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Nicholas

Reclino all'indietro il capo e lascio che l'acqua ghiacciata mi scivoli lungo tutto il corpo fino a toccare terra. I giorni passano e la situazione non cambia. Apro gli occhi e sento il bisogno di vederla. Il problema, però, è che dovrei dimenticarla.

«Posso entrare?»

Mi volto verso la porta.

«Un attimo!» , urlo, cercando di farmi sentire.

Chiudo il getto della doccia e allungo il braccio per prendere un asciugamano bianco che mi lego in vita.

«Adesso puoi entrare» , dico.

La superficie in legno si spalanca. Summer fa il suo ingresso in bagno a testa bassa. Si rigira un abitino giallo di Ellie fra le mani. Solleva il capo e sbarra gli occhi.

«Sei nudo» , afferma, visibilmente imbarazzata. Noto il rossore sulle sue gote.

«In realtà, non proprio» , constato.

Si volta di scatto e urta la porta con la fronte. Preoccupato, tento di avvicinarmi, ma lei tende il braccio verso di me e mi dice di starle lontano.
L'acqua, intanto, scende dai miei capelli e gocciola sul tappeto turchese su cui mi trovo.

«Non venire da me senza vestiti addosso» , sentenzia.

«Non ti piaccio?» , domando, divertito.

Si gira di scatto con gli occhi coperti da una mano.

«Volevo soltanto dirti che dobbiamo comprare dei vestiti nuovi ad Ellie. Ne abbiamo portati pochi qui a Los Angeles e questo le va stretto» , dice, ignorando totalmente ciò che le ho appena chiesto.

Continua a parlare, ma la mia mente inizia a fantasticare. Sono concentrato sul suo 'dobbiamo'. Mi fa sentire più vicino a lei. Mi scalda il cuore il suo preoccuparsi per mia figlia. Parla come se fossimo una famiglia. Non è soltanto una mia impressione, vero?

«Nicholas» , mi richiama, schioccandomi due dita davanti al viso.

Scuoto il capo e mi riprendo.

«Indosso qualcosa e andiamo al centro commerciale» , affermo.

Summer

Spingo il passeggino di Ellie e mi volto per osservare Nick. Ha gli occhi coperti, come al solito, da un paio di occhiali scuri. E' così bello da mozzare il fiato.
Distolgo subito lo sguardo. Non dovrei pensare queste cose. Potrei avere un fidanzato.
Un fidanzato che, però, ancora non si è fatto vivo. Torno ad osservare i movimenti del biondo con la coda dell'occhio. Sta analizzando ogni singola vetrina. E' il ventesimo giorno di Dicembre e i sentimenti per lui continuano a crescere. Il problema, però, è che non dovrebbero nemmeno esistere.

«Entriamo qui» , dice, portandomi una mano sulla spalla per fermarmi.

Annuisco e varchiamo la soglia del negozio. Non c'è nessuno, nemmeno una commessa.
Le piastrelle bianche del pavimento sono incredibilmente lucide. Riesco anche a specchiarmici.
Nicholas si guarda un po' intorno e poi si incammina verso uno scaffale. Lo seguo.
Afferra un abitino rosso e guarda la taglia. Ripone, qualche istante dopo, la gruccia e si china in avanti per cercare, fra gli altri capi identici ad esso, la misura giusta per la piccola.
Mi allontano dal biondo e inizio ad osservare gli indumenti che mi circondano. Afferro con una mano una scarpetta azzurra. E' incredibilmente piccola. Sento il cuore sciogliersi come una noce di burro sul fuoco. Non posso non pensare a quanto mi piacerebbe avere un bambino.
Faccio fatica a credere che la madre di Ellie abbia abbandonato lei e Nicholas e, allo stesso tempo, sono felice di essere qui oggi. Un braccio mi circonda le spalle. Sollevo il capo e mi ritrovo a fissare il volto di Nick.
Accarezza il punto in cui ha posato la mano con le dita.

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