Prologo

1.1K 31 10
                                    

Rachel P. O. V.

Finita la scuola sulla strada di ritorno non avevo fatto in tempo a prendere l'autobus così mi ero dovuta arrangiare per tornare a casa a piedi, non che mi dispiacesse alla fine. Dalla scuola ci voleva circa una mezz'ora o poco di più per arrivare al mio appartamento e la strada da percorrere attraversava i viali interni della città. Quando rientrai a casa trovai molto disordine ma la cosa non mi sorprese, ultimamente Zack si era dimostrato parecchio stressato per il lavoro e l'unico modo che aveva trovato per sfogarsi era mettere a soqquadro l'intero appartamento. Conoscendolo non potevo dargli torto.

Presi un gran sospiro e cominciai a riordinare con pazienza tutto: raccolsi i libri da terra e li risistemai in ordine alfabetico nella libreria, passai un po' la scopa ritirando tutta la sporcizia e la polvere che si erano sparsi, dopodiché passai a lavare i piatti rimasti dalla sera precedente. Ricordo che era tardi e a nessuno andava di cucinare quindi ci eravamo accordati per ordinare una pizza; presi i cartoni unti della pizza e li buttai nel secchio. Finito di sistemare il salotto la mia attenzione si trasferì alle camere: rifeci i letti e piegai alcuni vestiti miei e di Zack rimettendoli nell'armadio; al contrario di Zack a me non infastidiva pulire o riordinare. Finito il lavoro mi sedetti un attimo sul letto per riposarmi. L'orologio segnava l'una passata ma io non avevo molto appettito e decisi di farmi semplicemente un panino con qualche fetta di formaggio. Mi diedi un'oretta di riposo poi iniziai subito a fare i compiti per il giorno dopo, sapevo comunque che Zack sarebbe rientrato sul tardo pomeriggio se non direttamente ad ora di cena. Il pomeriggio passò tranquillo, una volta che avevo terminato i compiti mi ero rilassata con la nostra piccola TV ad ascoltare le notizie della giornata. Al telegiornale si parlava di omicidi avvenuti in questi giorni tutti molto simili tra loro, i corpi delle vittime erano stati ritrovati ridotti a brandelli. Sentii un balzo al cuore, il mio primo pensiero fu rivolto a Zack. Speravo che non fosse lui il responsabile di questi eventi. Se il suo istinto omicida si era nuovamente risvegliato non sarebbe stato facile restare a lungo in questa città. Era già successo in passato che Zack non era riuscito a controllarsi e aveva scatenato la sua ira interiore contro alcuni cittadini, in quel caso eravamo dovuti fuggire prima che la polizia trovasse delle prove riconducibili direttamente a noi. Avevamo cambiato città minimo un paio di volte prima di riuscire a sistemarci di nuovo. Credevo che Zack fosse cambiato, che fosse diventato finalmente in grado di vivere con gli altri. Cercai di riprendere la calma, non era ancora certo che il colpevole fosse lui, era soltanto un'ipotesi niente di più. Cercai di convincermi di questo ma più ci provavo più trovavo difficoltà a tranquillizzarmi. Iniziai a credere che lo stress di Zack di questi giorni non fosse dovuto al lavoro ma al fatto che in lui stava riemergendo il desiderio omicida. No non poteva essere vero, lui era cambiato, non cercava più vendetta...Rimasi seduta sul divano a rimuginare con la paura dentro.

Si fece buio ma Zack ancora non si era presentato a casa. Ebbi paura, e se gli fosse successo qualcosa...? E se la polizia lo avesse trovato mentre uccideva qualcuno e lo avesse arrestato...? Non riuscivo a sopportare quest'idea, decisi di andarlo a cercare, non m'importava se era tardi o pericoloso. Presi le chiavi e uscii dal palazzo. La Luna era già sorta in cielo e le strade si presentavano deserte. La zona dove abitavamo non era molto visitata, si trovava in periferia della città in una zona poco frequentata soprattutto dai giovani, alcuni ci avevano detto che era anche un posto pericoloso per una bambina ma non mi preoccupava molto, dopotutto vivevo con un serial killer.

Girai più volte per i viali che riportavano al palazzo sperando che prima o poi mi fossi incrociata con Zack ma questo non avvenne. Temevo davvero che gli fosse successo qualcosa. Mi fermai sotto ad un palo di una luce a pensare, già riuscivo ad immaginarmi la notizia in televisione della cattura del famoso serial killer Isaac Foster fuggito dal carcere già una volta. Avrebbero sicuramente aumentato la sicurezza per la sua cella e non so se Zack sarebbe riuscito a fuggire nuovamente. Magari lo avevano catturato mentre stava rientrando a casa e adesso volevano sapere dove si era nascosto in questo periodo in cui gli davano la caccia. Prima o poi sarebbero riusciti ad arrivare fino al nostro palazzo e allora avrebbero trovato anche me. Mi avrebbero interrogata e poi rispedita direttamente all'ospedale psichiatrico! Non potevo crederlo, non volevo crederlo...ora che ero finalmente riuscita a ricominciare a vivere, a trovare qualcuno che mi amasse e mi accettasse per quello che sono, me lo volevano nuovamente portare via. No. Non lo avrei sopportato. 

Il mio respiro si faceva sempre più affannoso mentre tutte queste queste paure si impossessavano della mia mente non lasciandomi tregua. Non ce la facevo più...Chiusi gli occhi e scivolai con le gambe a terra scoppiando in un pianto silenzioso, mi portai le mani sul viso coprendomi il capo mentre continuavo a singhiozzare <<Zack dove sei...ti prego torna da me...Zack...>>

Al prossimo capitolo.

Segreti. Angels of Death. (IN CORREZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora