<< Finalmente siamo arrivate... >>.
Hoshiko saltava dalla gioia, a contrario di me che ero esausta, il viaggio era stato straziante e particolarmente noioso. Odio i viaggi in aereo. L'aereoporto di Busan era enorme, ne rimasi letteralmente incantata. Avevo i libri in mano, lo zaino era troppo pesante, mentre con la destra portavo la valigia. Alzai lo sguardo verso il secondo piano dell'aereoporto, dove c'erano ristoranti e sale giochi. Eravamo andate a Busan perchè dovevo completare il corso di lingua coreana per avere il certificato in una scuola privata lí in città. Hoshiko si era giá avviata verso le scale, stavamo morendo di fame.<< Hoshiko, aspett... Ouch! >>. Caddi a terra con un sonoro tonfo, insieme ad i libri che si sparsero per il pavimento liscio e bianco dell'aereoporto. Restai immobile per terra cercando di capire cosa fosse successo, e mi accorsi solo dopo di aver urtato qualcuno. Mi alzai di corsa per raccogliere i libri, continuando a scusarmi con quella persona. La sua mano sfiorò la mia sul manga, io mio preferito, che stavo per raccogliere. Alzai lo sguardo, incrociando due occhi color nocciola, contornati da un paio di occhiali sottili e rotondi; aveva il viso coperto da una mascherina nera, e un cappuccio alzato sopra i capelli anch'essi castani. I lineamenti del suo viso erano a dir poco perfetti, e nonostante avesse la felpa, doveva avere un fisico mozzafiato. Rimanemmo a fissarci per qualche secondo, finchè il ragazzo non ruppe il silenzio. << Mi dispiace, non ero attento. Ti sei fatta male? >>.
La sua voce. Dio, quella voce. Così soave, delicata, leggermente profonda e così familiare...
<< Oh... N-No, sto bene... >>. Il ragazzo sospirò sollevato, per poi porgermi il manga.
<< Anche io adoro questo manga! >>. Sviai lo sguardo imbarazzata, accorgendomi delle mie guance andare a fuoco solo in quel momento. Sussurrai in modo che potesse sentirmi solo lui. << A-Anche io... >>.
Mi fissò per qualche secondo, per poi salutarmi con un gesto della mano ed andarsene verso un gruppo di altri sei ragazzi vestiti simile a lui. Continuavo a fissarlo, avevo la netta sensazione di conoscere quel tipo. La voce squillante di Hoshiko mi fece scendere dalle nuvole. << Manami, muoviti, sto morendo di fame! Che stai combinando? >>. Mi voltai, vedendo mia sorella giá al piano di sopra che mi squadrava dalla ringhiera. << Niente... arrivo. >>.
Ero persa nei miei pensieri, mentre Hoshiko sventolava la mano davanti la mia faccia attirando la mia attenzione. << Ehi, Manami, mi stai ascoltando? >>.
La guardai negli occhi quasi sorpresa. << Oh... no, scusami. Senti, Hoshiko, hai visto quel ragazzo con cui stavo parlando? >>.
<< Si, ti stavo per chiedere chi fosse, prima di accorgermi che eri nel mondo delle nuvole. >>.
<< B-Beh... so che può sembrare strano, ma credo di aver già visto quel ragazzo... >>.
Hoshiko si portò una mano sotto il mento, pensierosa, mentre poggiava lo sguardo sul pranzo che ci portò una cameriera. << Non saprei, forse lo hai visto a Tokyo da qualche parte... >>.
Mangiammo in silenzio, per poi uscire dall'aereoporto e chiamare un taxi. Le nostre facce rimanevano incollate al finestrino, attirate dalle meraviglie che racchiudeva quella città. Era estate, e siccome l'hotel era sul mare, passammo il pomeriggio in spiaggia, lei a divertirsi ed io a studiare. Volevo a tutti i costi quel diploma, altrimenti avrei perso solo tempo. La cultura coreana e le sue tradizioni mi attiravano fin da quando ero in tenera età. Iniziai a studiare la lingua a 15 anni, ma dopo tutti gli avvenimenti, decisi di abbandonarla. Ripresi a studiare a 18 anni, dopo essermi ripresa dalla depressione, volevo concentrarmi solo su quello, anche se, in quella spiaggia, riuscivo a concentrarmi solo su due grandi occhi color nocciola, cercando di ricordare dove li avessi già visti.
Dovetti trascinare a forza mia sorella fuori dalla spiaggia, avevo bisogno di tranquillità per studiare. Passammo per la città, in un'ampia e grande strada affollata. Un negozio attirò la nostra attenzione, anzi, in particolare un cartello esposto sulla vetrina del negozio: "Prova a vincere due biglietti del prossimo concerto dei BTS! Pesca e tenta la sorte!".
Hoshiko mi guardava con occhi da cucciolo supplicante, ed io sbuffai scocciata. << D'accordo. >>.
Mi saltò addosso, urlando leggermente felice, per poi entrare senza nemmeno aspettarmi dentro il negozio. C'erano gadget di qualsiasi gruppo coreano, ed al centro, un enorme cassa piena di piccole scatole rosa con sopra il logo dei BTS ed un cartello come quello sulla vetrina.
<< Avanti, Manami, sei tu la fortunata qui. >>.
<< Eh? >>.
<< Forza, pesca! >>.
<< Lo sai che sono sfigata, sorellina, prenderò un gadget di sicuro. >>.
<< Meglio di niente, dai! >>.
Il mio sguardo si perse tra quelle centinaia di scatoline rosa. Infilai la mano nella cassa, in fondo, e ne presi una a caso. Pagammo ed uscimmo dal negozio, mettendo la scatola dentro il mio zaino verde.
<< La aprirai non appena torneremo in hotel, e se farai casino mentre studio, ti rispedisco a Tokyo da mamma. >>.
<< Oh, eddai Manami! Divertiti, hai un mese di tempo! >>.
Non diedi peso alle lamentele di Hoshiko. Io sapevo di essere sfigata in questo genere di cose. Sapevo di aver pescato un gadget o una collana, anche se, stranamente, quella scatolina rosa sembrava troppo leggera per contenere un portachiavi.
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Love Tickets
FanfictionJungkook X Reader Cosa accadrebbe se vincessi una vacanza con il tuo gruppo preferito e il tuo idolo? Questo è quello che è successo a Manami, una ragazza uscita da poco dalla depressione grazie a sua sorella Hoshiko per via di una canzone che le de...