capitolo 1

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Jungkook si ritrovava nel suo piccolo appartamento a Seoul.
Ormai erano mesi che cercava un lavoro, ma nessuno sembrava volesse dargli una possibilità. Pensava a quanto facesse schifo la sua vita: i suoi genitori lo avevano cacciato di casa dopo aver scoperto del suo orientamento sessuale, non aveva amici, un fidanzato, un lavoro, non aveva niente.
Dopo un po' decise di scacciare questi brutti pensieri andando in bagno a farsi una doccia.
Si guardò allo specchio e si accorse che i suoi capelli fossero cresciuti, infatti la frangetta gli copriva gli occhi.
Il suo corpo era sempre lo stesso: braccia muscolose, addominali scolpiti, cosce massicce...insomma un ragazzo che non poteva passare inosservato. Entrò nella doccia e ci rimase per circa venti minuti. Uscito dal bagno decise di mangiare qualcosa mentre guardava qualche noioso film in tv.
«Non ne fanno più uno decente.» pensò.
Intanto il suo telefono squillò, rivelando il nome del suo unico amico. Jimin. Aprì la chiamata e rispose.
«Ehi jiminie, mi sei mancato, dov' eri finito?»
«Kookie, anche tu, scusa se sono sparito per un po' ma stavo lavorando»
«Tranquillo Chim, capisco.»
«Senti kookie, a proposito di lavoro, ti piacerebbe averne uno?»
«Sii, certo, è da due mesi che sto cercando di trovarne uno ma ho sempre avuto come risposta un "no, ci dispiace, ma abbiamo un ottimo personale e non ci serve un altro dipendente.»
Il minore si rattristò ripensando a quelle scene...
«Dai, piccolo, non ti preoccupare. Ho un lavoro per te, però non sarà facile, io ho dovuto lasciare perché non ce la facevo più...»
«Come mai?» chiese il più piccolo.
«Te lo racconterò quando ci vedremo, va bene? Domani mattina sei libero?»
«Certo.»
«Bene, allora vediamoci al solito posto, così ti spiego tutto davanti a un buon caffè, ora ti saluto.
Ciao Kookie. A domani.»

Il mattino seguente i due, come promesso, si incontrarono al bar.
Erano le dieci e la pioggia cadeva ininterrottamente. Jimin e Jungkook dopo un caloroso abbraccio si sedettero e iniziarono ad ordinare.
«Kookie, il solito vero?»
Il minore annuì. Ormai erano anni che i ragazzi si conoscevano e non c'era da meravigliarsi se sapessero ogni cosa dell'altro.
«Buongiorno, cosa vi porto?» domandò la ragazza.
«Un cappuccino e un espressino, grazie.»
«Ve li porto subito.»

«Allora jiminie, in cosa consiste questo lavoro?»
«Ah già. Allora in questi ultimi due mesi sono stato maggiordomo di uno dei più ricchi imprenditori di tutta Seoul. Kim Taehyung. Non so se lo conosci è abbastanza famoso.»
«Kim Taehyung? Quel Kim Taehyung?
Oddio Jiminie, è uno di quelli che mi farei senza pensarci due volte.»
«Infatti quando mi avevano offerto questa opportunità non ho esitato e ho accettato immediatamente. Ma non avrei dovuto farlo.»
«Perché?»
«Perché quell'uomo è il diavolo in persona. Tratta malissimo il suo personale. Mi ha umiliato così tante volte che ho perso il conto. Però devo ammettere che la paga non era male. In due mesi ho preso più soldi di quanti ne abbia presi in tutta la mia vita.»
«Non mi interessa se tratta male il suo personale, ho bisogno di soldi, e poi se è come hai detto tu posso restare anche per poco tempo, no?»
«Si, Kookie, però fai attenzione. Se sei convinto chiamerò la responsabile e ti darò la conferma a breve, ok?»
«Si, fammi sapere.»
«Ok. Che ore sono?»
«Le 12:00.»
«Oddiooo devo scappare. Yoongi mi aspetta.»
«Yoongi?»
«Si, il mio nuovo capo. Poi ti spiego. Ciao piccolo ci sentiamo.»
Jimin se ne andò lasciando Jungkook a pensare a quel lavoro. Aveva bisogno di soldi, doveva farlo, anche se quest'ultimo avesse dovuto lavorare con il diavolo.

Ciao, questa è la prima storia, spero che vi piacciaaaa. Fatemi sapere. Un bacione.

Butler -VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora