19. Spring Day

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Buttai lo zaino al lato della scrivania, ed io mi lanciai sul letto, esausta per le poche ore di sonno che avevo, e anche perchè la scuola era stancante. Il professore aveva anche chiamato mia madre, che continuava a scusarsi per il mio comportamento "sbagliato". Entrò in camera, trovandomi stesa sul letto. << Manami? >>.

<< Cosa c'è, mamma? >>.

<< Posso entrare? >>.

<< Per farmi un'altra ramanzina anche tu? No, grazie. >>.

Mia madre entrò lo stesso, sedendosi sul letto accanto a me. << Tesoro, non puoi ridurre di nuovo il tuo corpo ad uno strazio. Lo so che ti manca, ma... >>.

Interruppi mia madre. << Lo so, mamma, ma... io... l'ho detto anche a Hoshiko, che appena trovo qualcuno che mi ama, non ho la possibilità di stargli vicino! >>.

<< Beh, è un cantante, di un gruppo famoso per altro, è normale che non può stare così senza far nulla, e poi si stanno preparando per un concerto giusto? >>.

<< Si... >>. Premetti la faccia contro il cuscino. Sentii la mano di mia madre poggiarsi sulla mia spalla.

<< Dai, quel concerto che faranno questa sera a Busan almeno lo trasmetteranno in TV, puoi guardarlo da lì. >>.

<< Mamma, vedere un concerto in TV e vederlo live sono due cose completamente diverse. >>.

<< Lo so, tesoro, ma al momento dovrai accontentarti di vederlo così. >>.

Alzai la testa dal cuscino per incrociare gli occhi blu notte di mia madre. Lei aveva origini italiane, ma venne in Giappone all'età di circa 5 anni per vivere dai nonni. Qui conobbe mio padre, giapponese in tutto, e si sposarono all'età di circa 25 anni. 

<< Io ora ritorno a cucinare. Se ti interessa, il concerto inizia alle 21:30. >>. 

<< D'accordo. >>.

Mia madre era sull'uscio della porta, ma la bloccai richiamando la sua attenzione. << Mamma? >>.

<< Si? >>.

<< Grazie. >>.

Mia madre sorrise premurosamente, per poi socchiudere la porta e scendere al piano di sotto in cucina. Io sapevo che quella sera c'era il concerto, e sapevo anche l'ora, ma in quel momento avevo dimenticato tutto per colpa della stanchezza. 

Decisi di riposarmi, e domani avrei iniziato a riprendere lo studio, non avevo intenzione di rovinare la mia media l'ultimo anno di scuola. Mi svegliai verso le sette, proprio in tempo per la cena.

Accesi la TV in salotto e mi buttai sul divano seguita da Hoshiko, mentre i nostri genitori andarono a dormire, dandoci la buonanotte. Erano solo passati quattro giorni da quando ci eravamo divisi dai Kookie e Jimin, ma già non vedevamo l'ora di vederli in diretta live. 

La prima canzone che fecero fu "Airplane pt. 2". Entrò prima Jungkook, e iniziò a cantare seduto su una sedia. Non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi, che fissavano intensamente la telecamera. Poi comparve Jimin, che prese il microfono dalle mani di Jungkook e continuò a cantare. Man mano comparvero tutti, anche se la mia attenzione era completamente catturata da Jungkook. 

Dopo aver fatto "Fake Love", "Anpanman" e "Blood Sweat and Tears", Jungkook si avvicinò al cameraman sopra il palco, davanti al pubblico. << Vorrei dedicare la prossima canzone ad una persona speciale. >>.

Il pubblico urlava cose del tipo "Chi è?", "Sarà un membro dei BTS?", ma io avevo capito a chi si riferisse. Jimin si avvicinò affianco a Jungkook, per parlare al microfono. << Ed è per questo che questa canzone la canterà solo lui! >>. A quel punto, tutti gli altri ragazzi dei BTS si sedettero per terra a gambe incrociate, lasciando solo Jungkook in pedi più avanti a loro, con le luci puntate addosso.

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