capitolo 13

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Taehyung's pov

«Signorino, signorino sono le otto, si alzi. Questa mattina ha un appuntamento con suo padre.» grida la signora Min.

Mi alzo, apro la porta per poi ritornare nel mio caldo letto.
Non ho propria voglia di vedere quell'uomo, sicuramente vorrà parlare di soldi, di lavoro e del matrimonio.
Già, matrimonio. Ebbene si, Kim Taehyung tra quattro mesi si sposa, non è fantastico?
No, non lo è, perché sono gay e, per ironia della sorte, tra qualche mese avrò una moglie.

Una volta entrata, la mia governante cerca di "illuminare" un po' la mia stanza aprendo le tende. Beh, amo il buio, non posso farci niente.
Forse, però, non è stata una buona idea dato che ha subito notato lo schifo che vi è qua dentro.

«Oh mio Dio, ma quante bottiglie vuote ci sono? Signorino, ma che le succede? Ogni sera arriva tardi, non so dove vada, con chi esca, non mi dice niente e si chiude qui a ubriacarsi e a fumare come se non ci fosse un domani. Sono preoccupata per lei.» mi dice.

Cosa mi succede, eh? Beh, non lo so neanche io. È da un anno che non mi riconosco più, un anno da quando ho adottato questo stile di vita. Un anno da quando lui se ne è andato lasciando un vuoto incolmabile nel mio cuore che nessuno è riuscito o riesce a riempire.
Ho provato di tutto per dimenticarlo. Ho fatto numerosi viaggi, sono stato nei locali più famosi di tutto il mondo, mi sono scopato moltissimi ragazzi e ho passato giorni indimenticabili.
Però non mi sono mai sentito felice, mai.
Non ho più provato quelle bellissime sensazioni, non più. Quelle le ho solo avute con Jungkook.
Già, Jungkook, chissà se qualche volta mi pensa. Io lo faccio, ogni fottuto giorno penso a lui e a come l'ho ferito. Avrei voluto abbracciarlo e dirgli di non lasciarmi, di stare con me, ma ho rovinato tutto.
Come al solito, io rovino sempre tutto.
Mi manca la sua voce, il suo sorriso, il suo profumo soprattutto. Quel profumo di fiori di ciliegio che mi ricordava la primavera, chi se lo scorda più.

«Lascia perdere, non ho voglia di dare spiegazioni a nessuno, tanto meno a lei. Ora, voglio ritornare a dormire, se non le dispiace. Riferisca a mio padre che passerò da lui nel pomeriggio perché non mi sento bene.» le dico seccato.

In effetti, è vero. Non è una balla. Non sto bene, veramente. Ieri ho bevuto troppo, ho esagerato. Ora mi fa male la testa oltre il cuore.
Non voglio sposare Jennie, voglio trovare quel piccoletto e riaverlo con me. Ho bisogno di stringerlo e di non lasciarlo più. Ma questo non posso farlo, questa è la mia vita e devo accettare il mio destino.

Sento la porta chiudersi, finalmente la signora Min è uscita. Non mi piace trattarla male, per niente, ma sa come sono e so che lei non se la prende sul personale. Mi ha cresciuto, è come una madre per me, ha sempre voluto prendersi cura di quel bambino che piangeva in continuazione perché si sentiva solo senza avere nulla in cambio.

Chiudo gli occhi e sento che piano piano sto per addormentarmi, mi viene in mente lui, come sempre. Sorrido.

Mi manchi, Jungkook. Torna da me.

Butler -VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora