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Il silenzio é caduto sulla stanza e per un secondo penso di averlo fatto arrabbiare. Apro subito la bocca per chiedere scusa, ma lui mi blocca facendomi una carezza alla guancia.

-La mia storia é un pó lunga.

-Vorrei sentirla 

-Ne sei sicura?

-Si.

Sospira rumorosamente e mi avvicina di più al suo corpo.

-Vengo da Ciudad de Mexico.

-Sei messicano?-chiedo sorpresa.

Credevo che fossero tutti ecuadoriani dato che ci hanno portate in Ecuador. Lui sorride alla mia sorpresa.

-Si, io sono messicano. Richard é domenicano, Erick é cubano, Zabdiel é portoricano. Solo Christopher é ecuadoriano.

-E che ci fate qui?

-La mia famiglia ed io siamo immigrati negli Stati Uniti dopo la morte di mio nonno. Mio padre non riusciva a trovare più un lavoro a lungo termine ed eravamo quattro fratelli, più mia madre e mia nonna di cui ci siamo fatti carico dopo la morte di mio nonno.

-In America avete trovato un migliore stile di vita?

-No, per niente. Mio padre non ha imparato subito l'inglese, faceva molto fatica e  non credo che si sia mai abituato all'America. Mio fratello maggiore si é messo subito in cerca di lavoro e io seguii il suo esempio è in due riuscivamo a portare dei soldi in casa. Non sono andato a scuola, ho imparato l'inglese sul posto di lavoro.- sul suo volto appare un sorriso-C'era una donna che faceva la cameriera, credo che mi abbia preso in simpatia e ha voluto aiutarmi. Era una donna di 32 anni, molto bella e quindi non capivo come potesse essere ancora da sola. Credo che mi vedesse come un figlio e alla fine di ogni turno mi insegnava una parola nuova.-i suoi occhi si illuminano per qualche secondo-"Ciao, come stai oggi, in questa bellissima giornata?"

Lo guardo un pó confusa, non capendo questa sua uscita.

-Questa é stata la prima frase che sono riuscito a dire dopo due mesi in America. E ne ero molto felice. Nel frattempo mia madre era riuscita a trovare un lavoro come cameriera in casa di una famiglia di stronzi pieni di soldi, e andavamo avanti noi tre per tutti.

Vedo il suo sguardo oscurarsi lentamente fino a diventare cupi e questo suo cambiamento mi preoccupa. Sento che sta arrivando una parte della storia che non mi piacerà.

-Andava bene, non ci facevamo abbattere da niente. Mi stavo abituando allo stile di vita americano, ero riuscito a trovare dei amici, che erano i miei colleghi di lavoro. Ai miei occhi andava tutto bene...Non mi accorsi di quanto stesse male mia madre. Fu Israel, il più piccolo, a notarlo e questo fu peggio.

-Sentiva nostalgia di casa?

Avevo sentito spesso parlare di nostalgia di casa, dell’incapacità di alcuni immigrati, per gran parte adulti, nell'abituarsi allo stile di vita del nuovo paese e questo li porta la maggior parte delle volte alla depressione.

-No.-risponde freddo. E io capisco che la cosa é molto più seria.-Sai, cosa pensano di noi messicani e le nostre donne, no? Quel bastardo per cui mia madre lavorava, aveva una moglie con la figlia di legno, e ha pensato che mia madre...

Mi copro la bocca con la mano. Ho capito, ma non riesco a capacitarmi di ciò. A me piace il Messico e la sua storia, e conosco anche la storia della loro immigrazione in America, ma credo anche che ci sia un limite al comportamento umano.

-Quando mio fratello maggiore scoprì cosa succedeva in quella villa di merda, decise di intervenire.

-Ma...?

-Quel bastardo lo ha ucciso. Ha ucciso mio fratello...e la "legge" lo ha dichiarato innocente.- Non riesco a crederci, come é possibile.-La mia famiglia si é distrutta. Io non andai più a lavoro e lo persi, mia madre fu licenziata senza ricevere un soldo. Per noi era finita. Mio padre...Non c'è la fece e...Si é tolto la vita.

Mi viene un colpo al cuore. Suo padre, in un momento in cui la sua famiglia aveva bisogno di lui più che mai, ha deciso di suicidarsi.

-E...oh Dio. E voi?

-Io dovevo farmi carico della mia famiglia. Occuparmi dei miei fratelli, mia madre e mia nonna. Mia nonna, lei era molto preoccupato per me...credeva che sarei crollato. Fu lei a farmi conoscere Yashua il fratello di Richard. Lei lo definiva un ragazzo furbo e che poteva darmi una grande possibilità di salvarmi. Ma credo che lei non sapesse bene di che cosa si occupava Yashua.

-Era un mafioso anche lui?

-No. Lui mi fece conoscere Richard con cui parlai molto. Lui non mi promise niente, ma mi portò da Christopher.-la sua espressione cambia di nuovo, ma non saprei come definirlo. Adorazione?

-Era una casa modesta, perché era della famiglia Camacho. Quando entrammo, un'aria latina mi investí e per qualche secondo ho pensato di essere a casa. Mia nonna seduta sulla poltrona che lavora a maglia...ma lei non era mia nonna, ma la sorella di Richard che ci accolse entrambi con due baci sulle guance. Richard mi presentò a sua sorella e poi chiese se erano arrivati.

Joel p.o.v

- Estan en la sala de esta - rispose con un tono di voce basso per poi mettersi seduto.

-Vieni.

Lo seguii senza fiatare. Salimmo le scale e procedemmo per il corridoio fino ad una porta chiusa. Richard bussò tre volte, la porta venne...

Alla fine ho deciso che parteciperò al concorso con Tan Facíl.

La storia é lunga, curiose di sapere? Mi dispiace ma vi tocca attendere.

Serà tan facìlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora