Capitolo 16

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- Camila... - mi richiamò Lauren, che era accanto a me.
Erano passate due ore dalle brutte notizie, ed io avevo finito le lacrime, come la mia vita d'altronde.
Ormai ero solo un corpo, con qualche emozione nascosta nel passato.
Non avrei più vissuto quei momenti così belli.
- Che c'è ? - risposi al suo richiamo, non guardandola nemmeno, rivolgendo il mio sguardo dalla finestra, era mattina.
- Tra una settimana ti dimetteranno però... ho paura... - provò a dire, ma si bloccò - E se mio padre ci uccide ? -
Restai in silenzio, serrando la mascella.
In fondo avevo capito che a lei fregava solo di suo fratello, della sua vita e quella della sua famiglia.
Lei era egoista.
- Può anche uccidermi, non me ne frega ormai -
Nonostante la mia affermazione il suo sguardo rimase preoccupato.
- Tu puoi anche salvarti, hai l'opportunità - dissi.
- Anche tu - aggiunse
Risi forte con sarcasmo, guardandola.
- E come ? Ho una gamba disabile e non ho più nessuno per cui lottare -
- Hai me -
Feci un sorriso acido, pieno di tristezza.
- Non ho bisogno di te - distolsi lo sguardo dal suo, e lo diressi sulla mia gamba, che tentavo di far muovere, fallendo.
Il suo sguardo divenne cupo e triste. Sicuramente per la mia affermazione e non per le mie condizioni in quel momento.
- Sì invece, Camz -
- Non chiamarmi in quel modo - dissi freddamente - Non sei nessuno per me -
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Si alzò dal letto, di scatto, e si diresse alla porta.
Non credevo che sarebbe riuscita a farlo davvero.
Era così lunatica quella ragazza.
- Se non sono nessuno allora vado via -
Non tentò di guardarmi nemmeno per un secondo.
Forse era meglio così, perché stavo già riniziando a piangere.
Restai in silenzio e aspettò qualche secondo prima di andarsene.
Non capivo quella ragazza.
Prima diceva che mi sarebbe stata accanto e poi va via così ? Quanto odio queste persone ! Le odio tantissimo.
Tentai di prendere la bottiglia d'acqua sopra il mobile vicino a me, ma le mie braccia non ci arrivarono. Non riuscì a muovermi nemmeno con le gambe, visto che una di esse non funzionava per niente.
Ritornai al mio posto.
Ero davvero sola. Ora sì che ero rimasta sola sul serio.
Le lacrime si moltiplicarono e iniziarono a cadere silenziosamente sul mio volto, mentre la mia pancia continuava a tremare per la fame, la mia bocca chiedeva acqua e il mio cuore un po' d'amore.

Live or die ? ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora