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Summer

Ho passato gli ultimi giorni dopo il ritorno da Milano a girovagare per Los Angeles con gli altri nella speranza di ricordare qualcosa, ma non ho ottenuto alcun risultato. Inizio a temere che i miei ricordi siano perduti per sempre. Joe, seduto alla mia sinistra, improvvisamente, afferra il telecomando dal tavolino di cristallo posto davanti a noi e spegne il televisore. Il suo gesto mi risveglia dai miei pensieri. Fannie, seccata, protesta e lo colpisce con un leggero schiaffetto sulla nuca.

«Ti sei bevuto il cervello?» , gli chiede.

«Non mi piacciono i film romantici» , si limita a rispondere lui con una scrollata di spalle.

Edward, seduto comodamente su una poltrona poco distante dal divano su cui, invece, ci troviamo io, sua sorella, il mio amico e Nick, distende le gambe in avanti e si porta entrambe le mani sulle ginocchia. «Ti facevo un tipo sentimentale, Joe» , commenta.

Il moro dagli occhi azzurri si volta a guardarlo. «Non lo sono. Non amo nessuno, non ho amato nessuno e mai lo farò.»

Nick, alla mia destra, ridacchia.

«Tutti hanno avuto un primo amore» , afferma con sicurezza Fannie.

«Non tutti» , ribatte Joe.

«Ha ragione mia sorella, io ne ho avuto uno.»

Mi volto, curiosa, verso il biondo al mio fianco. Ha la schiena ben premuta contro il divano, una gamba accavallata e un braccio sulla pancia.

«La madre di Ellie?» , chiedo con un filo di voce.

Lui, divertito, sorride.

«Non mi sembra opportuno parlare di amore in riferimento a lei» , interviene Edward. Nick, concordando, annuisce.

«La conosciamo, Nick?»

Il biondo sorride e abbassa il capo. «Era una tua amica, Fannie.»

La castana sembra meravigliata. Si alza di scatto dal divano e viene a sedersi sul tavolino. Edward le dice di alzarsi perché potrebbe romperlo, ma lei lo ignora. Euforica, spinge la gamba sollevata di Nick sul pavimento e gli porta entrambe le mani sulle ginocchia. «Voglio sapere tutti i particolari!» , squittisce, curiosa.

Lui ride. «Non credo che ai presenti interessi» , tenta di dissuaderla.

«Hai incuriosito anche me» , affermo, non riuscendo a trattenermi.

Sento un leggero fastidio all'altezza dello stomaco. E' naturale che lui abbia amato un'altra persona. Ha avuto anche una figlia con un'altra donna. Il pensiero, però, mi infastidisce ugualmente.

Il biondo, sorpreso, si volta a guardarmi. «Alla luce delle mie più recenti esperienze, non so se posso definire 'amore' ciò che ho provato in passato. Forse, sarebbe più corretto parlare di cotta. E' stato, però, un sentimento molto forte.»

Tenta di non farsi vedere da Edward e mi accarezza le dita con la mano libera. Sollevata, sorrido. Nessuno, per fortuna, gli pone domande.

«Juliet!»

Ci voltiamo tutti verso Joe.

«Sì, proprio lei» , lo asseconda Nick.

Fannie sembra perplessa. Il biondo inizia a parlare e io mi concentro al massimo per immaginarmi le scene da lui descritte.

«Avevo ventidue anni e lei, invece, sedici. Era una compagna di classe di Fannie. Fannie che, prima di aver raggiunto quell'età, non aveva mai portato un'amica a casa. Preferiva incontrarsi con loro in città o in qualche bar. La vidi per la prima volta in cucina. Era paffuta e aveva gli occhi coperti da una spessa montatura rossa. Era abbastanza timida. I suoi capelli a caschetto e la frangetta me la facevano trovare incredibilmente tenera. Guardava in basso e, spaesata, aspettava che mia sorella la raggiungesse. Ci hai sempre messo molto a prepararti, Fannie.»

DownfallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora