VIII(a)

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''Francesca, Fra, ehi. Mi senti?'' 

Mi sentì scuotere con insistenza ed aprì gli occhi a fatica per riuscire a mettere a fuoco la figura di fronte a me. Era Marica, con una faccia alquanto prossima alla preoccupazione. Provai a ricordare il motivo. Mi misi seduta ed appoggiai la schiena alla testiera del letto. Mi sentivo un cerchio alla testa: quanto tempo avevo dormito? e da quanto non mangiavo?

''Dormi da circa 16 ore. Ho pensato di venire a svegliarti molto tempo fa ma ti conosco e so che dopo un esame dormiresti per giorni ma questa volta ci hai fatte preoccupare.''

Sentì i passi di Pia che raggiungeva la mia stanza dal corridoio e mi preparai per una ramanzina. Con mio grande stupore la mia coinquilina illuminò la mia stanza con un sorriso.

''Che ore sono?''

''Sono le dieci di sera. Abbiamo già cenato ma è rimasta della pizza se vuoi''

''Mi dispiace molto avervi allarmate. Lo sapete meglio di me, tra il tirocinio e gli esami, è facile sentirsi sfiniti il sabato sera..''

Le mie parole vennero interrotte da una voce. Non era una voce come le altre, non era qualcuno che stava parlando. Qualcuno stava cantando, qualcuno dall'altra stanza. Ruotai la testa di scatto verso la porta riconoscendo la base di Ninna Nanna. Marica e Pia si scambiarono uno guardo allarmato e fecero per dire qualcosa. Mi alzai di per dirigermi in cucina, c'era il tv accesa. La nitida immagine di te che con addosso quel completo grigio ti prendevi Piazza Duomo, mi destò dal torpore dell'ultimo mese e mezzo. 

Mi sentivo una cretina totale: a piedi nudi, ferma in mezzo la cucina, sudata e arrabbiata di fronte ad un televisore. Mi resi conto di quanto mi rendesse nervosa anche solo la tua immagine in uno schermo. Sembravi sereno, quasi..felice. 

''Era l'ultima cosa che avremmo voluto farti sentire, ma..''

''Non è colpa vostra, è famoso. E' così che funziona giusto?  Tratta male la gente e poi sparisce. Poi sale sul palco a fare la parte del bravo ragazzo'' 

''Ma lui è un bravo ragazzo'' mormorò Pia entrando in cucina

''Non ti rispondo nemmeno, voglio solo che la smetta di cantare questa cazzo di canzone. Voglio solo resettare il cervello e tornare al periodo pre-Ghali''

''Non male come idea. Potremmo provare a studiare un metodo che non implichi un trauma cranico o una perdita totale della memoria'' scherzò Marica lasciandomi un bacio sulla schiena

''Ghali è a tutti gli effetti un trauma. Quanto vorrei chiudere questa storia nella mia testa così come ha fatto lui.'' affermai prendendo una sigaretta dal pacchetto.

Avevo dormito per sedici ore, un tempo lunghissimo per le mie abitudini da zombie. Avevo dormito per sedici ore e la prima cosa che avevo visto eri stato tu. Mi accesi la sigaretta ripensando a quante volte avrei voluto con tutta me stessa raccontarti la mia vita dell'ultimo mese. A quante volte avrei voluto che tu fossi accanto a me. Non eravamo stati capaci di contenere i nostri caratteri, avevamo dato troppa importanza ad un incontro casuale.

Decisi di prolungare l'agonia e di provare a scriverti per l'ennesima volta. Aprì la tua chat mentre tu stavi agguantando i premi su quel palco e io vedevo la tua faccia soddisfatta attraverso il vetro della porta-finestra. 

Avevo pensato a delle frasi semplici, concise, a qualcosa che potesse somigliare alle scuse che avresti dovuto mandarmi tu. Invece, in barba a qualsiasi tipologia di clichè ti scrissi solo:

22:30 ''Ghali''

Diretto, chiaro, come quando chiami  qualcuno dall'altra stanza per avvisare che il pranzo è pronto. Il tuo nome: luce e tormento, dono e ossessione. 

Mi pentì quasi subito di quell'azione perchè mi resi conto che avresti potuto prendere il cellulare molte ore dopo e rispondermi a tarda notte. 

Rientrai in casa e appoggiai il cellulare al centro del tavolo. Marica e Pia mi fissarono in cerca di un riscontro.

''Gli ho appena scritto''

''Sei impazzita?''

''Sotto molti punti di vista'' affermai sorridendo

''Hai fatto bene'' mi incoraggiò Pia

''Ho solo firmato la mia condanna. Potrebbe non rispondermi''

''Oppure potreste finalmente parlarvi e cercare di chiarire quello che vi frulla nel cervello''

''Vorrei fare una doccia adesso. Così non fisso il cellulare per le prossime ore'' dissi sfilando via la maglia e spostandomi in bagno. 

Mi guardai allo specchio: qualcosa stava cambiando. Passai una mano  tra i miei capelli annodati dal sonno e mi sfregai gli occhi.

Mi chiesi quale parte di me ti fossi preso e quali altre ti saresti preso in futuro. Mi chiesi se per noi ci sarebbe stato un futuro, un qualsiasi genere di futuro.

L'attesa risposta tardò ad arrivare ma, per nostra fortuna, quella sera non avevo affatto sonno. Mi crogiolai nel letto rileggendo degli appunti e verso mezzanotte iniziai a guardare un film. Tenevo la mente occupata cercando di non controllare il tuo ultimo accesso e i tuoi profili social. In tutti quegli atteggiamenti ritrovavo la me che si era assopita nell'ultimo mese cullata dalla rabbia nei tuoi confronti. Era bastato vederti su quel palco, attraverso una tv, per farmi calmare. 

Ho sempre pensato che tu avessi una particolare abilità nel farmi scoprire parti del mio carattere di cui non ero a conoscenze prima di incontrarti 

Alle 2 di notte, mentre in casa regnava il silenzio interrotto solo dal cigolio delle pale del ventilatore, iniziai a prendere le speranze. Credevo con tutta me stessa che non mi avresti risposto, che non avresti nemmeno aperto la nostra chat. 

Alle 4  del mattino il cellulare sul mio comodino vibrò per segnalare l'arrivo del messaggio che avrebbe segnato la svolta:

 04:06 ''Dove sei?''

04:08 ''Tu dove sei?''

04.08 ''Troppo lontano da dove sei tu''

04:10 ''Ci incontriamo a metà strada?''

04:15 ''Nel caso in cui ti ti sia dimenticato come sono fatto: sono quello alto con i dread''

***

Chi dite? Sarà arrivata l'ora per i nostri protagonisti? 

Lasciatemi un commento. Grazie mille per tutto.

Un bacio,

XFra

La prima volta\ GhaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora