

Lessi solamente dopo il messaggio, quando Kela andò via.
In realtà avrei voluto leggerlo molto prima ma pensai fosse meglio evitare davanti a lei.

Come andare in paradiso ma senza morire|| GhaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora