- Camila... - mio padre mi richiamò, interrompendo la quiete che si era creata in casa dopo l'uscita di Sofia e mia madre.
- Sì, papà ? - alzai lo sguardo dal mio cellulare, per guardare lui.
- Vieni qui - mi alzai dal divano per poi sedermi di fronte a lui.
Restò in silenzio per qualche secondo.
- Dovrai prenderti cura della nostra famiglia - alzò lo sguardo dal tavolo di vetro per guardarmi con serietà, ma anche tristezza - Lo sai : sono stato stupido. Se non fosse stato per te non saremmo riusciti a restabilirci per i debiti dell'affitto della casa - la sua voce iniziò a tremare quando disse l'ultima frase - ma... - scoppiò in lacrime, facendomi sentire una brutta sensazione allo stomaco.
Iniziai a piangere : avevo capito cosa voleva dire, ma aspettavo per farlo dire da lui.
- Scusami, scusami, scusami - passò le sue mani sul viso, evitando di guardarmi negli occhi - Vi voglio bene. Scusami se non sono stato un buon padre. Io mi affido a te. Prenditi cura della nostra famiglia - alzò lo sguardo, che sembrava sconfitto, impaurito e deluso di sè stesso.
- Anche io ti voglio bene, papà - il mio pianto silenzioso si trasformò in singhiozzi disperati.Iniziai a piangere ricordando quelle parole, quei pianti e quegli abbracci che ci eravamo dati quel giorno.
Mi tremarono le mani alla vista di quel comò : mio padre mi disse che in caso di pericolo avrei preso la sua Sig Sauer, che era lì dentro.
La misi nella mia borsa e uscì di casa, immischiandomi nel buio della notte.
Era passata una settimana da quando un uomo aveva ucciso mio padre, ma prima che tutto ciò potè accadere, mio padre mi iscrisse in un corso di arti marziali, così sarei stata pronta nel caso che qualcuno avesse potuto fare del male a me e alla mia famiglia.Sentì una foglia schiacciarsi, tutto mi metteva ansia : era da giorni che avevo la sensazione che qualcuno mi seguisse, quindi cercavo di stare più attenta possibile.
Camminai a piedi, guardandomi intorno.Quando fui nel momento di girare in una curva,di un posto isolato, sentì un respiro.
Il mondo sembrò bloccarsi, lo stesso successe al mio cuore.
Il mio respiro rallentò.
Sfilai velocemente la pistola dalla mia borsa e con un rapido gesto fermai l'uomo afferrando il suo avambraccio e facendo cadere la sua pistola.- Dannazione ! - lo sentì dire.
Aveva una maschera, che scopriva solo gli occhi.
Gli diedi una gomitata sulla pancia e lo spinsi contro il muro di un vicolo cieco abbandonato.
- Bastardo ! - urlai con le lacrime agli occhi, dandogli una ginocchiata, facendolo crollare a terra.
Il mio cuore battè velocemente.
Mi era preso un colpo.
- Dov'è il tuo capo ?! - urlai, puntandogli la pistola, ma non rispose.
- Rispondi, se no sparo ! - cercò di alzarsi, ma lo fermai afferrando la sua testa per sbatterla sul muro dietro di lui - Ti odio, ti odio, ti odio ! - urlai in lacrime.
- Tuo padre si è meritato di morire. Lo meritate tutti voi Cabello ! - riuscì a dire, a quel punto gli sparai, arrabbiata, triste e impaurita.
Un colpo netto attraverò il suo stomaco, facendogli sgranare gli occhi e lasciando un lago di sangue che si ingrandiva sempre di più.
La sua testa non resistette e nemmeno il suo corpo, facendolo cadere sull'asfalto.
I miei occhi erano impauriti e lacrimavano in silenzio in quella quiete assoluta.
Le mie gambe e le mie mani tremanti mi fecero cadere sul suolo, facendomi piangere disperatamente.
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Live or die ? ➳ Camren
FanfictionCamila ha ucciso un uomo e Lauren ha assistito tutto ciò di nascosto. La prima cosa che Lauren vorrebbe fare è cambiare strada facendo finta che non sia successo niente, ma quando Camila noterà la sua presenza la possibilità di Lauren non sarà più p...