Capitolo 7

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- Mi mancherai... - la sentì sussurrare.
Stava fissando il terreno.
- Chi è per te ? - domandai, risvegliandola dai pensieri.
- Chi ? - alzò il viso, di scatto, forse perché si era resa conto che avevo sentito delle parole che lei non avrebbe voluto che udissi.
- Non fare la finta tonda - sospirai.

Anche se sembravo fredda in realtà mi importava, mi importava perché non avevo mai ucciso un uomo e ci stavo male per averlo fatto.
Sapevo come ci si sentiva quando qualcuno uccideva una persona a te molto importante.
Io non volevo far stare male nessuno, mi volevo solo difendere quel giorno.
Non volevo che per colpa mia qualcuno avesse un motivo per piangere sul propio letto, un motivo per spegnere un sorriso o evitare un luogo.
Io volevo solo vivere in pace, con Sofia e mia madre.
Volevo solo essere tranquilla, vivere una vita tranquilla.
Volevo uscire da casa senza essere soffocata dall'ansia di scordare la pistola.
Volevo uscire senza evitare luoghi dove sarebbe stato più probabile che qualcuno mi avesse attaccata.
Volevo solo essere felice.

Mi cadde una lacrima, involontariamente, ma l'asciugai subito.
- Chi è per te ? - domandò, facendomi risvegliare dai ricordi.
Stava usando la mia stessa domanda.
- Chi ? -
- Non fare la finta tonda - sospirò.
Mi venne instintivamente da ridere.
- L'avevo chiesto io prima a te - le ricordai - Quindi devi rispondere tu -
- Non giustificarti - fece un finto sguardo serio - Facciamo così : prima parlo io e poi parli tu -
- Vuoi rubare notizie per dirle a tuo padre ? - dissi, alzando un sopracciglio.
- Non voglio notizie, voglio sapere perché stai così -
Sospirai.
- Va bene - mi arresi.
- Allora... - il suo sguardo si fece serio.
Si sedette a terra, vicino ad un albero, e imitai la sua mossa - Lui mi aveva salvato la vita... - strappò un ciuffo d'erba da terra, evitando di guardarmi - ...da mio padre -
Tutto era più chiaro. Finalmente avevo capito perché era così fredda con suo padre.
- Cosa ti aveva fatto tuo padre ? - cercai di sembrare disinteressata, ma in realtà ero molto curiosa.
- Vuoi saperlo perché ti importa o perché vuoi raccogliere notizie ? - mi guardò, alzando un sopracciglio.
- Perché mi importa -
Forse quella era l'unica parole dolce che ero riuscita a dirle durante tutta la giornata.
Rivolse lo sguardo alla Luna, che si poteva intravedere attraverso i folti rami degli alberi.
- Mio padre era arrabbiato. Se ricordo bene il motivo era perché un ragazzo, molto potente, quasi quanto lui, lo aveva minacciato chiedendo una grande somma di denaro - fece un sospiro - E sai com'era riuscito a minacciarlo ? Facendo amicizia con me. Quel ragazzo era mio amico. Aveva fatto amicizia con me solo per scoprire informazioni su di lui. La colpa era mia. In poco tempo lui sapeva tutto sulla mia famiglia e soprattutto su mio padre - le scivolò una lacrima - Avevo solo quindici anni, lui diciotto. Non avevo amici perché tutti credevano che avere un padre con contatti mafiosi significava evitare una bambina di quindici anni. Io volevo solo un amico. Io mi fidavo di lui - iniziò a piangere, spezzandomi il cuore.
Sapevo cosa provava : anche a me evitavano solo perché mio padre aveva contatti con mafiosi.
- Non sei sola...- mi venì da dire, e l'abbracciai, anch'io piangendo in silenzio.
- Un giorno mio padre... lo venì a sapere. Mi aveva puntato la pistola contro dicendomi che ero solo una traditrice. Vicino a me c'erano dei suoi soci, nessuno si mosse. Mio padre prese la pistola volendomi colpire, ma lui... - puntò lo sguardo sul terreno che pochi minuti prima avevamo risanato - si era fiondato su di me, ricevendo il colpo al posto mio - pianse ancora più forte - Riuscì a sopravvivere per un pelo solo grazie a lui -
La strinsi più fortemente a me, mentre lei nascondeva la tua testa in mezzo alle sue gambe.

Live or die ? ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora