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Respirai affondo e mi chiusi la porta alle spalle.
Sentii improvvisamente il peso della giornata addosso e mi incamminai stanco verso i suoni sconnessi e incostanti provenienti dal salotto.

Quando entrai nella stanza, mi ritrovai davanti Hoseok e Jimin intenti a dormire. Il primo sulla spalla dell'altro e il secondo tra l'incavo del suo collo e la testa. Sorrisi e sfilai delicatamente il telecomando dalle mani di Jimin per spegnere la televisione e fermare quel fastidioso film.
Come facevano a dormire con il volume così alto? Avevo pensato.
Premetti il tasto di spegnimento e appoggiai senza far rumore il telecomando sul tavolino ai piedi del divano.

Stavo per andare nella mia stanza per riposarmi un po', quando una voce mi bloccò.
«Tae, sei tu?» mi richiamò Jimin, stropicciandosi gli occhi; aveva ancora la voce roca e impastata dal sonno. «Che ore sono?»
Fissai l'orologio appeso all'angolo della stanza e risposi «quasi le sette di sera.»
«Sei appena tornato?» Si sforzò di aprire gli occhi e si coprì con una mano la bocca quando sbadigliò improvvisamente.
«Sì. Minjae si è offerto di riaccompagnarmi a casa. È stato gentile.»

«Tutto qui? Nessun commento sul vostro appuntamento?» lo vidi allontanarsi delicatamente da Hoseok, facendolo appoggiare sul lato del divano prima occupato da lui.
«Non era un appuntamento.» lo corressi.
«Sì, si che lo era. Abbiamo organizzato tutto per questo.» alzò gli occhi al cielo e si avvicinò a me. Portò le mani al petto e mi guardò impaziente.

«Cosa?» gli domandai, non capendo il suo comportamento. Che cosa si aspettava ? Che sarei tornato sorridendo, raccontando la migliore giornata della mia vita?
«Come cosa? Andiamo!» mi prese per le spalle e mi scosse avanti e indietro, esasperato. «Non hai davvero intenzione di dirmi nulla? Nessuna prima impressione? » quando mollò finalmente la presa, ne approfittai per allontanarmi e andarmene in camera mia, ma sentendo dei piccoli e veloci passi dietro di me, capii che mi avesse seguito.

«È stato gentile. Divertente, perfino. Abbiamo parlato del più e del meno e poi siamo andati a fare una passeggiata. È davvero un ottimo ascoltatore e un grande amico. Mi ha fatto piacere conoscerlo.» conclusi, voltandomi verso il mio armadio e appendendo il mio giubbotto di pelle dentro quest'ultimo.

Non volevo vedere la sua espressione delusa in quel momento. Sapevo che mi avrebbe fatto un altro dei suoi soliti discorsi e non ne potevo già più. Ero stanco e volevo solo andare a riposarmi. Ero stato quasi tutto il giorno fuori e le poche ore di sonno addosso non mi stavano aiutando a rimanere in piedi.

« ' Un ottimo amico?'» imitò la mia voce di qualche ottava più bassa «Solo questo?» si buttò sul letto con un enorme sospiro; ignorai quella sua domanda stizzita e, imitandolo, mi distesi di fianco a lui. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto e sperai finalmente di poter riuscire a dormire una volta per tutte ma, prima di cadere in un sonno profondo, Jimin si girò verso di me e mi guardò negli occhi prima di parlare a bassa voce: «Nemmeno Minjae ha funzionato, eh?» alzai un sopracciglio, confuso, e nei suoi occhi intravidi la tristezza.
Tristezza che provava per me.

«Cosa vorresti dire?»
«Avevo pensato che Minjae ti avrebbe potuto aiutare a levare dalla testa Jungkook.» rise amaramente  «Sai, se gli avessi dato un possibilità oggi, avresti capito che era davvero il tuo tipo.» si girò completamene verso di me e mi accarezzò i capelli.
«Io non ho un tipo.» scossi la testa, ricambiando il sorriso.

«Oh si, credimi.» spostò la sua attenzione sulla mia guancia «Tutti ne abbiamo uno.»
«Cazzate» sbuffai, corrugando le sopracciglia. Lui rise per la mia reazione infantile e continuò «Non stavo scherzando prima. Minjae sarebbe stato il ragazzo perfetto.»
E lo pensavo anche io. L'avevo pensato dal primissimo scambio di battute che c'era stato tra di noi, ma c'era un unico problema. Un problema enorme di cui non riuscivo a liberarmi.

«Hai ragione, ma...» lasciai la frase in sospeso, non volendo proseguire. Non volevo davvero ammetterlo, mi vergognavo tremendamente per provare ancora qualcosa per te.
«Ma lui non è Jungkook.» Concluse allora Jimin, stringendomi più forte.
Non lo corressi o negai la realtà dei fatti, perché purtroppo era la verità.

Il problema, infatti, era questo.
Pensare che nessuno avrebbe mai preso il tuo posto, quando ero consapevole che il mio, di posto, era già stato occupato da qualcun altro, faceva male.
Troppo.

Somebody else || JJ.K & KT.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora