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Dopo un primo momento di totale confusione, presi coraggio, e componendo il numero di Jimin, il mio migliore amico, aspettai che rispondesse.
«Pronto, Tae? » esclamò con la sua solita voce pimpante. In sottofondo sentivo voci discutere e qualche base musicale essere riprodotta ad alto volume e ricordai solo allora che mi avesse avvertito di un possibile impegno allo studio di registrazione, dove di li a poche settimane avrebbe dovuto incidere le nuove canzoni del suo nuovo album. All'improvviso mi sentii in colpa per averlo disturbato.

«Ehi, Chim...» mi schiarii la voce, ancora roca a causa del pianto. «Quando tornerai a casa?»
«Non hai letto il messaggio che ti ho inviato? Resterò da Hoseok, probabilmente.»
Non seppi come sentirmi a quella notizia; forse ero sollevato perché avrei potuto sfogarmi tutta la notte, senza la costante preoccupazione di essere sentito dall'altro, ma in cuor mio sentivo il bisogno di avere qualcuno accanto a me.
Ma non era Jimin la persona che volevo, purtroppo.
«Oh, in realtà non ho ancora controllato. Deve essermi sicuramente sfuggito...» presi a giocherellare con il laccio della tuta che stavo indossando e provai a trattenere un sospiro di sconforto.

Non era mia intenzione rovinare i suoi piani, ma ero disperato e confuso. La notizia del tuo matrimonio mi aveva scombussolato e avevo la necessità di parlarne, di far uscire fuori ogni pensiero dalla mia mente che sembrava star per scoppiare da un momento all'altro. Non lo feci, comunque. Non ero più abituato a parlare di te.
Sentii il groppo in gola farsi di nuovo presente e mi pentii di aver chiamato Jimin, semplicemente perché sapevo avrebbe capito che qualcosa non andasse e questo gli avrebbe rovinato la serata. Non lo volevo.

Dopo un breve silenzio, infatti, mi domandò: «Tae, ma stai bene?»
«Sì. Si, perché?» mentii, ma la mia voce risultò un flebile sussurro che mi costrinse a mordermi il labbro per evitare di far scappare dalla mia bocca uno dei tanti lamenti che non ero riuscito più a trattenere da quando mi avevi chiamato, perché il solo pensarti mi faceva male, Jungkook. Tu mi facevi male.

Alla fine scoppiai comunque, però. Mi era davvero difficile fingere che stessi bene quella sera. Non avevo le forze per far finta di nulla.
«Non lo so, è che sei strano. Sta mattina ti ho lasciato e sembrava tutto a posto, però ad-...Taehyung?» si bloccò all'istante appena sentì il primo di una lunga serie di singhiozzi.
Credimi, ci avevo davvero provato, ma non ce la facevo più, Kook. Non ce la facevo più.
Mi avevi distrutto il cuore per la seconda volta e non te ne eri neanche reso conto.

«Taehyung, ma stai piangendo? Che succede?»
Aspettai un attimo, tentando di regolarizzare i miei respiri e, portando una mano ad asciugare la guancia ormai bagnata, balbettai:
«Mi ha chiamato.»
«Ti ha chiamato?» domandò confuso «Chi ti ha chiam- Oh cazzo...» Jimin rantolò all'improvviso, forse avendo capito che mi stessi riferendo a te. Non so cosa successe nel frattempo, ma le voci di poco prima si fecero piano piano sempre più lontane e sentii dall'altro capo del telefono una porta sbattere.

«Eccomi, scusami, sono qui. » ci fu un momento di pausa, poi continuò: «È Jungkook che ha chiamato, vero?»
Mugugnai assecondandolo, ma non avendo le forze di parlare di nuovo. «E tu...» esitò per qualche istante, come se avesse paura di domandare. «E tu gli hai risposto?»

«Non ho avuto il coraggio.»
«Però deduco che tu sappia adesso...»
«Ha lasciato un messaggio in segreteria. Si, Chim, lo so.»
Mi lasciai sprofondare su quel divano, senza crearmi troppi problemi, e mi maledissi mentalmente per essere ancora così bisognoso delle tue attenzioni.
Odiavo dovermi sentire così; odiavo essere così impotente davanti a te o alle tue parole, ma odiavo più di tutto non riuscire a dimenticarti.
Perché ero così stupido?

Ricordandomi delle tue parole, fu inevitabile domandare: «Chim, tu lo sapevi?» Ma ebbi paura, per un breve secondo. Non sapevo quanto quella risposta mi avrebbe fatto male, però sperai con tutto me stesso che quello che stavo pensando non fosse vero.
«Sì...» lo sentii sospirare e l'unica cosa che udii poi fu la sua voce.
Mi sentii tradito, preso in giro. Non trovavo giusto che fossi stato l'ultimo a saperlo e che gli altri me l'avessero nascosto. Avevano paura che non avrei retto alla notizia?
Quel pensiero mi fece più male degli altri.
«E perché non me l'hai detto?»
«Perché non volevo ti riducessi in questo stato...»

Incapace di replicare, rimasi in silenzio e ne approfittai per chiudere gli occhi e sperare che il mal di testa, che mi stava tormentando da più di due ore, svanisse magicamente.
Avevo bisogno di dormire, o forse avevo semplicemente bisogno di te.

«Tae, mi dispiace, okay?» esclamò, all'improvviso, dopo una breve pausa. «Avrei dovuto dirtelo, lo so, ma non l'ho fatto per paura. Ti prego, capiscimi, io-...» sospirò per la seconda volta e immaginai che si stesse passando una mano tra i capelli, sconfortato. Era un'abitudine che aveva quando non sapeva che fare e, dalla sua voce disperata, capii che fosse proprio uno di quei tanti casi.
Entrambi non parlammo per un po', lasciando invece che la nostra mente fosse riempita da qualsiasi pensiero ci stesse passando per la testa. Deglutii, sentendo la stanchezza impadronirsi del mio corpo.

«Io-...vuoi che venga lì? Posso mollare tutto e tornare in meno di-...» sussurrò con una nota di rimorso, ma cercò di non sembrare troppo brusco. Forse si sentiva in colpa quanto me, perché sapeva quanto fosse difficile. Sapeva quanto fossi fragile. Nonostante ciò, lo interruppi senza pensarci due volte.
« Credo sia meglio di no. Ho bisogno di tempo per metabolizzare e voglio restare solo adesso, Chim. Non ce l'ho con te, davvero, ma...» sussurrai quelle parole come se gli stessi confessando un segreto, un qualcosa che nessuno avrebbe dovuto sapere. « Ma non penso di essere capace di affrontare la conversazione adesso. Ti prego, non ora.»
Lo sentii assecondarmi, segno che si fosse quasi arreso. « Va bene.» pausa. «Ma ne parleremo appena tornerò domani, vero? Perché se non ora, quando hai intenzione di farlo?»

Allora mi ritrovai a pensare.
Se non ora, quando? Ah, non lo sapevo.
Se non ora, quando avrei avuto il coraggio di ammettere che quella notizia mi aveva fatto male più del dovuto? Se non ora, quando avrei potuto rivelarti che non stavo bene? E se non ora, quando mi sarei arreso finalmente all'evidenza? Forse mai. Forse avrei provato quel sentimento per sempre e forse ci avrei dovuto convivere insieme fino alla morte.
Forse.

Dopo tutte le virgole che avevano accompagnato la mia vita, mi si era posto di nuovo davanti un enorme punto di domanda alla quale non ero capace di dare più una risposta; nonostante sapessi che una risposta già c'era e ci sarebbe sempre stata.
La risposta a tutti i miei problemi eri tu, Jungkook.
Peccato che ne fossi anche la causa.

Angolo autrice
Spero vi piaccia :) How_to_ride_a_Jhorse NON UCCIDERMI, GRAZIE.
Love u all <3

Somebody else || JJ.K & KT.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora