Summer
Ho deciso di partire con gli Harrison nonostante i miei genitori me lo abbiano fortemente sconsigliato. Li preoccupa l'idea di mandare la figlia che hanno appena ritrovato in un altro continente con degli sconosciuti e, in fin dei conti, li capisco. Li capisco, ma voglio recuperare i miei ricordi e so che passare del tempo con la famiglia di Nicholas mi aiuterà.
«Abbiamo sei anni di differenza.»
Mi volto verso il biondo alla mia sinistra. Sta analizzando la carta d'identità che ho richiesto giorni fa e che, fortunatamente, è arrivata ieri a casa. Porto lo sguardo sul pezzo di carta che regge fra le mani. Fra qualche giorno, secondo quanto c'è scritto, sarà il mio compleanno. Compirò, se non erro, ventisei anni. Con la calcolatrice del telefono accerto il risultato e sì, a quanto pare, il quinto giorno di Gennaio sarà proprio il mio ventiseiesimo compleanno.
«Non osare dirmi che sono vecchio.»
Sorrido. Nicholas fa lo stesso. Gli è cresciuta di nuovo la barba. Non eccessivamente, ma gli è cresciuta. Mi scruta con i suoi occhi chiari e mi sento invadere dalla tristezza. Sono successe tante cose in pochi giorni e non ho ancora avuto modo di chiedergli come si senta dopo aver rivisto la sua famiglia.
«Come ti senti?»
Confuso, aggrotta le sopracciglia. «Un po' affamato» , afferma. «Non sono nemmeno le otto del mattino. Mi sono svegliato tardi e non ho avuto tempo di fare colazione» , aggiunge.
Gli porto una mano sul ginocchio e lui si fa improvvisamente serio.
«Hai rivisto la tua famiglia dopo tanto tempo. Come ti senti?» , chiedo di nuovo.
Inarca un angolo della bocca. «I miei genitori sono in pensiero per te e hanno, temporaneamente, dimenticato le nostre divergenze» , risponde. Copre con la sua mano la mia e mi accarezza le dita. «Quindi, direi che va tutto bene» , aggiunge.
«Che cosa ci fa lui qui?»
Sollevo appena lo sguardo per portarlo su Fannie, seduta di fronte a me. Edward, intento a sfogliare una rivista, arriccia il naso, infastidito dalla sorella che gli sta strattonando con insistenza il braccio. Mi guardo intorno e poi lo vedo. Joe corre verso di noi trascinandosi dietro a fatica il suo trolley blu. Nicholas, sorpreso, scatta in piedi.
«Che cosa ci fai qui?» , domanda.
Il castano ci raggiunge. Si porta le mani sulle ginocchia e si sporge in avanti per riprendere fiato.
«Ho convinto tuo padre a farmi venire con voi perché sono l'unico in grado di aiutarti a gestire i tuoi ricorrenti attacchi di panico.»
Nick inarca un sopracciglio. Edward e Fannie, in silenzio, meravigliati tanto quanto me, osservano i due amici.
«Non soffro di attacchi di panico» , afferma il biondo con sicurezza.
Joe ghigna. «Io lo so» , lo informa. Viene a sedersi accanto a me e mi circonda le spalle con un braccio. «Ma tuo padre no» , aggiunge.
Edward, divertito, sorride e scuote il capo. Fannie protesta, ma non ci faccio caso. Un sorriso mi compare sul volto. L'idea di viaggiare con un amico rende questa situazione assurda più sopportabile.
«Sei incredibile» , commenta Nicholas.
Joe sorride. «Tu più di me. Parti per la capitale della moda e non ti viene in mente di portarmi con te. Fortunatamente, però, ho sempre idee geniali.»
Con la coda dell'occhio noto che il signor Harrison e sua moglie ci stanno raggiungendo. Sono incredibilmente puntuali. Lo schermo alla mia destra, infatti, indica che, proprio adesso, il volo per Milano è pronto.
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Downfall
Romance[Finalista dei Premi Watty 2018] Sono tutti vittime e colpevoli allo stesso tempo. Il passato li perseguita e, in qualche modo, li lega. Un segreto, capace di sconvolgere l'equilibrio venutosi a creare, incombe sulle loro vite.