Come previsto, il mattino seguente Bucky venne tempestato di domande dalla rossa. Lui le rispondeva con massimo tre parole : "sì", "no", "boh". Solo queste tre. Non gli andava di risponderle ma la ragazza non mollava. Lei non voleva mollare, perché avrebbe dovuto? Il suo migliore amico si era preso una cotta gigante per il nuovo arrivato! Aveva bisogno di informazioni e dettagli. Ma ancora lui non rispondeva, quei dettagli che lei teneva a sapere non venivano rivelati.
- Oddio, ti odio quando fai così! - sbottò Natasha mentre erano seduti a tavola.
- E io odio quando tu mi fai troppe domande - ribatté Bucky, ormai sull'orlo di una crisi.
- Voglio solo sapere di più! Sono la tua migliore amica, dovrei sapere certe cose! - sospirò con il viso stupito. Non poteva credere a quello che gli stava dicendo.
- Certe cose, è meglio non saperle, non credi? - disse scocciato dalla reazione dell'amica.
- Sei impazzito? No, ti prego, se sei impazzito all'improvviso devi dirmelo. Mi hai raccontato ogni cosa di te, tutto, anche le cose meno gradevoli e non vuoi parlarmi di una stupida cotta? Davvero, Buck? Adesso fai così? - cominciò ad alzare la voce lei. Fu allora che Bucky prese un bel respiro e iniziò a scoppiare.
- Sì. Adesso faccio così, okay? Mi fa schifo essere innamorato, mi fa male più di ogni altra cosa. Mi sento infastidito dai miei sentimenti, da me stesso, dal fatto che mi è bastato guardarlo negli occhi una volta per innamorarmi. Mi sento soffocare da questo sentimento e da lui che, poverino, non sa nemmeno che un idiota come me gli va dietro. Sento le sue mani sul mio collo che premono per soffocarmi e lui, ancora una volta, poverino, non sa che questo è il motivo per cui lo evito spesso negli ultimi giorni. Che cosa devo dirti ancora? Forse ti aspettavi che parlassi di quanto mi piacesse e che ti dicessi quanto è bello, quanto è dolce e non so che altro. Mi dispiace, ma tutto ciò che ho da dire è che voglio sotterrarmi da qualche parte prima di scoppiare con lui. - buttò tutto fuori, veloce, in un fiato. Si era alzato di scatto, aveva iniziato ad urlare quelle parole sotto gli occhi della rossa. Era rosso in viso per la rabbia, ma non piangeva. Non era uno che piangeva facilmente e sopratutto davanti a qualcuno.
Natasha si alzò e arrivò accanto a lui. Lo abbracciò poi si staccò e lo guardò dritto negli occhi.- Io sono qui, okay? Giuro che qualunque cosa accada resterò qui Bucky - gli disse seria.
- Mi dispiace, ho sbottato, non dovevo trattarti male - tornò a sedersi sistemandosi i capelli. Natasha rimase in piedi davanti a lui, preoccupata. Sapeva che i sentimenti per lui erano un problema.
- Scusami tu, non volevo insistere - rispose lei e posò una mano sulla sua spalla. Bucky le sorrise e poi, dopo un "non preoccuparti" veloce, si alzò e sparì in bagno.
Dopo quel pranzo pieno di trambusto, Bucky decise di tornare a casa per fare una doccia prima di andare a lavoro. Aveva messo le cuffie e con calma si stava dirigendo verso casa sua. Una volta arrivato, mentre cercava le chiavi nella tasca, si sentì chiamare da lontano. Si voltò e vide Steve. Riuscì a pensare solo per un secondo, cercò svariate volte di infilare la chiave nella serratura ormai in panico. "Non girarti, fa finta di niente, sta calmo" si ripeteva. Nel momento esatto in cui riuscì ad aprire il portone di casa, Steve gli posò una mano sulla spalla. Colto di sorpresa Bucky sobbalzò.
Il biondo gli rivolse un sorriso dolce e gli disse che lo stava chiamando da lontano ma lui non lo aveva sentito. Il moro si scusò e poi lo salutò dicendogli che si sarebbero visti più tardi a lavoro. Subito dopo la risposta del biondo si tuffò in casa, più veloce di un fulmine. Si erano solo salutati e il suo cuore aveva accellerato.
Mentre cercava di calmarsi, buttò il telefono sul divano e le chiavi sul tavolo, poi andò a lavarsi. Mise su una delle sue playlist preferite e rimase sotto il getto di acqua calda per una mezz'ora. Una volta finito, ritornò in salotto e il suo cellulare iniziò a squillare.- Pronto? - rispose.
- Potresti abbassare il volume? Lo sento da qui - rise il biondo dall'altro lato.
- TNT degli AC/DC - fu l'unica risposta del moro e poi gli chiuse il telefono in faccia. Proprio come il primo giorno in cui si erano conosciuti, gli aveva dato il titolo di una canzone che entrambi riuscivano ad ascoltare, insieme.
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Ti Dedico il Silenzio
Fanfiction"E ti dedico il rumore Di queste inutili parole Un quadro senza il suo colore Che è andato via a volare altrove Io ti dedico il silenzio tanto non comprendi le parole Questa sera provo a farlo Questa sera io ti chiamo E tanto tu non mi rispondi E ta...