18. Lost in the dream

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Queste due settimane passarono così in fretta. Non ero nemmeno attenta a scuola, nonostante era iniziata da poco; la sera non dormivo, così i classe i miei occhi si chiudevano sempre di più. La sera del concerto arrivò, ed io non sapevo come vestirmi. "Beh, visto che è un loro concerto allora metterò questa maglia.". Era una maglia semplice, nera con sopra il simbolo dei BTS. Da sotto misi una gonna nera, le vans e misi il berretto nero con i due anellini d'acciaio sul lato della visiera. Il concerto si teneva allo stadio al centro di Tokyo, così ci accompagnò nostra madre con la macchina. Mia sorella continuava a saltellare sul posto per l'eccitazione, mentre io continuavo a sistemarmi i capelli, nervosa. Finalmente avrei rivisto Jungkook, dopo due settimane di sole chiamate e messaggi. Scendemmo dall'auto, salutando nostra madre, e ci avviammo verso lo stadio. Era enorme, per trovare l'entrata ci mettemmo un sacco di tempo, tra indicazioni e stradine sbagliate. 

Ci avviammo nei posti avanti, più sotto il palco. Era uno dei privilegi del biglietto vip avere il posto sotto il palco, e poi andare nel backstage durante il primo tempo e alla fine del concerto, 10 minuti a volta. In quel momento, un messaggio attirò la mia attenzione.

Kookie <3: Dove ti trovi?

Manami*: Sono sotto al palco, vicino alle transenne sulla destra. 

Kookie <3: Ok, perfetto.

Manami*: Perchè me lo chiedi?

Dopo quel messaggio, Jungkook non mi rispose più, probabilmente stavano per iniziare. Lo stadio presto si riempì di persone, e il concerto ebbe inizio dopo circa un'ora. Sul palco ci fu un'enorme quantità di fumo, dal quale comparvero tutti e sette i ragazzi, iniziando la coreografia di DNA. Non appena si sentì Jungkook fischiare la melodia dell'inizio della canzone, il pubblico iniziò ad urlare più forte che avrebbe potuto. << JUNGKOOK TI AMO, TI PREGO GUARDAMI! >>. Urlò la ragazza di fianco a me, ed io non potei non pensare che non avrebbe mai avuto speranze. Le coreografie che seguirono furono "Fake Love", "Airplane pt. 2", "Anpanman", "MIC Drop" e "Boy in luv". Ricordavo bene la scena del video in cui Jungkook dà la rosa alla ragazza, per poi fare una specie di dichiarazione. Durante il secondo ritornello, il bodyguard davanti a me aprì le transenne, prendendomi per il braccio e spingendomi fuori, per poi richiuderle in quel momento per evitare di far fuoriuscire le altre fan. Alzai lo sguardo curiosa verso il palco, e vidi J-Hope correre giù dal palco sotto le grida delle fan e mi prese per il polso. << J-HOPE? CHE SUCCEDE?! >>.

<< Stai tranquilla! >>.

Arrivammo sul palco, e mi portò al centro della passerella, per poi tornare indietro. << Cos... >>. Mi voltai verso i BTS, che mi guardavano divertiti mentre cantavano il ritornello della canzone, salutandomi anche. Però, non riuscii ad intravedere Jungkook. Anzi, lui arrivò dall'altro lato del backstage, tenendo lo sguardo fisso su di me. Stava puntando proprio verso di me mentre camminava, finchè non si trovò a pochi centimetri dal mio corpo. Iniziò a cantare la parte proprio dopo il ritornello, quella scena del video che proprio poco prima avevo immaginato. Finita quella parte, non partì il resto della canzone, ma si fermò, e calò un silenzio tombale, anche da parte delle fan. 

<< Cosa sta succedendo... >>.

Jungkook non mi rispose, ma si limitò a sorridermi dolcemente. Ad un certo punto, cacciò una rosa da dentro la giacca, porgendomela delicatamente, ed io la afferrai titubante, ma anche un po' imbarazzata per tutte le grida delle fan. Un battito perso. Il silenzio tornò a regnare nello stadio: iniziai a guardarmi intorno, finchè Jungkook non attirò la mia attenzione mettendosi in ginocchio davanti a me. "Cosa... perchè? Perchè lo stai facendo? Non è quello che sto pensando, giusto?". Le mie mani tremavano, le gambe stavano iniziando a rammollirsi, e la mia fronte era impregnata di fredde goccioline di sudore. Due battiti persi. Jungkook non aveva mai staccato gli occhi dai miei. Quegli occhioni color nocciola riuscivano sempre a tranquillizzarmi, ma quella volta nemmeno la sua presenza riusciva a calmarmi. Jungkook cacciò dalla tasca della giacca un piccolo cofanetto blu notte, posizionandolo proprio davanti i miei occhi. Quando lo aprì, un anello sottile d'argento con un piccolo smeraldo incastonato in esso fece la sua comparsa, dando inizio ad un'altra serie di urla da parte delle fan. Io, sbiancai di colpo, spalancando gli occhi. Tre battiti persi. Le lacrime premevano contro i miei occhi, non volevo piangere, ma ci sarebbe mancato poco che sarei svenuta. Jungkook si aggiustò il microfono, rompendo il silenzio che si era creato. << Manami Okamoto. >>. Il cuore batteva troppo forte. << Vuoi sposarmi? >>.

Quattro battiti persi. O il cuore si era proprio fermato? Non riuscivo ad emettere suoni per vari motivi, come le lacrime che stavano scendendo a cascata, o il silenzio che si era creato per l'ennesima volta, o anche il respiro troppo affannato e pesante. Mi voltai verso gli altri ragazzi: chi annuiva, chi piangeva per la commozione, chi mi alzava il pollice. Mi voltai verso il pubblico, intento a guardarmi in attesa di una risposta. Infine, i miei occhi si incastrarono di nuovo in quelli di Jungkook, che per tutto il tempo non aveva fatto altro che fissarmi immobile, in attesa di una risposta. Non riuscivo a parlare. Tutto ciò che riuscii a fare fu annuire portandomi le mani davanti il viso per l'imbarazzo, e in quel momento lui si alzò e mi strinse a sè in un abbraccio fortissimo, per poi infilarmi l'anello al dito. Accompagnati dalle urla del pubblico, gli altri ragazzi dei BTS urlavano nel microfono, venendoci incontro per poi abbracciarci tutti insieme, e in quel momento Jungkook rivelò tutta la nostra storia, da com'era nata fino a quel punto. 

Il resto del concerto lo seguii da dietro il palco, altrimenti le fan mi avrebbero assalita. Appena finì lo spettacolo, i ragazzi vennero nel backstage dove già mi trovavo. Mi abbracciarono di nuovo tutti insieme, per poi lasciare spazio a Jungkook. Mi prese da sotto le braccia, sollevandomi, e mi baciò delicatamente. Quando mi posò di nuovo a terra, mi strinse di nuovo in un abbraccio. << Kookie? >>.

<< Si? >>.

<< Ma non siamo troppo giovani per sposarci? >>.

<< Aspetterò il tempo necessario, ma adesso devi svegliarti. >>.

<< Cosa? >>.

<< Svegliati, Manami. >>.

<< SVEGLIA! >>. Alzai la testa di scatto dal banco, cercando di capire cosa fosse successo. Alzai lo sguardo difronte a me, dritto negli occhi del professore di matematica che mi guardava più che arrabbiato. << Signorina Okamoto, ha intenzione di dormire tutta la giornata? Se aveva sonno poteva rimanere a casa! >>.

<< Oh... mi scusi, professore... >>.

<< Sono già tre giorni di fila che è sempre la stessa storia, alla fine dell'ora ci vediamo nell'ufficio del preside. >>. Il professore tornò a spiegare dinanzi la lavagna, mentre io abbassai lo sguardo rassegnata, mentre si alzavano alcuni mormorii da parte dei miei compagni di classe.

"Di nuovo lo stesso sogno...". Ormai la lezione era praticamente finita, seguire le poche parole del professore era inutile, mi sarei fatta prestare il quaderno da Mikasa.

Uscita dall'ufficio del preside per l'ennesima ramanzina, intravidi Hoshiko aspettarmi davanti il cancello per tornare a casa insieme. << Hai di nuovo dormito in classe? >>.

<< Già... >>.

<< Manami, devi dormire a casa, lo so che ti manca Kookie. Anche a me manca molto Jimin, ma non puoi ridurti a un'ora di sonno al giorno! >>.

<< Si... hai ragione, ma è più forte di me... quando finalmente trovo qualcuno che mi ama per quello che sono, non posso stargli accanto... >>.

<< Devi resistere questa settimana e mezza, poi potremo vederli al concerto, d'accordo? >>.

Annuii, per poi perdermi a guardare gli alberi di ciliegio lungo il viale per tornare a casa, piena di pensieri. "Una settimana e mezzo...". << E comunque, cos'è che sogni di tanto bello da farti dormire in classe? >>.

<< Oh, niente di particolare. >>.

"Niente di particolare...". Al pensiero del sogno, sorrisi inconsciamente, sotto lo sguardo confuso di Hoshiko. 


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