Meriti anche tu un posto da visitare

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Bucky dormì in soggiorno, sul divano. In realtà dormì quattro ore o anche meno. Si era messo tutto tranquillo sul divano, aveva fatto un respiro profondo e poi una volta chiusi gli occhi i pensieri gli inondarono il cervello. Non riusciva a staccarsi. Voleva spegnersi e dormire, nient'altro. Invece la testa continuava a ripetere come un disco rotto "sei un cretino" e contemporaneamente il cuore gli ripeteva ad ogni battito il nome del biondo, senza sosta. Era così tardi che anche i lampioni nella strada di casa erano spenti.
3:07 del 27 luglio 2016.

"non riesco a dormire"
da Steve R.

Il cellulare si illuminò. Il moro lesse il messaggio dell'altro e lo ignorò. Aveva il timore di intraprendere una discussione troppo grande per lui a quell'ora. Anzi, anche solo rispondergli avrebbe avviato una discussione gigante. Era incazzato con il biondo e probabilmente gli avrebbe scritto "io invece sì, buonanotte."  o qualcosa di simile. Si sedette, arrendendosi all'insonnia. Poggiò i gomiti sulle ginocchia e piegò la testa. Perché diamine si era dovuto innamorare di Steve? Perché non è andata come va a tutti? Una chiacchierata, un'uscita per un caffè poi per una cena, il primo bacio, altre uscite e poi mettersi insieme. Il tutto sarebbe durato circa due-tre mesi. Semplice. Invece no, stava andando tutto al contrario. Centomila chiacchiere al giorno, nessuna uscita soli, nessun bacio, nessun mettersi insieme. Il tutto era iniziato quando si erano conosciuti, quindi ormai quasi un anno. Si vedeva che qualcosa c'era, lui lo sapeva, lo sapeva bene anche Steve e tutti gli altri. Lo vedeva nei suoi occhi. Dovevano parlare. Ma non per messaggi, non quella notte. Spense il cellulare e tornò a passarsi le mani tra i capelli.

- Va tutto bene? - una voce sottile ruppe il silenzio. Il moro alzò lo sguardo e la rossa lo guardava dall'uscio della porta del soggiorno.

- Come mai sei sveglia? - rispose.

- Stavo guardando un film con Sam, è finito ora. Lui dorme già. Ora rispondi alla mia domanda - si avvicinò a lui.

- Si, tutto bene - distolse lo sguardo. Mantenevano un tono basso, temevano che la notte potesse sentirli. Erano due persone ferite. Bucky da Steve. Natasha da una ragazza.

- Bucky, che hai? - si sedette affianco a lui.

- Sai, non devi lasciarti ferire da lei. Sei una che vale, non dimenticarlo. Hai un valore inestimabile, sopratutto per me e se lei dice di esserti amica allora dovrebbe comprendere il tuo sentimento e aiutarti. Se non vuole farlo... beh si perde una persona bellissima - si poggiò a lei.

- Grazie Buck - sorrise e poggiò una mano sulla sua. Improvvisamente quel diminutivo scemo gli fece male. Il biondo lo aveva chiamato così, provocandolo, mentre gli lasciava dei baci sulla guancia. Si allontanò, d'istinto.
Rimasero in silenzio per un pò.

- Mi sento un cretino - esordì, quasi sussurrando. L'amica lo guardò e aspettò che continuasse. - Steve mi ha detto delle cose... Mi dava dei baci sulla guancia, mi diceva altre cose e poi ci siamo guardati negli occhi. Aspettavo che mi baciasse invece poi mi ha preso in giro, "stava scherzando". Ci siamo guardati ed è scoppiato l'infinito in me e ora mi sento una merda - fissò il cellulare spento sul tavolino.

- Sono sicura che è scoppiato anche in lui. Dagli tempo, si farà avanti - disse Nat.

- Non si farà avanti, lui non farà niente. Lo capisco, non ha senso far qualcosa se ciò che hai difronte non ti piace. Era ubriaco e magari si è già pentito di aver detto di volermi portare a letto. E ancora una volta lo capisco, chi mai lo farebbe? Non ho avuto una relazione fino ad adesso perché mai dovrebbe accadere con lui? Non sono abbastanza e lo sappiamo entrambi. Steve è tipo...Non ai miei livelli. Sono poco per lui. Mi sono sbracciato per arrivargli così vicino ogni giorno e mi sto seriamente pentendo perché sembra che io gli faccia cagare. Dio, se sapessi come mi ha guardato. Altro che infinito, gli è scoppiato lo schifo e nemmeno ci ha pensato a baciarmi - sospirò. Aveva un'espressione corrucciata.

- Bucky non dire queste cose, non te lo permetto. Tu sei fantastico e permettimi di dirlo, un bel ragazzo. Gli altri non hanno fatto altro che disprezzarti ed ora lo provi anche tu per te stesso ed è sbagliato. Se non hai avuto una relazione non significa che fai schifo eccetera, significa che non hai trovato una persona con cui tu possa condividere il tuo cuore. Steve può come non può essere quella persona, io non lo so e non voglio illuderti dicendoti cose oltre il tempo, ma una cosa posso assicurartela. Steve prova qualcosa per te. Non ha avuto il coraggio di baciarti e forse è stato meglio così, non era il momento. So che questa situazione di insicurezza la odi, ti fa male. Per questo devi prenderlo per orecchie e devi pretendere risposte, metti un punto a questa storia - gli accarezzò la guancia. Lo sguardo dolce di Natasha lo accolse e si sentì al sicuro. Nat era entrata nella sua vita qualche anno prima, quando aveva ottenuto il lavoro e da subito lo aveva compreso. Lei era una persona incuriosita dai casi umani, era stata attirata dal guscio che il moro aveva, se n'era accorta subito. Prima lui era un ragazzino solo con tante di quelle corazze attorno che si era soffocato da solo, poi è arrivata lei. Dopo due mesi che si conoscevano, a lavoro, mentre il moro era intento a legarsi i capelli, lei aveva visto qualcosa che forse non avrebbe dovuto vedere. Bucky fu preso dal panico quando Natasha gli chiese "che sono quelli?". Da quel giorno lei ha lavorato duramente per tirarlo fuori dal suo "disturbo dell'umore". Bucky non aveva problemi in famiglia, anzi quella era l'unica cosa che aveva. Il moro era sempre stato escluso dagli altri, non aveva mai capito per quale motivo e così cominciò a farsi tante domande. Purtroppo più cresceva più chi lo circondava gli dava addosso. Si era chiuso in se stesso, parlava se veniva interpellato, se no restava muto, invisibile. A scuola era un incubo, i compagni lo prendevano in giro, lo insultavano e purtroppo anche i professori erano cattivi con lui. Lo prendevano di mira ogni giorno come se anch'essi avessero 15 anni. Bucky studiava, gli piaceva studiare, era innamorato della cultura ma chi aveva il compito di premiare l'impegno premeva per farlo sentire non abbastanza, mai all'altezza. Sua madre si era accorta della brutta situazione in cui era ed era stata pregata da lui di non girare il coltello nella piaga. Aveva subito tutte le ingiustizie, era passato dall'inferno e la mente lo aveva abbandonato. Le persone intorno a lui lo avevano convinto che era niente, non aveva valore. Era caduto in depressione, si portava dietro quel fardello in silenzio e lo aveva fatto fino al giorno in cui Natasha lo aveva accolto. Lei gli aveva insegnato a volersi bene, a smettere di dare importanza agli altri, gli aveva aperto le porte per una vita migliore, lo aveva accompagnato e sostenuto facendogli capire che non era solo. Alla fine Bucky si era sentito meglio, la sua depressione lo colpiva molto raramente e aveva smesso di chiedere scusa. Il moro nel frattempo aveva scoperto tantissime cose di lei solo guardandola, era riuscito con la sua tenerezza a sciogliere il cuore di ghiaccio della sua amica. Insieme si erano aiutati, tantissimo. Adesso lui era sereno ed era consapevole delle belle persone che aveva attorno.
Questo significava tanto per lui, la speranza che aveva abbandonato cinque anni prima era stata riaccesa e proprio quando pensava che nessuno lo avrebbe salvato, quel qualcuno era arrivato e lo aveva salvato. In quel momento si fece coraggio e decise che parlare con Steve era la cosa giusta da fare, delusione o no sarebbe andato avanti.

- Grazie Nat - sorrise. 

- Grazie a te per le belle parole di prima - si strinse tra le braccia del moro.

- Lo penso davvero, non devi ringraziarmi - cominciò a giocare con i suoi capelli.

- Però fammi un favore, non andare a casa sua a fare storie. Me la vedo io - rabbrividì ripensando a quando era andato a casa del suo ex ragazzo dopo che lui l'aveva tradita.

- Non posso promettere niente, ma mi impegnerò - le schioccò un bacio sulla guancia. Poi, si addormentarono abbracciati sul divano.
I due si volevano così tanto bene che era una cosa indescrivibile. Due anime spezzate si erano incontrate ed una aveva aggiustato l'altra.

Ti Dedico il SilenzioDonde viven las historias. Descúbrelo ahora