3. Airplane

389 21 0
                                    

Il mese di luglio passò in fretta, proprio come speravo. Non vedevo l'ora di trovarmi difronte a quei sette ragazzi che tanto ammiravo grazie a mia sorella. La mattina dopo sarebbe venuto il manager a prenderci; mia sorella correva per la casa come una pazza, cercando qualsiasi cosa potesse portarsi. Io, escludendo i vestiti e il necessario, optavo per il mio set per disegnare e il mio manga preferito, lo avrei letto mille volte senza mai stancarmene. Mi guardai un'ultima volta intorno, nel caso avessi dimenticato qualcosa, e in quel momento i miei occhi caddero su una piccola scatolina blu notte. Sapevo benissimo cosa c'era lì dentro. Qualcosa che non avrei più dovuto usare, la causa dei miei tagli sulle braccia. Quella dannata scatola, non avrei dovuto più prenderla, anzi, avrei dovuto buttarla via; eppure, la mia mano la afferrò e la ripose nello scomparto più nascosto della valigia. Non dovevo portarla con me, ciononostante, qualcosa mi diceva che ne avrei avuto bisogno. 

Poggiai la valigia accanto la porta, e poi misi nel mio zaino i miei effetti personali con il set per disegnare. Non ne valeva la pena metterlo nella valigia, poteva rompersi qualcosa. Ad un certo punto, Hoshiko fece irruzione nella mia stanza, urlando come una pazza. << Manami! Hai fatto le valigie?! >>.

<< Dio, Hoshiko, mi hai fatto prendere un colpo! >>. Mi portai la mano al petto, sentendo il mio cuore battere velocemente. << Si, le ho appena fatte, ora esci che voglio dormire, dobbiamo svegliarci presto domani. >>.

Spinsi Hoshiko fuori dalla mia camera, ma rimasi pietrificata sul posto quando lei mi abbracciò fortemente. << Grazie, Manami. >>.

Ricambiai l'abbraccio solo dopo qualche secondo. << E di cosa? >>.

<< Per aver convinto mamma a farmi venire con te. Sai, mi avrebbe messa a studiare tutto il mese, la conosci... >>.

Ridacchiai sonoramente. << Tranquilla. Ora vai a dormire, su. >>. Lei annuì energicamente, mostrandomi un sorriso a trentadue denti così lucente che quasi mi contagiò.

Chiusi la porta, buttandomi a peso morto sul letto. Non sarei mai riuscita a dormire sapendo che la mattina dopo avrei incontrato i BTS, così accesi il telefono e iniziai a vedere video di qualsiasi genere, finchè non mi addormentai da sola. 

La sveglia quasi mi fece spaventare. Avevo dormito si e no un'ora e mezza per colpa dei pensieri che mi balenavano per la testa. E poi, come potevo dormire sapendo che il giorno dopo avrei incontrato il mio gruppo preferito? Mi alzai di corsa, correndo in bagno per farmi la doccia. Il manager sarebbe arrivato tra un'ora, ed io ci mettevo sempre tanto tempo per prepararmi.

Misi un pantaloncino nero con una maglietta bianca e da sopra la felpa della puma. Si, faceva caldo, ma non volevo mostrare certe cose alle persone. indossai le mie fidate vans nere, e andai a controllare Hoshiko a che punto fosse. Mi bloccai sul posto, notando che lei era già pronta con le valigie difronte la porta. << Finalmente sei pronta, Manami! >>.

<< Guarda che ci ho messo solo mezz'ora. >>.

<< Solo?! >>.

<< Ragazze, non litigate proprio oggi! >>. Mia madre entrò nel salotto, finendo di sistemarci, e facendoci le solite raccomandazioni del tipo "Chiamate appena arrivate, ogni sera voglio un messaggio, fate attenzione" e cose varie, alle quali io non diedi assolutamente peso.  Intravidi una limousine nera fermarsi davanti il vialetto di casa mia. << Oh mio dio. Ditemi che è uno scherzo. >>.

<< MA È FANTASTICA! >>.

Un uomo uscì da quella limousine, ovvero quello che dovrebbe essere l'autista, e si avvicinò a noi. << Siete le signorine Manami e Hoshiko Okamoto? >>.

<< Si, siamo noi! >>. 

<< Il signor Sejin vi sta aspettando all'aereoporto. >>. 

Hoshiko si voltò verso di me. << Hai sentito?! SEJIN, IL LORO MANAGER! >>. Hoshiko stava urlando come una matta, e mentre l'autista metteva le valigie nel bagagliaio, noi salutammo nostra madre.

L'interno di quella macchina era spettacolare: i sedili contornavano l'auto, ed erano di pelle (ovviamente non vera), al centro c'era un tavolino e nell'angolo un frigo bar, con affianco un tavolo con un cesto di frutta sopra. Le luci a led blu erano rilassanti. L'autista si affacciò dal finestrino. << Se desiderate, potete riposare, l'arrivo è previsto per le ore dieci siccome l'aereoporto è lontano. I sedili, con i telecomandi sulla vostra destra, possono anche essere abbassati. Vi auguro un viaggio calmo e rilassante. >>. L'autista salì sulla postazione del guidatore, e l'auto partì poco dopo.

<< Manami... è fantastico! >>.

<< Già... >>. "Bene, se il viaggio dura quattro ore ne approfitto per riposare.". Presi il cellulare e le cuffiette, facendo partire la mia playlist. Stesi il sedile con il telecomando, e chiusi gli occhi, aspettando di arrivare a destinazione.

[...]

Sentii l'auto arrestarsi. Aprii gli occhi, ritrovandomi ancora nella limousine. Mi affacciai, notando che eravamo appena arrivati all'aereoporto. Svegliai mia sorella, ancora tra le braccia di Morfeo. << Hey, Hoshiko, svegliati. Siamo arrivate. >>.

Ottenni dei mugugni da parte sua, e mentre si stropicciava gli occhi, la portiera della limousine si aprì, mostrandoci l'autista. << Siamo arrivati. Spero che il viaggio non vi abbia causato problemi. >>.

<< N-No, grazie mille. >>. L'autista fece un inchino. Ad un certo punto, un signore si affacciò da dietro l'auto. << Salve ragazze. Siete voi Manami e Hoshiko Okamoto? >>.

<< S-SI. >>.

<< Bene. Non preoccupatevi dei bagagli, ci penserà l'autista a farveli portare in aereo. Ora vi prego di seguirmi. >>. "Aereo?! Oh no. Odio i viaggi in aereo.".

Stavamo camminando verso quella che sembrava la pista di atterraggio degli aerei. << Permettetemi di presentarmi. Sono il manager dei BTS Sejin, lieto di conoscervi. I BTS hanno voluto farvi la sorpresa di venire a prendervi all'aereoporto, infatti vi stanno aspettando vicino l'aereo. >>.

Io e mia sorella ci guardammo sorprese negli occhi. << Inoltre, oggi lo passerete liberi come volete, in giro per la città, poi inizierete domani il campeggio. Il resto del programma ve lo comunicherò successivamente. >>.

<< Signor Sejin, ma dove staremo? Intendo, in quale città? >>.

<< A Seoul starete, mi sembra ovvio! >>.

"Wow...". Andai solo una volta a Seoul, per un corso di una settimana di lingua, prima di andare a Busan per completarlo. Finalmente arrivammo sulla pista d'atterraggio. L'aereo privato si riconosceva subito: aveva il simbolo della Big Hit Entertainment sopra, completamente bianco.

Avvicinandoci di più, notai qualcuno vicino agli scalini dell'aereo, più precisamente un gruppo di sette ragazzi. Il mio cuore iniziò a battere più velocemente. << MANAMI! SONO LORO! >>.

Sembrò che ci avessero notato, perchè si voltarono tutti verso di noi. Abbastanza vicine, il mio sguardo passò di volto in volto, riconoscendo Jimin, Tae, Jin, J-Hope, Rap Monster, Suga ed infine, Jungkook. I miei occhi rimasero incollati al suo viso, e quando il suosguardo si incastrò nel mio il cuore mi batteva talmente forte che rischiava di farmi un buco nel petto. Ma c'era qualcosa, nel suo sguardo. Sembrava sorpreso di vedermi. "No, è solo la mia impressione.". Era solo la mia impressione... vero?

Love TicketsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora