Il giorno seguente Jimin chiamò Jungkook. Il minore per l'ansia non aveva chiuso occhio, sperava davvero che arrivasse una bella notizia e che finalmente potesse avere un lavoro.
Erano le nove del mattino, il moro guardava il soffitto bianco del suo piccolo appartamento, ne era incantato. Una chiamata però, lo fece svegliare dal suo stato di trance.
«Jiminie, allora? Hai chiamato la responsabile? Sono stato preso? Perché non rispondi? Dai sono in ansia.»
«Kookie, cazzo la smetti di fare domande e mi ascolti per due secondi?»
«Oh scusa, hai ragione, sono solo un po' agitato.»
«Solo un po'?» lo prese in giro il maggiore.
Poi continuò.
«Ho parlato con la responsabile e mi ha riferito che avevano proprio bisogno di un ragazzo dato che la maggior parte dei dipendenti si sono licenziati per le cattive abitudini del signor Kim.»
Un sorriso si formò sul volto di Jungkook, finalmente aveva un lavoro, finalmente avrebbe potuto portare a casa uno stipendio. Era su di giri.
«Grazie Jiminie, sei il mio salvatore, senza te sarei ancora un disoccupato, grazie grazie grazie, ti voglio bene.»
«Kookie, calmati, ragiona, sei proprio sicuro? Te l'ho detto come lui tratta il suo personale. È davvero una persona disgustosa.»
«Sono sicuro.» affermò il ragazzo, ormai era convinto.
«Va bene allora. La signora Min ha detto di farti trovare domani mattina alla residenza Kim alle sette. Jungkook devi essere puntuale. PUNTUALE, hai capito?»
«Si grazie hyung, lo sarò.»
«Ok io vado, mi raccomando, domani chiamami appena finisci.»
«Ok ciao Jiminie.»
«Ciao Kookie.»
La chiamata terminò lasciando il ragazzo immobile, non poteva crederci, credeva fosse un sogno, ma in realtà sapeva anche lui che non lo era. Era troppo felice e poi l'idea di lavorare per quella persona non fece altro che aumentare la sua eccitazione.
Kim Taehyung, l'uomo più bello di tutta la Corea, il più ricco, il più famoso, il più stiloso. Pensava alla sua figura: il suo corpo, le sue mani, le sue spalle, i suoi muscoli, il suo culo...
Insomma era pazzo di quell'uomo. Eppure non immaginava che quest'ultimo fosse così crudele e senza cuore.La mattina dopo, il ragazzo si presentò davanti alla villa del signor Kim. Più che una villa si poteva definire reggia. Vi era addirittura una fontana, era enorme.
Decise di suonare e dopo un minuto apparve una signora snella con gli occhi verdi, capelli rossi e un viso spettacolare. Jungkook pensava di trovarsi di fronte ad una dea.
Si presentò.
«Salve sono Jeon Jungkook. Il mio amico Jimin l'ha chiamata due giorni fa e le ha parlato di me, giusto? Sono qui per il lavoro di maggiordomo.» disse tutto d' un fiato.
«Oh si, piacere Jungkook. Sono la signora Min. Mi dispiace di averti imposto di venire così presto, ma, come ben sai, abbiamo sempre meno personale. Entra pure.»
La signora era così gentile, non immaginava fosse così, però era contento di aver trovato una persona del genere.
Il ragazzo entrò. Rimase senza parole. Quella casa era enorme.
«Allora Jungkook, io vado a prendere la tua divisa. Tu, intanto, vai a fare un giro della villa, dovrai ricordare ogni singola stanza. Fai con calma.» esclamò la donna.
«Oh si, allora vado.»
C'erano almeno un centinaio di stanze lì dentro, tutte avevano la stessa porta. Pensò che sarebbe stata un' impresa ricordarle tutte, però doveva farcela.
«Per i soldi, lo faccio per i soldi.» disse.
Andò al secondo piano e si accorse di una porta che era diversa dalle altre, era bianca. Si avvicinò. Spinto dalla curiosità decise di aprirla ma fu bloccato da dei rumori strani che provenivano proprio da la.
Decise di origliare e quasi sbiancò quando udì dei gemiti.

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Butler -Vkook
FanfictionDove Jungkook si ritroverà a fare il maggiordomo di Kim Taehyung... SMUT, BOYxBOY