«Ehi...» mormorò il moro, entrando con le mani dietro la schiena e la testa china in avanti. Sembrava come se si vergognasse di guardarmi, di parlarmi; sembrava come se si vergognasse di se stesso. Quanto si sbagliava.
«Ehi.»gli sorrisi dolcemente e gli feci segno di sedersi vicino a me.Ci guardammo negli occhi per qualche secondo, lasciando che il silenzio parlasse per noi e, imbarazzati, voltammo entrambi lo sguardo verso il biondo che se ne stava in piedi al centro della stanza, guardandoci con le braccia conserte e le sopracciglia corrucciate.
Dedussi che Jondgae volesse avere un po' di privacy per parlare e schiarii la voce per attirare l'attenzione.«Chim, ci lasceresti un po' soli?» chiesi gentilmente, lanciandogli un'occhiata per fargli capire che sarebbe andato tutto bene anche in sua assenza.
Lui sospirò, contrariato, ma annuendo comunque. Entrambi lo sentimmo mormorare un veloce:«Se hai bisogno, sono nella mia stanza. Proprio qui accanto. » dedicò un ultimo sguardo di disprezzo a Jongdae e scomparve dietro la porta della camera da letto.Sorrisi imbarazzato e mi portai una mano dietro la testa. Cadde di nuovo il silenzio e per evitare ulteriori momenti di disagio, iniziai a parlare.
«Devi scusarlo. È un tipo molto protettivo, lo sai. Specialmente dopo la rottura con Jungkook...» lasciai la frase a metà, non volendo davvero continuarla, e il moro annuì comprensivo.
«Lo so, lo so. » abbassò lo sguardo e sembrò indeciso su cosa dire o fare. «Parlando di Jungkook...»si leccò le labbra per inumidirle e iniziò a giocherellare con uno dei tanti bracciali al polso.«Non devi scusarti, Jongdae. Sono serio.» mi affrettai a dire, cercando di non rendere le cose più difficili. «Va tutto bene. È-È acqua passata.»
«No, invece. Ascoltami, Tae. Non avrei dovuto comportarmi così al nostro primo appuntamento. Forse anche l'ultimo...» mormorò l'ultima frase pensando che io non potessi sentirla. «Mi dispiace così tanto. È solo che mi sono fatto prendere dalle emozioni. Ho- Ho creduto di avere il diritto di proteggerti quella sera, solo perché tu mi avevi invitato ad uscire.»
Alzò per un momento lo sguardo e notai come fossero diventati lucidi i suoi occhi scuri.Volevo abbracciarlo, dirgli che non era stata colpa sua. Dirgli che non ero davvero arrabbiato con lui, ma con me stesso. Dirgli che lui non aveva fatto niente di male, tuttavia, rimasi in silenzio.
«Appena ho visto Jungkook, non ci ho capito più niente. Mi sono ricordato di tutte quelle volte in cui hai pianto al bar, di tutte quelle volte in cui tornavi a casa sbronzo, quando sapevamo entrambi che non ti piacesse bere, solo per dimenticarlo. Io- Io non ci ho visto più, perché fa davvero male vederti in quello stato e temevo che incontrarlo di nuovo, avrebbe peggiorato le cose.» ritornò a fissare le proprie dita con un leggero rossore a caratterizzare le guance paffute.Mi morsi le labbra, cercando di trattenere un sorriso e gli presi le mani tra le mie.
«Grazie mille, Jongdae. Lo dico sul serio.» strinsi forte la stretta quando lo sentii ricambiare. « Magari quel giorno ho esagerato. Sapevo che l'avevi fatto solo per aiutarmi, per proteggermi, ma non ho voluto ascoltare la mia parte razionale. Tra l'altro ti ho lasciato completamente da solo in quel bagno ed è stato davvero scortese da parte mia.»
Fece per parlare ma lo interruppi, scuotendo la testa.«In realtà, quello che dovrebbe scusarsi sono io.» respirai profondamente per prepararmi al peggio e chiusi gli occhi, non avendo il coraggio di guardarlo. «Io...» stavo facendo fatica persino a respirare, ma mi ero ripromesso che non mi sarei tirato più indietro. Non con lui, non per lui almeno. «Io ti ho usato, in un certo senso.»
Aspettai che la forte stretta alla mie mani si allentasse e quando successe il contrario, continuai un po' più sicuro. «Ti ho usato per dimenticarmi di lui. Non ho mai...non ho mai davvero provato niente per te, se non una profonda e grande amicizia. Ho sperato che ci potesse essere qualcosa, devi credermi, ma mi è bastata quella sera per capire che non ci potrà mai essere niente.»
Quando riaprii gli occhi, vidi Jongdae guardarmi con un dolce sorriso a circondargli il viso che mi fece aggrottare le sopracciglia.
Non capivo perché stesse reagendo in quel modo. Gli avevo appena detto che l'avevo illuso, che l'avevo trattato come un oggetto non prendendo in considerazione i suoi sentimenti; perché sembrava che non gli importasse?
«Taehyung...» fu in quel momento che la sua voce venne spezzata da un pianto silenzioso e allungai velocemente una mano per asciugare via una lacrima che stava scivolando senza sosta lungo la sua guancia arrossata. «Taehyung, lo sapevo.»Lo guardai con sguardo confuso e continuò.
«Sapevo che non fossi interessato a me.» iniziò a ridere, ma sembrò tutt'altro che una risata. Sembrava stesse cercando di trattenersi dall'urlare, dal piangere fino a perdere i sensi, dal lasciarsi andare completamente. «Perché, insomma, andiamo. Hai perso due anni della tua vita andando dietro ad una persona che ormai sembra averti dimenticato, come potevi aver cambiato idea da un giorno all'altro? Sapevo che non poteva essere vero. Non si cura un cuore spezzato così in fretta, soprattutto non un cuore nelle tue condizioni, ma ci ho provato comunque. Mi sono detto: " magari mi sbaglio, magari sta davvero bene", però poi ti ho guardato negli occhi quella sera e ho capito che non volessi davvero essere lì con me.»Non mi accorsi di aver iniziato a piangere insieme a lui fino a quando delle dolci e morbide dita non avevano sfiorato il mio viso ormai bagnato dalle lacrime salate. Sentirgli dire quelle parole, sapere che infondo ne era consapevole, mi aveva fatto rendere conto di quanto lo avessi trattato male. Era riuscito a nasconderlo così incredibilmente bene, a differenza mia, che mi venne quasi da ridere per essere stato così stupido ad averlo considerato un ingenuo.
«P-perché l'hai fatto, allora? P-perché? Io-...» fu l'unica cosa che riuscii a dire prima di ricominciare a singhiozzare.
«Perché mi piaci, Taehyung. L'ho fatto perché mi piaci.» e disse quelle parole con una dolcezza tale che mi ritrassi dal suo tocco, non volendo neanche più essere guardato in quel modo. Essere guardato con amore, con rispetto. Non me lo meritavo, non me lo meritavo.«Mi- Mi dispiace così tanto...» mormorai portando le mani sul viso e cercando di coprire i miei occhi rossi.
«Dispiace anche a me, ma va tutto bene. Abbiamo sbagliato entrambi ed ora ci stiamo scusando. Va tutto bene.»
E volevo dirgli che no, non andava bene. Non meritavo il suo perdono, non mi meritavo il suo tocco delicato, i suoi caldi sorrisi, le sue parole dolci. Non mi meritavo niente di tutto ciò.Eppure, nonostante tutto, lasciai che mi abbracciasse. Lasciai che mi desse quel calore che tanto desideravo da tempo, quel calore di cui avevo disperatamente bisogno.
«Va tutto bene, Tae. Passerà. Mi passerà. Non sono arrabbiato, okay? Non sono arrabbiato.» Volevo davvero urlagli contro che avrebbe dovuto esserlo, che avrebbe dovuto odiarmi così tanto da desiderare di farmi scomparire dalla faccia della terra. Non meritavo la sua bontà, non meritavo la sua comprensione. Non lo meritavo.Ma rimasi comunque in silenzio, continuando a piangere tra le sue braccia.
Rimanemmo in quel modo per un po', lasciando che le lacrime bagnassero le nostre rispettive magliette, mentre entrambi cercavamo di farci coraggio a vicenda.
«Va tutto bene, Tae. Va tutto bene.»
E avrei voluto così tanto credergli.
STAI LEGGENDO
Somebody else || JJ.K & KT.H
Fanfiction[COMPLETA] "Se ti dicessi che mi manchi, torneresti indietro?" ||Dove Jungkook deve sposarsi con una donna che non ama e Taehyung si pente di averlo lasciato andare.|| Attenzione: alcuni sono dei riferimenti presi da Call Me By your name, quindi se...