21

531 45 5
                                    

Summer

Edward tenta di avvicinarsi a me, ma Nicholas mi si para davanti.

«Summer ha perso la memoria. Non sa chi siete» , spiega ai suoi fratelli.

Lascio Ellie fra le braccia di Zoe e affondo le dita della mano destra nella spalla del biondo. Mi gira la testa. Mi sento confusa. Nick trema. Ruota appena il capo e mi rivolge un sorriso incoraggiante.

«Andrà tutto bene» , sussurra.

Non ci credo. Continua a dire altro, ma non percepisco le sue parole. Sento tutto ovattato e la cosa mi spaventa. Mi spaventa l'idea di svenire. Mi spaventa l'idea di perdere i sensi in un momento del genere. Mi lascio cadere sulle ginocchia e mi porto entrambe le mani alle tempie. Non riesco a vedere bene. Sento delle urla, ma non ci faccio caso. Mi accascio a terra e chiudo gli occhi.

*
Schiudo appena le palpebre e metto a fuoco ciò che si trova accanto a me. Sono distesa in un letto a baldacchino. Le pareti della camera sono color avorio e alla mia sinistra c'è una finestra. Delle dita stanno stringendo il palmo della mia mano destra. Sollevo lo sguardo e la vedo. E' la sorella di Nicholas. I capelli ondulati e castani, un po' biondicci, le ricadono sulle spalle. Spalanca i suoi grandi occhi scuri e tira un sospiro di sollievo.

«Sei sveglia, finalmente» , constata.

Si sporge in avanti e mi stringe in un abbraccio. Preme i suoi zigomi pieni contro la mia gota. La situazione mi lascia spiazzata. Non ricordo nemmeno il suo nome e mi rattrista non sapere che tipo di rapporto avessi con lei. Sembra molto legata a me. Si allontana dal mio viso e si lascia ricadere sulla poltroncina color panna che costeggia il materasso. Una lacrima le riga una guancia.

«Quello che sta accadendo non mi sembra vero» , afferma.

Abbassa il capo e mi viene naturale stringerle una mano. Solleva lo sguardo, sorpresa.

«Vorrei ricordare tutto per farti stare meglio» , ammetto, sincera.

Intenerita, sorride.

«Fingerò che tu sappia che mi chiamo Fannie e che sono la tua migliore amica. Così, sarà meno doloroso spiegartelo.»

Accenno un sorriso, dispiaciuta. Improvvisamente, bussano alla porta.

«Chi è?» , le chiedo.

«Non lo so» , risponde. «Probabilmente Edward o Nicholas, ma non ne sono sicura. Erano tutti in pensiero per te» , aggiunge. Si gratta il mento con fare pensieroso. «Ma ho mandato tutti via per rimanere qui da sola fino al tuo risveglio. I miei fratelli, però, sono rimasti in corridoio» , mi informa.

Colpiscono di nuovo la superficie in legno e Fannie, seccata, si alza per andare ad aprire. Nicholas ed Edward piombano nella stanza. Mi metto seduta e mi passo una mano fra i capelli per aggiustarli. Sicuramente, ho un aspetto orribile.

«Come stai?» , mi domandano i due, quasi all'unisono.

«Meglio» , mormoro, imbarazzata.

Fannie si avvicina al biondo e lo afferra per le spalle. «Vi lasciamo soli» , afferma. Spinge Nicholas verso la porta e lui, deluso, mi rivolge un'occhiata. Vorrei alzarmi e raggiungerlo, ma non ne ho le forze. Vorrei urlargli di restare qui con me perché ho bisogno soltanto di lui. Avrò sempre bisogno soltanto di lui. Non voglio, però, metterlo in imbarazzo con i suoi fratelli. E' una situazione difficile. Anzi, difficile è un termine abbastanza riduttivo. Ero la fidanzata di suo fratello prima di perdere la memoria. Edward chiude la superficie in legno alla sua sinistra e poi viene a sedersi accanto a me. Accascia la testa contro la mia mano e inizia a piangere. Mi viene spontaneo portargli una mano sulla nuca. Gli accarezzo con delicatezza i capelli e lui solleva appena il viso. Ha gli occhi rossi e gonfi. Sono chiari come quelli di suo fratello. Mi ferisce il pensiero di aver dimenticato il mio amore per lui. Di aver dimenticato lui.

DownfallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora